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La maxioperazione contro la 'ndrangheta diretta dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri, cerca di delineare, nella sua immensa documentazione raccolta in ben 4 anni di serrate indagini dal 2017 al 2021, la storia dell'ultimo ventennio della "mala" bruzia.

Da tempo era nell'aria e si vociferava di una maxi inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro guidata dal Procuratore capo, dott. Nicola Gratteri su Cosenza che in tanti ancora si ostinano a considerare una città  non contaminata da una forte e radicata presenza mafiosa e, soprattutto, permeata da un "Sistema" fondato sulla corruzione, sul controllo dell'economia, sul riciclaggio e sul controllo del sempre fiorente mercato della droga.

Verso le prime luci dell'alba la sveglia dei cosentini è stato il volteggiare degli elicotteri dei Carabinieri che sorvolavano l'area urbana quale supporto della maxiretata caratterizzata da numeri importanti.

Ben 202 ordini di arresto dei quali 139 in carcere e 51 ai domiciliari, 11 sottoposti ad obbligo di dimora, un divieto di libera professione oltre a 52 indagati a piede libero.

Inchiesta che per numero totale di indagati, ben 254, per i quali deve essere sottolineata la loro innocenza fino alla conclusione del procedimento giudiziario, può essere paragonata ad una "Rinascita Scott" della città dei Bruzi.

A gestire la maxi operazione i carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, delle Squadre Mobili delle Questure di Cosenza e Catanzaro, del Servizio centrale Operativo di Roma, dei finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, del Nucleo di Polizia Valutaria di Reggio Calabria, con il GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma.

Numerosi i capi d'accusa fra i quali, ovviamente e solo per alcuni, l'associazione di tipo 'ndranghetistico. Inoltre vi si ritrova nel corposo elenco l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo – e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

Corposo anche l'elenco dei beni sequestrati a numerosi indagati per un totale di 72 milioni di euro. Il sequestro dei beni è stato eseguito dai Finanzieri GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma,. Sequestro che sarà sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari. 

 
L'indagine molto complessa ed articolata riguarda il periodo che intercorre dal 2017 a novembre 2021 con numerose intercettazioni ambientali, pedinamenti, video e, soprattutto, corpose e voluminose dichiarazioni di numerosi pentiti di 'ndrangheta.
 
E' bene rammentare che Cosenza detiene un particolare record, quello del maggior numero di pentiti, oltre 130, sin dal 1994, quando iniziarono a pentirsi i protagonisti della guerra di mafia degli anni '80 che insanguinò le strade cosentine con il pentimento, nel 1995, del capo indiscusso della criminalità cosentina sin dal 1977 sino al 1995, di Franco Pino. Fra l'altro anche in questa operazione vi sono dichiarazioni del pentito conosciuto da tutti in città come "il boss dagli occhi di ghiaccio".
 
Oltre a quelle di Franco Pino nell'ambito delle indagini ci si è avvalsi anche delle dichiarazioni di ben 28 collaboratori di giustizia, fra i quali Daniele Lamanna, Adolfo Foggetti, Franco Pino, Anna Palmieri, Celestino Abbruzzese, Giuseppe Zaffonte, Mattia Pulicanò
 
L'inchiesta ricostruisce, a giudizio degli inquirenti, gli assetti attuali delle consorterie mafiose definendo una "confederazione" che unisce i principali protagonisti nel nome degli affari. Della confederazione con il ruolo di boss farebbero parte per la Dda di Catanzaro esponenti storici come Ettore Lanzino e Francesco Patitucci collegati con il clan degli zingari, che controllerebbero il mercato delle droghe. 
 
Nell'ambito dell'inchiesta e con destinatario della misura degli arresti domiciliari il noto avvocato penalista e Sindaco di Rende, Marcello Manna, per una presunta corruzione politica - elettorale che interesserebbe le elezioni comunali del 2019. Agli arresti domiciliari anche l'assessore di Cosenza, Francesco De Cicco, e l'assessore comunale di Rende, Pino Munno.
 
Fra gli indagati anche un avvocato ed un consulente finanziario.
 
Si delinea, quindi, un quadro complessivo che dimostra ancora una volta che Cosenza ed il suo lato oscuro, quella "Città Oscura" descritta negli anni passati ma da tanti contestata, esiste ancora ed è predominante soprattutto nel versante dell'economia.
 
Economia cittadina sempre più condizionata da quella "mafia imprenditrice" che rappresenta il cuore stesso dell'organizzazione criminale e che gode troppo spesso di coperture di tanti colletti bianchi insospettabili ed impuniti che formando il famoso "terzo livello" non sono stati, finora, mai scalfiti da alcuna indagine. Finora.
 
Un terzo livello che coinvolge anche il mondo della politica, dell'imprenditoria, delle professioni e quella parte deviata dello Stato che garantisce coperture e impunità.
 
 Redazione

Non si è lasciata fermare dalle previsioni metereologiche avverse la prima edizione della cena spettacolo “DONARE è VITA” della Summer Fashion di Tropea, fortemente voluta da Deborah Valente, imprenditrice tropeana a capo della Valentour Incoming Calabria, punto di riferimento per molti tour operator stranieri interessati alla nostra  regione.

Nella sala consiliare del Comune di Bianchi, ridente paesino del Savuto, si è celebrata la 14° edizione del Premio "Costruttori di Legalità" promosso dall'associazione "Savutolibero" con il suo Presidente Eugenio Canino.
 
A collaborare nella promozione dell'evento anche la Pro Loco di Bianchi.
 
Patrocinanti il Consiglio Regionale della Calabria e il Comune di Bianchi. I lavori sono stati aperti dal saluto del promoter Eugenio Canino che ha sottolineato con orgoglio come oramai il Premio "Costruttori di Legalità" sia un appuntamento atteso e consolidato per tutti coloro i quali sono impegnati quotidianamente sul fronte della legalità e della lotta alle mafie.
 
Hanno recato i saluti anche Francesco Perri, consigliere comunale di Bianchi e Pasquale Taverna, primo cittadino del comune del Savuto.
 
A coordinare i lavori il giornalista Gianfranco Bonofiglio.
 
Ad intervenire la dottoressa Maria Luisa Alessi, dirigente aggiunta della Polizia Penitenziaria che ha rimarcato il ruolo importante e non secondario degli agenti di custodia e della polizia penitenziaria nel contrasto all'illegalità e nel recupero del detenuto.
 
Articolato e denso di proposte l'intervento del senatore Giuseppe Lumia, parlamentare per ben sei legislature e già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. "E' necessario impostare una nuova progettualità antimafia - ha affermato Giuseppe Lumia - che coinvolga gli attori sociali della società, che sia meno influenzata dell'io e che riporti il tema della lotta alle mafie e alla corruzione nell'agenda politica nazionale per come merita".
 
L'On. Giuseppe Lumia consegna il Premio alla dottoressa Teresa Reggio, magistrato G.I.P. presso il Tribunale di Potenza
 
In seguito molto apprezzato dal numeroso pubblico presente l'intervento della professoressa Francesca Rubettino Cerra in memoria del luogotenente di Guardia di Finanza, Antonio Cerra, scomparso nel mese di maggio.
 
Al tavolo dei relatori anche l'On. Simona Loizzo, capogruppo della Lega in consiglio regionale, che ha ribadito come "il disagio sociale crescente sia anche il serbatoio delle devianze e la platea dalla quale la criminalità trae la propria manovalanza. Combattere il disagio sociale significa anche combattere per la legalità".
 
Il consigliere comunale di Bianchi, Francesco Perri, consegna il Premio all'On. Simona Loizzo
 
 
Il generale Mario Guido Geremia, Generale di Brigata della Guardia di Finanza, ha recato il saluto ed ha sottolineato come la sua presenza sia una testimonianza di vicinanza di tutta la Guardia di Finanza alla famiglia tutta del luogotenete Antonio Cerra, presente all'evento.
 
Per la dottoressa Teresa Reggio, magistrato G.I.P. presso il Tribunale di Potenza la "legalità è principalmente uno stile di vita ed una scelta culturale".
 
Il Generale della Guardia di Finanza, Mario Guido Geremia, con il Promoter del premio, Eugenio Canino, consegnano il Premio alla prof.ssa Francesca Rubbettino Cerra
 
A chiudere i lavori il dott. Giuseppe Antoci, Presidente onorario della prestigiosissima Fondazione "Antonino Caponnetto".
 
Il dott. Giuseppe Antoci ha raccontato la sua esperienza contro le mafie, gli attentati subiti, la vicinanza della sua famiglia e le coraggiose scelte compiute in nome della legalità, "per costruire con il proprio esempio personale quel mattoncino di un muro che tutti dobbiamo contribuire a costruire per sconfiggere l'illegalità e le forze criminali".
 
Si è poi passati alla consegna del Premio.
 
A consegnare il Premio "Costruttori di Legalità" all'On. Simona Loizzo, il presidente dell'associazione "Giorgio La Pira", Antonio Belmonte
 
Alla dottoressa Maria Luisa Alessi, Dirigente agg. Polizia Penitenziaria, il premio è stato consegnato da Eugenio Canino, promoter dell'evento.
 
Alla dottoressa Teresa Reggio, magistrato G.I:P. presso il Tribunale di Potenza a consegnare il Premio il Sen. Giuseppe Lumia, già presidente della Commissione Parlamentare Antimafia ed insignito del Premio nella tredicesima edizione tenuta nel 2021.
 
Alla Professoressa Francesca Rubbettino Cerra il Premio è stato consegnato in memoria del marito, il luogotenente Antonio Cerra, dal Generale Mario Guido Geremia. Generale di Brigata per la Calabria.
 
Infine il primo cittadino di Bianchi, Pasquale Taverna, ha consegnato il Premio "Costruttori di Legalità" al dott. Giuseppe Antoci, Presidente Onorario della Fondazione "Antonino Caponnetto".
 
A conclusione dei lavori il promoter Eugenio Canino, ringraziando tutti i presenti, ha dato loro appuntamento per il prossimo anno in occasione della 15° Edizione.
 
Gianfranco Bonofiglio

Editoriale del Direttore