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Giuseppe Zuccatelli, neo commissario della sanità calabrese, e il ministro della Salute Roberto Speranza hanno dichiarato che la contestata intervista a Zuccatelli nella quale si esprimeva contro l'uso della mascherina risale al primo periodo del contagio da Covid-19. Ma il gruppo FEM.IN. Cosentine in lotta ha rivelato su Facebook che quell'intervista era del 27 maggio, quando era già finito il primo lockdow. Secondo lei Zuccatelli e il ministro Speranza dovrebbero dimettersi?
"Su Zuccatelli e Speranza farei due considerazioni diverse: Zuccatelli ha fatto delle dichiarazioni molto superficiali che compromettono la sua credibilità specialmente per il ruolo così delicato che dovrà ricoprire nel campo della sanità. Speranza ha fatto una scelta sulla base di una fiducia che evidentemente nutre nei confronti del nuovo commissario ad acta. Immagino valuterà a breve se sarà il caso di lasciarlo al suo posto o meno dopo averlo visto al lavoro".  
Nella maggioranza c'è stato uno scontro sulla nomina di Zuccatelli, secondo lei come sono andate le cose? Si tratta di una vittoria della sinistra di LeU e di una sconfitta del M5S?
"Mi auguro che nella scelta del commissario non siano state seguite logiche politiche e di partito ma soltanto istruttorie sulla base dei curricula".
L'ex commissario ad acta per la Sanità in Calabria, generale Saverio Cotticelli, ha affermato: "Davo fastidio alla Massoneria. Volevano eliminarmi, non potendo uccidermi mi hanno screditato". Che idea si è fatto del suo siluramento? Motivi politici?
"Cotticelli ha rilasciato una serie di dichiarazioni confuse e contraddittorie per non dire farneticanti. Sarebbe stato più onesto a chiedere direttamente scusa per il lavoro non fatto senza accusare altri e sospettare teorie complottiste di vario genere".
Che cosa chiede Italia Viva al governo e al ministro Speranza per risolvere il caso Calabria?
"Italia viva chiede un impegno concreto affinché la sanità calabrese venga liberata da gestione di commissariamento perenne che va avanti da quasi 11 anni. In Calabria così come in altre regioni Italiane in cui la sanità è al collasso non servono interventi d’emergenza per risolvere i problemi dell’ultimo minuto ma la predisposizione di un vero e proprio piano sanitario per scongiurare il rischio di assistere davvero alla distinzione tra pazienti di serie A e di serie B. C’è bisogno di una gestione dello Stato centrale in materia di sanità, in questo senso la modifica del titolo V ha creato molti problemi di organizzazione burocratica e controllo".
Articolo di Alberto Maggi

Fonte: www.affaritaliani.it

Ancora una volta, tristemente, la Calabria assurge a notorietà nazionale per vicende poco edificanti e per spettacoli a dir poco raccapriccianti. Ancora una volta un "Sistema" di controllo delle nomine nella sanità che rispondono solo all'appartenenza a partiti e sponsor politici trova in una terra difficile come la Calabria la sua eterna apoteosi. In Calabria è necessario l'intervento di personaggi autorevoli, competenti e, soprattutto, coraggiosi nel tentare di arginare tutti quei tentacoli che decenni di controllo mafioso del territorio hanno radicato ovunque. E' ovvio che tali qualità non possono albergare in chi deve la propria carriera all'appartenenza politica e alla capacità di lecchinaggio che oramai è il vero criterio per arrivare al successo. Lo spettacolo penoso offerto dall'intervista del Generale Cotticelli, dai video del dott. Zuccatelli ed anche dalla difesa malriuscita da parte dello stesso Generale Cotticelli nell'ambito della trasmissione TV su La7 "non è l'Arena" condotta da Massimo Gilletti con la partecipazione della giornalista Myraim Merlino, ex moglie del manager Arcuri, timidamente citato dallo stesso Generale in trasmissione, sono divenuti uno spettacolo televisivo amplificato dai social che, ancora una volta, forniscono della Calabria un'immagine deleteria e negativa che, seppur reale, sovrasta quella parte positiva che, nonostante tutto, esiste e resiste con coraggio, determinazione ed in silenzio. Goffi e privi di valide motivazioni le difese dei due personaggi. Cotticelli che afferma di indagare su se stesso ed afferma di non riconoscersi nell'intervista. Il dott. Zuccatelli che adombra nel video nel quale afferma delle macroscopiche sciocchezze sottovalutando il Covd-19 chissà quale complotto e quale fine strategia per delegittimarlo, anche se confortato dalle parole del Ministro Speranza che gli avrebbe riferito "I video e le polemiche passano, i buoni risultati restano". Sarebbe opportuno chiedere al deludente giovane ministro della Salute a quali buoni risultati si riferisca dato che nella gestione apicale della sanità i calabresi di buoni risultati ne disconoscono l'esistenza. Uno spettacolo penoso figlio di una spartizione ed intromissione della politica nella sanità sia a livello di Governo nazionale con il Governo, sia di politica regionale che per decenni ha massacrato una sanità sempre più inquinata da infiltrazioni di 'ndrangheta e da interessi tangentistiche ed affaristiche di tanti politici professionisti calabresi che in pochi decenni hanno costruito immense fortune economiche gestendo gli affari della sanità e dove non si è mai indagato in quel patto tacito tra 'ndrangheta, politica, imprenditoria e istituzioni corrotte, che nella sanità ritrova i suoi maggiori interessi economici e clientelari.  

Redazione

Il video del neoCommissario per la Sanità, Giuseppe Zuccatelli, nel quale afferma che la mascherina non serve e che per contagiarsi è necessario baciarsi per almeno 15 minuti è divenuto virale ed è stato trasmesso da tutti i canali nazionali della Rai, oltre che da tutte le altre Tv. Anche nella seguita trasmissione su Rai3 "Mezz'ora in più" condotta da Lucia Annunziata è stato trasmesso il video con ospite della trasmissione il Ministro della Salute, Roberto Speranza, dello stesso partito, Liberi e Uguali, nelle quali liste nel 2018 si è candidato alla Camera Giuseppe Zuccatelli anche per la sua quarantennale amicizia con Pierluigi Bersani al quale deve la sua carriera di burocrate della sanità. Il Ministro Speranza con un candore disarmante ha dichiarato che il video è "inopportuno" ma che non si può disconoscere un curriculum di 30 anni. Una difesa d'ufficio che non ha convinto nessuno. Inoltre va precisato che il video risale al 27 maggio, quindi dopo la prima fase della pandemia dove nessuno sosteneva più l'inutilità della mascherina o l'assurda tesi di stare 15 minuti a baciarsi per contrarre il virus. Ma non basta, continuano a spuntare come funghi altri video. In uno di questi il negazionista Zuccatelli giunge a dire che la sanificazione degli ambienti non è necessario e che basta una pulita con qualsiasi disinfettante. Quindi ad un personaggio che sottovaluta il virus ed oggi in quarantena perché positivo viene affidato il Piano Covid solo perché in quota Leu e amico del Ministro Speranza e di Pierluigi Bersani in una logica di spartizione politica che poi è quella logica che sul piano nazionale come su quello regionale ha distrutto la sanità. Povera Calabria, ancora una volta all'attenzione nazionale. Ancora una volta per storie e vicende talmente assurde che sembrano inventate ma, purtroppo, invece, sono tragicamente reali. Sulla pelle dei calabresi.

Redazione

Con la velocità della luce in seguito alla scandalosa intervista rilasciata dall'ex Commissario per la sanità Saverio Cotticelli il Consiglio dei Ministri riunito d'urgenza alle 21.30 ha nominato Giuseppe Zuccatelli. Da Saverio Cotticelli a Giuseppe Zuccatelli, in quota Leu e da anni vicinissimo a Pierluigi Bersani ( foto ), che non è una vera e propria novità nel variegato mondo sanitario calabrese. Il nuovo Commissario sarà affiancato dal subcommissario Maria Crocco, la oramai famosa "Maria" dell'intervista che divenuta virale ha fatto il giro del mondo dei social e potrà usufruire di un nutritissimo staff di ben 25 componenti oltre ad avere poteri ancora più ampi, eventualità molto difficile da realizzare considerati quelli di cui già l'ufficio disponeva. Il nuovo commissario ad acta per il piano di rientro della sanità calabrese, Giuseppe Zuccatelli, è originario di Ferrara, 76 anni, vanta una lunghissima esperienza nel campo della sanità. Nel dicembre scorso venne nominato Commissario Straordinario dell'Azienda Ospedaliera Pugliese - Ciaccio e dell'Azienda universitaria Mater Domini di Catanzaro. Per un breve periodo ha ricoperto anche l'incarico di Commissario Straordinario della disastrata Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, dove, francamente, non sembra che abbia lasciato, seppur nella brevità dell'esperienza fatta, grandi ricordi di cambiamento o miglioramento di una situazione generale a dir poco complicata. Rimane nel suo ruolo di sub commissario la dottoressa Maria Crocco alla quale sarà affiancata prossimamente la figura di un secondo subcommissario, per come previsto dal Decreto Calabria recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri. Decreto che ampliando i poteri del Commissario prevede le attività di gestione tecnico-amministrativa di rilevanza regionale, le funzioni di programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale finalizzate alla tempestiva attuazione del programma operativo 2019-2021 e del piano di rientro dai disavanzi sanitari. Ovviamente rimane al Commissario l'onore e l'onere di organizzare tempestivamente il piano Covid. Certamente i calabresi attendono grandi cambiamenti ed azioni concrete. Ora è il momento dell'azione ed i calabresi, in questo clima di tensione e di protesta, certamente saranno più vigili che in passato. 

Redazione 

I consiglieri regionali d'opposizione Giuseppe Aieta, Marcello Anastasi, Graziano Di Natale, Carlo Guccione, Nicola Irto, Libero Notarangelo, Flora Sculco e Luigi Tassone hanno firmato una mozione sulla scelta del Governo di dichiarare la Calabria "zona rossa" e sul drammatico momento vissuto dai calabresi dinanzi ad una pandemia che avanza e con una sanità ridotta ad un colabrodo. Nella mozione si legge:Premesso che:  la scelta di dichiarare “zona rossa” la Calabria è frutto di criteri ben precisi, condivisi anche dalla stessa Regione Calabria, che ha inviato i dati al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità. Quindi, non è stata una decisione politica bensì una scelta tecnica.

-         si ribadisce, i dati e i criteri sono stati condivisi e inviati dal Dipartimento della Salute della Regione Calabria e dall’Ufficio del Commissario.
Anche l’ammissione del Presidente facente funzioni che, nel corso di una trasmissione sul La7, alla domanda sulle terapie intensive, ha dovuto confessare di essere “ignorante sulla situazione”, la dice lunga sul lavoro che la Regione ha fatto in questi mesi per prepararsi in tempo a questa nuova seconda ondata.

-         se qualcuno pensa oggi di utilizzare questa situazione per iniziare una campagna elettorale in vista delle prossime elezioni regionali, si sbaglia di grosso e rischia di far pagare un caro prezzo ai calabresi.

-         il Presidente f.f. Spirlì deve oggi rispondere dell’operato dei rappresentanti della Lega alla guida di importanti strutture sanitarie calabresi e dei danni che hanno provocato non mettendo in atto tutto quello che era necessario per contrastare la pandemia e la sua diffusione.

-         nell’ultimo verbale di verifica del Tavolo Adduce, formalmente approvato il 20 maggio 2020, della riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e del Comitato permanente per la verifica dei Lea, sono emerse notevoli criticità con riferimento alla rete ospedaliera, alla rete oncologica, all’assistenza territoriale. In questa situazione, la Regione non appare in grado di garantire un regime di normalità per l’organizzazione e l’erogazione dei servizi sanitari regionali ai cittadini calabresi.

-         ci si chiede come mai non si è proceduto a rendere operativo il Piano di riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19, previsto con decreto n. 91 delgiugno 2020. Nel piano venivano specificati quanti posti letto aggiuntivi erano stati previsti per le terapie intensive, sub intensive, per i reparti di Malattie intensive e Pneumologia, e venivano indicati i requisiti da rispettare per la riorganizzazione dei Pronto soccorso della Rete Covid. E ancora, perché non sono stati assunti i 320 infermieri di comunità, previsti per la Calabria dal Decreto Rilancio? Queste figure professionali dovevano servire a implementare e aiutare l’assistenza sanitaria territoriale. Che fine hanno fatto i 332milioni e 640 mila euro stanziati dal governo per l’assunzione di queste figure professionali? Inoltre, come mai ancora non sono operative le 37 Unità speciali di continuità assistenziali (Usca) regionali? Ogni Usca necessita di 4 medici e 4 infermieri e deve essere operativa sette giorni su sette, dalle 8 alle 20. Ma anche qui poco o nulla è stato fatto. Così come per gli hotel Covid, perché nessuno li ha previsti? Perché non sono strati rafforzati e potenziati i laboratori regionali in grado di processare i tamponi molecolari? È inconcepibile, infatti, che ancora oggi non sia entrato in funzione ad esempio il laboratorio dell’ospedale Spoke di Corigliano Rossano visto che quello di Cosenza non è più in grado di gestire e processare da solo centinaia di tamponi al giorno. Bisognerà autorizzare altri laboratori per evitare che il sistema in tilt e che vengano trasferiti fuori Regione. Questa lunga sequela di inadempienze della Regione e dell’Ufficio del Commissario ha provocato la nostra entrata nella “zona rossa”.

-         autorevoli esperti del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, in questi giorni, hanno spiegato il perché la Calabria si trova oggi in questa situazione. Tra l’altro, il Tar del Lazio ha respinto proprio oggi il ricorso della Regione Calabria contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute per l’annullamento dell’ultimo Dpcm del 3 novembre 2020, che inserisce la Calabria nella zona rossa.

Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali fanno appello affinché si mettano da parte le polemiche e l’inizio della campagna elettorale, se si vuole effettivamente uscire da questa “zona rossa”.

Impegnano la Giunta regionale e la maggioranza a dare risposte immediate nei prossimi giorni assumendo, ad esempio, gli infermieri di comunità, rendendo le Usca operative così come prevede la legge, attivando i posti letto aggiuntivi di terapia intensiva, sub intensiva, di pneumologia e malattie infettive dei nostri ospedali.

Solo così, insieme, saremo in grado di poter uscire dalla zona rossa e di ridurre il numero dei contagi. Ma ognuno deve fare la propria parte, quello che non è stato fatto in questi mesi né dall’ufficio del Commissario, né dalla Regione.

Redazione

“L’annuncio da parte di Giuseppe Conte della rimozione e sostituzione del commissario alla sanità calabrese Saverio Cotticelli è un atto assolutamente insufficiente per porre rimedio alla vergogna e al danno provocati a questa terra. Il ministro Roberto Speranza deve assumersi la responsabilità dell’operato del suo rappresentante nel territorio calabrese e rimettere il proprio incarico da ministro. E il Presidente del Consiglio deve prendere atto della comprovata inutilità di questo decennio di gestione commissariale, annullare il Decreto Calabria e indire al più presto nuove elezioni regionali per ridare, dopo la morte della Presidente Jole Santelli, a questa regione un’amministrazione nel pieno delle funzioni alla quale riconsegnare la gestione del sistema sanitario.” Così l’eurodeputato della Lega Vincenzo Sofo ha commentato l’annuncio da parte del premier Conte della rimozione del commissario alla sanità calabrese Saverio Cotticelli dopo le ammissioni fatte in merito alla gestione della crisi Covid.
Redazione

Le tante proteste dei calabresi contro la decisione del Governo di istituire la zona rossa per la Calabria sono comprensibili e sacrosante considerando anche la drammatica situazione economica che vive la nostra terra ma se il Governo ha adottato tale decisione lo si deve principalmente ai dati che sono pervenuti dalla Regione. Quella Regione i cui esponenti oggi gridano al complotto e con un fastidioso e repellente scaricabarile addebitano solo al Governo e al commissariamento della sanità le colpe esclusive di una sanità stessa oramai al collasso. Come se il commissariamento fosse piovuto dal cielo colpendo in modo indiscriminato i tanti angeli duri e puri che formano la Casta politica regionale degli ultimi decenni. Il Governo valutando i dati regionali ha elaborato la possibilità di una più che probabile escalation del contagio assolutamente non gestibile per tutte le deficienze e manchevolezze del sistema sanitario che non è solo la mancanza cronica di posti - letto in terapia intensiva ma è anche la disorganizzazione di seguire il tracciamento dei focolai e di tanti altre tipologie di interventi che da noi sono sempre precari e difficili. Altro fatto non trascurabili è la cronica mancanza di personale che raggiunge in alcuni casi livelli impressionanti. Altro che responsabilità del Governo. Altro che complotto del Governo di sinistra contro una Regione a guida centrodestra. Motivazioni assurde e senza alcun significato che servono solo a scaricare ad altri le proprie colpe. Del resto mai in Calabria si è assistito ad un politico che abbia mai fatto un "mea culpa" ammettendo di aver fatto parte di quella Casta che ha condotto la Calabria nella tragedia nella quale versa. La colpa è sempre degli altri. I corrotti sono sempre gli altri, i politici ladri sono sempre gli altri ed anche quando qualche politico rimane invischiato in qualche indagine giudiziaria è sempre un complotto, è sempre una strategia politica per fermarlo, è sempre una trappola, mai una indagine su un presunto reato. Quello non esiste. Perché il politico non compie mai reati. E' sempre un complotto della magistratura che vuole bloccare la carriera di politici adamantini, santi e onestissimi. Questa è la cultura dominante. Oggi la sanità che in Calabria è stata sempre il teatro di un forte intreccio fra 'ndrangheta, corruzione e politici corrotti è alla rovina per colpa del Governo. Tutti hanno dimenticato l'omicidio di Francesco Fortugno nel 2005, tutti dimenticano le commissioni d'accesso antimafia di tante Asp, tutti dimenticano le carriere politiche e le immense fortune economiche di alcuni politici e famiglie, fortune di centinaia di milioni di euro, che gestendo la sanità da umili origini oggi sono ricchissimi e vivono alla grande nei quartieri più blasonati della Capitale. Tutti dimenticano personaggi che poveri in gioventù in pochi decenni sono diventati ricchissimi grazie e soprattutto per la gestione degli affari nella sanità. Purtroppo la sanità coinvolge tanti colletti bianchi, tanti imprenditori - prenditori ed anche la giustizia fortemente corrotta e collusa non ha mai indagato per come avrebbe dovuto negli affari della sanità calabrese garantendo la totale impunità. Questa è la sanità calabrese, altro che colpe del Governo, che, comunque pur sussistono, ma sono molto minori rispetto all'orda famelica dei politici carnefici che sulla salute dei calabresi hanno basato il loro immenso potere.
Redazione

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