Il Commissariamento della sanità è divenuto un forte alibi per tutti coloro i quali oggi si accapigliano per affermare che tutta la colpa è dei Commissari e che la Sanità deve ritornare ad essere gestita dalle Regioni. A tal punto vi sarebbe da chiedersi ma chi ha assunto i tanti burocrati che nella sanità hanno fatto il bello e cattivo tempo se non i ras della Regione Calabria?, chi ha gestito le carriere nelle Asp?, chi ha gestito il grande affare delle cliniche private accreditate, chi ha determinato lo scioglimento per mafia di alcun Asp calabresi, chi ha gestito l'acquisto di materiale e forniture mediche pagato il triplo del loro effettivo valore, chi ha consentito il pagamento di fatture più volte e tanto, tanto altro ancora. La risposta è semplice. Lo ha consentito la Casta famelica regionale dal 1970 ad oggi, cioè da quanto è nata la Regione. Siamo al paradosso la Casta politica regionale che ha causato e determinato il Commissariamento è la stessa che oggi, contro il Commissariamento, richiede che la sanità ritorni alla Regione. E' anche vero che i Commissari non hanno avuto il coraggio di agire in profondità, di rompere i meccanismi perversi di corruzione che imperano nella sanità. Quindi anche i Commissariamenti sono fallimentari. Urge allora la costituzione di un Pool investigativo composto da giudici, finanzieri e uomini degli apparati dello Stato che possano avviare una radicale azione di pulizia e di bonifica. Magari un pool da affidare e far guidare al Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha dimostrato sinora di essere l'unico in grado di giungere anche a personaggi che sono al di sotto di ogni sospetto ma che sono ritenuti intoccabili.Il cosiddetto terzo livello che nella sanità ritrova il suo pozzo di San Patrizio, sia in termini di potere che di voti che di arricchimento personale. E tanti sono i politici che con la gestione della sanità hanno costruito carriere importanti e con ruoli di primo piano. Il tutto grazie alla gestione spregiudicata della sanità. Sulle spalle dei cittadini costretti a curarsi fuori Regione ed oggi costretti a pregare che la Pandemia non dilaghi con la sanità che ci ritroviamo.
Redazione