Regionali 2020, in Puglia ed in Campania Fratelli d'Italia primo partito del centrodestra
In Calabria il si al referendum sul ridimensionamento del numero dei parlamentari giunge ad una percentuale molto più alta di quella nazionale. Infatti mentre a livello nazionale il "si" vince con il 69,87% in Calabria il "si" arriva al 77,53%. In termini numerici sono ben 521.444 i calabresi che nelle urne hanno espresso il loro consenso al taglio vigoroso del numero dei parlamentari. mentre il "no" che a livello nazionale ha raggiunto il 30,13% in Calabria si arresta ad un bassissimo 22,47% (151.138 voti). Quindi alle prossime elezioni parlamentari che si terranno a marzo 2023, scadenza naturale dell'attuale legislatura, la Calabria porterà alla Camera 13 deputati, ben 7 in meno dell'attuale legislatura, e sei senatori, ben 4 in meno. Quindi la rappresentanza parlamentare da 30 passerà a 19. Una riduzione considerevole. Indubbiamente una percentuale così alta di "si" è anche una dimostrazione di come l'antipolitica e la disistima dei calabresi nei confronti della "casta" sia sempre forte e sentita. Più che altrove. Indubbiamente lo scarso feeling fra il popolo calabrese e i "nominati" che dovrebbero teoricamente rappresentare gli interessi dei calabresi in Parlamento è, ancora una volta, confermato dal responso delle urne. Ma la riduzione del numero dei parlamentari non basta. Ora la speranza è che sulla scia dell'esito referendario si possa concretamente rivedere la legge elettorale e porre fine alla triste e fallimentare epoca politica dei "nominati" con una nuova legge elettorale proporzionale con lo sbarramento dal 3 al 5% e con la reintroduzione delle preferenze in modo da ristabilire quel contatto necessario fra elettori ed eletti. La Seconda Repubblica con i "nominati" da quattro o cinque Big che decidono a proprio piacimento la composizione del Parlamento basandosi solo sul criterio della fedeltà e del servilismo ha fatto il suo tempo. I più servili sono sempre per natura i più mediocri. E' tempo di cambiare ed il popolo calabrese vuole cambiare.
Subisce una forte battuta d'arresto la crescita della Lega nel Sud. Dopo i grandi risultati ottenuto nelle Europee del 2019 e nonostante le grandi attese i risultati ottenuti dalla lista della Lega nelle elezioni regionali della Puglia vinte da Emiliano ed in Campania vinte da De Luca confermano un netto arretramento. In Puglia la lista della Lega collegata con il candidato Raffaele Fitto ottiene il 9,5% mentre alle Europee raggiunse il 25,3% ed in Campania la Lega collegata con il candidato Stefano Caldoro dal 19,2% ottenuto alle Europee riesce a racimolare uno scarsissimo 4,9%. Un segnale d'allarme per i salviniani che dovrebbero chiedersi il perchè di tali risultati. Evidentemente le classi dirigenti alle quali è stato affidato il partito ha dimostrato grandi limiti ed è riuscita a disperdere il patrimonio di voti raggiunto alle Europee. In molti sono convinti che la fase espansiva della Lega al Sud sia oramai un ricordo e che il vento stia cambiando direzione. E non è detto che anche nelle altre regioni meridionali non possano ripetersi, quando sarà, gli stessi ed identici risultati della Campania e della Puglia considerando le classi dirigenti leghiste che certamente non brillano per iniziative e per fattività. Il segretario della Lega, matteo salvini, che auspicava addirittura la vittoria del centrodestra in tutte le regioni chiamate al voto dovrà invece interrogarsi su come è stata selezionata la classe dirigente leghista nelle regioni del Sud e correre ai ripari. Altrimenti i voti presi al Sud saranno solo un ricordo di un periodo fra l'altro anche molto breve.
Che la sanità in Calabria fosse la peggiore d'Italia non è assolutamente una novità. Lo è da anni e non poteva essere altrimenti considerato che la sanità calabrese è gestita dalla peggiore classe politica di tutti i tempi che è senza ombra di dubbio alcuna la peggiore di tutte le regioni italiane. Un record negativo che si somma a tanti altri record negativi tutti meritatissimi considerato anche che la maggioranza dei calabresi non ne vuole sapere di votare attraverso una corretta valutazione delle competenze e delle reali capacità dei candidati ma continua, con ostinazione e pervicacia, a votare per voto di scambio, per promesse mai mantenute, per indicazioni della 'ndrangheta e per gli amici degli amici. Un dramma che non avrà, ovviamente, mai alcuna soluzione. E a certificare il dramma della sanità calabrese il recentissimo Report della ragioneria dello Stato dal quale si desume come la sanità in Calabria presenti il disavanzo più alto fra tutte le Regioni a statuto ordinario e di come lo stesso sia addirittura il 10% di tutto il disavanzo nazionale. Una vera e propria palla al piede ed una zavorra per tutto il Paese. E tale trend negativo dura da ben tredici anni e durerà in eterno. Un report molto interessante di oltre 230 pagine dal quale si desume che mentre le altre regioni con la sanità commissariata come il Lazio, la Campania sono addirittura nel 2020 uscite dal commissariamento avendo avuto con il piano di rientro grandi risultati sul piano del risanamento dei bilanci in Calabria il commissariamento non ha avuto alcun risultato. Quindi tutte le formule adottate per la sanità calabrese sono sempre fallimentari. Ci sarebbe da chiedersi del perchè di tutto ciò. Ma gli interessi nascosti nella sanità che rappresenta la vera gallina dalle uova d'oro e che rappresenta il collante fra politica corrotta ed investimenti in odor di 'ndrangheta non consente alcun cambiamento. I poteri occulti che si annidano nella sanità sono più forti di qualsiasi azione di cambiamento. Questa è la Calabria e questa sempre sarà.
L'ultimo sondaggio firmato dall'Istituto demoscopico, Ipsos, diretto da Nando Pagnoncelli, affida ai partiti le seguenti percentuali. Il primo partito rimane la Lega con il 25,4%, segue il Pd al 19,7%, il Movimento 5 Stelle al 18,4% che continua a calare e a caratterizzarsi per le tante divisioni interne. Il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia al 15%. mentre il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, orbita sul 2,7%. Per quel che riguarda, invece, il gradimento degli italiani sul Governo Conte a dichiararsi favorevoli all'azione di Governo il 62% degli italiani mentre il 65% esprime un buon apprezzamento nei confronti del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un gradimento altissimo che non viene scalfito nonostante i tanti problemi ed il momento difficile vissuto dal Governo stesso.
Oramai le nomine in quota Lega in Calabria non si contano più. La commissaria dell'Asp di Cosenza, la Commissaria dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza, solo per citarne alcune, e, per ultima, ma solo in termini temporali perchè tante altre sono in arrivo è quella del vertice della Sorical al quale è stato destinato l'avvocato Cataldo Calabretta , caro amico di Salvini e legato anche all'ex fiamma del "Capitamo", la Isoardi. Calabretta, prende quindi il posto di Incarnato alla guida della Società Risorse Idriche Calabresi s.p.a. (So.Ri.Cal), società mista a prevalente capitale pubblico regionale (il 53,5% appartiene alla Regione Calabria; il 46,5% Acque di Calabria s.p.a. che è controllata dalla Multinazionale Veolia) a cui è stata affidata la gestione, il completamento, l’ammoderrnamento e l’ampliamento degli schemi idrici di grande adduzione, accumulo e potabilizzazione trasferiti alla Regione Calabria dalla disciolta Cassa per il Mezzogiorno ex art. 6 L. n. 183/1976. Sorical è anche chiamata a monitorare lo svolgimento del servizio idropotabile all’ingrosso in favore di tutti i comuni calabresi. Il nome di Cataldo Calabretta, nativo di Cirò, che da anni vive a Roma, avvocato e professore universitario di Cirò, era circolato anche come possibile candidato alla Presidenza della Regione in quota Lega, ma poi è passato il nome dell'esponente di primo piano di Forza Italia, Jole Santelli, con l'accordo con Salvini di far radicare fortemente la Lega con nomine su nomine. E la Governatrice Jole Santelli, rispettando il patto preso qualche mese prima delle elezioni in gran segreto, ha mantenuto l'impegno preso e non muove foglia senza il consenso di Matteo Salvini che oggi è il "vero" padrone della Calabria. Sono lontanissimi i tempi di quando, aderendo alla Lega in Calabria, si subivano offese ed umiliazioni da parte di tutti, anche di coloro i quali oggi, per il potere, è diventato leghista. Questo è l'animo umano, con il potere tutto cambia e anche il più acceso meridionalista può divenire di colpo, un fans sfegatato del "Capitano". L'importante è conquistare le "poltrone". E tante altre ancora saranno le nomine leghiste affidate sempre a calabresi che vivono fuori dalla Calabria, amici di Matteo o a bergamaschi o nordici disponibili a venire in Calabria a "comandare" in nome del "Capitano".