Emergono sempre più pesantemente i limiti di una sanità impreparata, disorganizzata e malgestita con l'avanzare tumultuoso del contagio Covid. Il numero sempre più alto di tamponi eseguiti ha condotto l'unico laboratorio di virologia accreditato che è quello dell'Azienda Ospedaliera che con l'immane sacrificio di chi vi lavora sottoposti anche addirittura a turni notturni si riesce a giungere a circa 450 tamponi analizzati al giorno. Cifra ovviamente insufficiente. E su tale urgenza interviene la task force dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza guidata dal dott. Mario Marino. La Regione deve autorizzare nel minor tempo possibile la possibilità di inviare i tamponi anche fuori regione oltre ad identificare un laboratorio "idoneo, secondo le vigenti indicazioni ministeriali e regionali”. Il tutto al “fine di ridurre i tempi di attesa dei referti che, ad oggi, vanno mediamente dai 7 ai 10 giorni“. E ad oggi i tamponi in attesa di essere processati sono circa 2.000. Una cifra altissima che se non processati con urgenza potrebbero pregiudicare il tracciamento ed il tempestivo e conseguente intervento per bloccare i focolai. Inoltre considerata la situazione di emergenza il direttore del dipartimento Mario Marino ed il responsabile delle Usca Sisto Milito, hanno inoltre richiesto all'Asp di non attendere la comunicazione formale del Dipartimento Tutela della Salute e di iniziare da subito l'invio dei campioni in territorio extraregionale.
L'Ospedale di Cosenza versa in condizioni disperate e la più grave deficienza, fra le tante, è sicuramente quella della carenza del personale. Al punto tale che il Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, è stato costretto ad emanare una specifica ordinanza per imporre alla Commissaria dell'Azienda Ospedaliera, la bergamasca Giuseppina Panizzoli, nominata dal Governo a luglio 2019, a promuovere con urgenza le procedure per l'assunzione di personale per l'emergenza Covid-19. Infatti sembra che i Fondi Covid destinati dal mese di Aprile 2020 a nuove assunzioni siano stati destinati, in parte, a pagare ore aggiuntive di lavoro per personale già in servizio. Un personale sempre più esiguo. Basti citare che al Pronto Soccorso dove risultano otto medici che, fra turni ed eventuali assenze, non sono mai più di due o tre. Una cifra ridicola e irrisoria che costringe gli stessi medici a lavori estenuanti e determina attese per i pazienti e fomenta un clima di sofferenza e di difficoltà oggettive. Eppure l'oramai famoso ex Commissario, il Generale Cotticelli, nella verifica fatta ai sensi del Decreto Calabria sull'attività del Commissario Straordinario, Giuseppina Panizzoli, dal 9 settembre 2019 al 9 giugno 2020, lodava e promuoveva con una verifica "positiva" il lavoro svolto dalla stessa Commissaria dell'Ospedale dell'Annunziata. Valutazione positiva contenuta in un decreto firmato da Cotticelli ed anche dall'altrettanto famosa ( sempre per merito dell'intervista) sub Commissaria, dottoressa Maria Crocco. L'istruttoria sul raggiungimento degli obiettivi da parte della dottoressa Panizzoli, obiettivi raggiunti nonostante la stessa sia presente presso l'Ospedale solo per tre giorni la settimana, è stata effettuata da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che in questi casi è da supporto all'Ufficio del Commissario ad acta per la Sanità. Nessuno può obiettare nulla sul raggiungimento dei risultati che evidentemente saranno stati anche raggiunti, ma permane il fatto che le difficoltà del Pronto Soccorso non sono state affatto risolte e che non si è proceduto a nuove assunzioni che oggi, come allora e più di allora, sono necessarie e vitali per dare maggiore sostegno a chi, affetto da Covid, è costretto a rivolgersi alle cure dell'Ospedale dell'Annunziata.
Redazione
La Calabria è stata sempre una terra difficile, litigiosa caratterizzata da una forte indole individualista nella quale imporre delle leadership è difficilissimo se non impossibile. In tale contesto con problematiche mai risolte lungo è l'elenco dei Commissari venuti da altre Regioni. Una storia antica con Commissari di tutte le forme. Nella Prima Repubblica la figura preminente era il "Commissario" di partito. Nelle segreteria regionali e provinciali dei vecchi partiti della Prima Repubblica, la Dc, il psi, il Pci, il Psdi, il Pri e tutti gli altri era solito assistere a lotte intestine e senza quartiere fra le varie componenti del partito stesso, cioè le vecchie "correnti" che non erano certamente "correnti" di pensiero ma gruppi organizzati facenti capo ad un capo- corrente che dispensava favori, assunzioni, posti di potere e tutto ciò che era necessario per gestire il potere. Leggendarie le guerre nel vecchio Psi fra i gruppi facenti capo ai fratelli Gentile, Pino e Tonino, fra Giacomo Mancini, Gaetano Mancini, Salvatore Frasca, Cecchino e Sandro Principe, la componente di sinistra con a capo Pino Iacino e tante altre. Liti furiose che determinavano l'invio da parte della sede romana di partito di Via del Corso di un "Commissario" di partito. Ma chi veniva scelto per fare il "Commissario"? Sempre personaggi che invece di pore ordine fagocitavano altri problemi. Chi può dimenticare fra chi ha militato negli anni '80 nel vecchio Psi i Commissari Giusy La Ganga ed Emanuele Pecheux, ambedue deceduti, che fallirono clamorosamente nel loro obiettivo. E la stesso vale nella Seconda Repubblica per i tanti Commissari giunti dal Nord. Soprattutto nel campo della sanità. Basti pensare al Generale Cotticelli e al neoCommissario Zuccatelli o ai tanti Commissari delle Asp e delle Aziende Ospedaliere che, venute dal Nord, hanno puntualmente brillato per inerzia e immobilismo. La Calabria, luogo privilegiato per i Commissariamenti, ha avuto sempre la sfortuna di conoscere Commissari magari con buoni curriculum costruiti ad arte perchè gli sponsor politici ne hanno consentito la possibilità, ma che poi, messi alla prova, hanno offerto risultati semplicemente disastrosi. Anche perchè difficilmente chi è veramente in grado di smuovere le acque in una realtà difficile sapendo a quali difficoltà deve andare incontro ne accetta le responsabilità ed il rischio. Rischio, in alcuni casi, come quello della sanità, che può giungere anche all'incolumità personale e familiare, considerando che nella sanità gli interessi della 'ndrangheta sono talmente consolidati al punto tale che chiunque voglia porre concretamente rimedio deve mettere in conto anche il rischio della propria esistenza.
Il Sindaco Mario Occhiuto ha emanato un’ordinanza contingibile ed urgente con la quale, facendo ricorso ai suoi poteri in materia sanitaria, ha intimato al legale rappresentante pro tempore dell’Azienda Ospedaliera, di provvedere, immediatamente, al reclutamento, a tempo determinato, di personale sanitario (medici, infermieri, Oss, Tecnici di laboratorio e tecnici di radiologia), per far fronte alla situazione di grave emergenza che sta vivendo in queste ore l’Ospedale della città di Cosenza, che, alla luce della sempre maggiore diffusione dei contagi da Covid-19, non riesce più, con le risorse umane in organico, a soddisfare il bisogno di cure dei pazienti ricoverati, ed alla situazione, di altrettanta gravità, in cui versa il Pronto soccorso dello stesso Ospedale dove stazionano in corsia numerosi pazienti in attesa di ricovero in reparto. L’ordinanza, con la quale Occhiuto ha anche chiesto la più celere conclusione delle procedure di reclutamento nei termini massimi di pubblica evidenza di sette giorni, in considerazione della assoluta eccezionalità della situazione attuale di grave pericolo che coinvolge l’intera collettività locale, è stata firmata dal Sindaco dopo il sopralluogo che questa mattina il primo cittadino ha effettuato presso l’Azienda Ospedaliera incontrando il personale sanitario. Nel corso del confronto con i medici sono emerse criticità di assoluto rilievo che rendono non più rinviabile il reclutamento di:
- 20 medici, anche in possesso della mera abilitazione all’esercizio della professione;
- 30 infermieri;
- 40 Oss;
- 7 tecnici di laboratorio;
- 3 tecnici di radiologia.
Nell’ordinanza del Sindaco viene ribadita la necessità che le procedure per il reclutamento siano snelle e semplificate e senza pregiudizio per eventuali graduatorie a tempo indeterminato in modo da non distogliere dal partecipare i professionisti potenzialmente interessati. Sull’argomento il Sindaco ha consultato il Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Cosenza, dott.Eugenio Corcioni, che ha manifestato la massima disponibilità nel supportare l’Azienda Ospedaliera al fine di sensibilizzare i propri iscritti alla partecipazione alle procedure straordinarie di reclutamento. Il provvedimento del Sindaco è stato, inoltre, preventivamente comunicato al Prefetto, come previsto dall’art. 54, comma 4, del d.lgs. n. 267/2000. L’ordinanza del Sindaco è un atto unico nel panorama nazionale al quale Occhiuto ha fatto ricorso ai sensi dell’art. 54, comma 4, del d.lgs. n. 267/2000, che prevede espressamente che “Il Sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”. Nella motivazione del provvedimento con il quale ha intimato all’Azienda Ospedaliera l’assunzione immediata di nuovo personale sanitario, Occhiuto fa riferimento alla necessità di contenere la diffusione del coronavirus “che ha comportato, finora, - scrive il Sindaco - l'emanazione di numerosi provvedimenti, sia a livello nazionale che regionale, che non hanno sortito gli effetti sperati, considerato che siamo in presenza, ormai, della cosiddetta “seconda ondata”, altrettanto, tragicamente, problematica quanto la prima. Addirittura, a differenza della “prima ondata”, durante la quale sembrava che la Calabria fosse meno attinta dal virus, la regione è stata classificata “zona rossa”, con conseguente regime giuridico di massima allerta e di profonde restrizioni alla mobilità ed alla libertà di iniziativa economica. Questa classificazione estrema – sottolinea Occhiuto nel suo provvedimento - promana non tanto da una rilevanza dei numeri in senso assoluto, palesemente più contenuti che in altre zone d’Italia, ma da carenze strutturali del sistema sanitario regionale che non è capace di fronteggiare nemmeno i numeri attuali. Negli ultimi giorni – scrive ancora il Sindaco -si è assistito ad un vergognoso susseguirsi di eventi, che hanno avuto rilevanza mediatica non solo nazionale, che hanno comprovato l’assenza di competenza e di senso di responsabilità delle strutture verticistiche sanitarie titolari della governance in Calabria, rispetto alla quale il giudizio di profondo biasimo non può limitarsi solo a tale livello, ma anche a chi ha operato certe scelte scellerate. Nonostante la formale presenza di un Piano Covid regionale- si legge ancora nelle motivazioni dell’ordinanza del Sindaco Occhiuto - lo stesso, per ciò che è emerso sui media nazionali, è da considerarsi mero adempimento formale/burocratico, ma di fatto palesemente inattuato e lettera morta. La Sanità in Calabria è commissariata da circa 11 anni senza alcuna efficacia, , traducendosi, il commissariamento, sostanzialmente in una occupazione e usurpazione di prerogative costituzionalmente sancite, con il risultato di creare solo rimpalli deresponsabilizzanti e confusione di competenze, nonché una perenne conflittualità tra Stato e Regioni, sì da poter sostenere il paradosso che se così è si abbia il coraggio di modificare la costituzione e abolire il regionalismo. Già a marzo – scrive ancora Occhiuto - per l’ incapacità gestionale degli organi preposti, fui costretto ad emettere un’ordinanza contingibile ed urgente, disponendo “di destinare l’intero immobile di malattie infettive alla sua funzione originaria al fine di sopperire al prevedibile aumento di necessità di cure infettivologiche; (…) , chiedendo, infine, di provvedere a ridurre la carenza di personale saitario nei punti di cura di terapia intensiva e infettivologia”. L’Azienda Ospedaliera di Cosenza è centro HUB e, come tale, deve soddisfare le richieste di tutto il territorio provinciale. Inoltre, essa è unico Centro di riferimento regionale per alcune attività di altissima specializzazione che necessitano un impegno in termini di personale ed attrezzature assai elevato. Quotidianamente – prosegue l’ordinanza di Occhiuto - arrivano nuovi casi (a fronte di un numero inferiore di dimissioni) che stazionano nel Pronto Soccorso, aumentando l’emergenza di posti letto attrezzati e di personale sanitario dedicato. Ormai i nuovi casi vengono stabilmente e giornalmente rubricati, dai siti dedicati di raccolta dati, come “nuovo record”, con conseguente ovvia previsione di una implosione della struttura ospedaliera sia per i malati di covid che per le altre patologie. Tutto questo ha comportato lo spostamento del personale sanitario dalle proprie precipue mansioni verso l’utilizzo dello stesso in materia di emergenza covid, distogliendo forza lavoro a tutte le altre attività e prestazioni ospedaliere proprie di altre patologie, che non certo si sospendono per la presenza della pandemia.
L’attuale dotazione di personale – sottolinea ancora Occhiuto nell’ordinanza - è sottodimensionata rispetto alla pianta organica, con conseguente necessità ed urgenza di dotare l’Azienda ospedaliera di Cosenza del personale necessario a garantire il rispetto dei requisiti minimi previsti dalla normativa Regionale vigente, al fine di consentire l’erogazione delle prestazioni sanitarie come previsto dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). La cronica carenza di personale, che si è andata accentuando negli anni, ha determinato:
● problematiche organizzative che hanno inciso in maniera preoccupante sull’aumento della “sinistrosità” ospedaliera.
● aumento dei casi di allerta e/o allarme mediatico.
● incremento delle richieste di risarcimento per presunti casi di “malasanità” che ha indotto in tutto il personale un senso di insicurezza e demotivazione.
A fronte delle risorse impegnate ed assegnate all’Azienda Ospedaliera di Cosenza dalla Regione Calabria (Euro 2,8 mln) sono state utilizzate solo Euro 557.000,00;
-come da comunicato istituzionale del 27 ottobre 2020, la Regione ha impegnato la ulteriore cifra pari a Euro 45 mln per acquisto macchinari ed implementazione delle risorse;
-gli ulteriori 54 mln di euro previsti dal Decreto Rilancio possono essere gestiti direttamente dalle aziende sanitarie e ospedaliere, individuate come soggetti attuatori dei singoli interventi.
Considerato che le attività dei reparti ospedalieri non possono essere depauperate senza le immaginabili conseguenze per la salvaguardia della pubblica incolumità della città di Cosenza e del territorio provinciale, è necessario porre rimedio a questa Emergenza Sanitaria, essendo urgente la necessità di anteporre la salute dei cittadini, inclusi gli operatori dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, a qualsiasi altra diversa esigenza.
Già nel luglio del 2014 il Sindaco Occhiuto aveva emanato un’ordinanza contingibile ed urgente, analoga a quella di oggi, con la quale aveva ordinato, all’allora Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera, di provvedere immediatamente, nelle more ed anche in assenza del superamento del temporaneo blocco del turn-over che il primo cittadino di Cosenza ha sempre contestato, al reclutamento di personale medico per il Pronto Soccorso e per l’U.O.C. di Anestesia e Rianimazione per far fronte ai picchi di criticità che si manifestavano nel periodo estivo dinanzi ad una domanda di accessi enorme ed alla quale l’azienda ospedaliera rispondeva con grande difficoltà. Anche in questo caso un atto senza precedenti in Italia per dire basta a situazioni che mettono in serio pericolo la salute pubblica e l’intera collettività locale. All’epoca l’ordinanza del Sindaco Occhiuto fu rigettata dal TAR, ma oggi siamo di fronte ad una pandemia e i Sindaci hanno visto rafforzarsi il loro potere di ordinanza come massime autorità sanitarie sul territorio.