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 Nonostante la drammatica situazione sanitaria calabrese sia stata per oltre un mese all'attenzione pubblica nazionalòe e nonostante il periodo upo  buio che attraversa la nostra terra si continua ad operare con i soliti metodi di sempre. E sulla recente delibera approvata dalla Commissaria dell'Asp di Cosenza, Cinzia Bettelini, nella quale si autorizza l'assunzione di 40 lavoratori tramite il Centro per l'Impiego interviene con decisione e con chiarezza Giuseppe Mazzuca, componente dell'assemblea nazionale del Pd.

Nella vita le combinazioni fortuite hanno sempre avuto un peso determinante, ma in politica ancora di più. Infatti nel caso in cui il deputato di Forza Italia, Roberto Occhiuto, vicecapogruppo di Forza Italia, vice coordinatore regionale e fratello del Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, dovesse essere chiamato da Silvio Berlusconi a candidarsi alla Presidenza della Regione per la coalizione del centrodestra essendo assodato che il candidato spetti a Forza Italia per come è stato nella scelta della compianta Governatrice Jole Santelli  e nel caso in cui dovesse essere eletto, lo stesso Occhiuto dovrà lasciare il suo seggio di parlamentare.

Che il Presidente ff, Nino Spirl', sia un Presidente anche se facenti funzioni, fuori dal comune è fuor da ogni dubbio come fuori da ogni dubbio è il fatto che la sua guida del carrozzone regionale sarà ricordata dai più per molto tempo. Infatti memorabili sono le sua estemporanee polemiche che almeno, e questa è una novità, non sono infarcite del solito politichese. Come nel caso dell'ultima polemica verso il Governo che nel recente Consiglio dei Ministri non ha inserito all'ordine del giorno il possibile rinvio della data delle elezioni regionali in Calabria, cioè il 14 febbraio. Ma quello che evidentemente sfugge a Nino Spirlì è il fatto che la data del 14 febbraio è stata scelta dallo stesso Spirlì e dalla sua maggioranza che, fra l'altro ed in primis il suo partito, la Lega, non vede l'ora che i calabresi vadano a votare. Ovviamente il centrodestra sfrutta in tal modo le divisioni della sinistra e l'impossibilità per molti aspiranti candidati "civici" di poter raccogliere le firme necessarie per potersi candidare e per presentare le liste collegate. "Per l’ennesima, vergognosa volta, il Governo 5s-Pd-Leu-Iv decide di non decidere sulla pelle dei calabresi. Dopo la ridicola mazurca di inutilizzabili commissari ad acta; dopo le mancate dimissioni da parte del presidente grillino della commissione Antimafia, che offende gli eroici caduti; dopo la finta disponibilità nei confronti di questa regione, che sta dimostrando di riuscire non solo a sopravvivere, ma a guadagnarsi le prime posizioni in Italia, in Europa e nel mondo per capacità organizzativa; nonostante la Calabria sia orfana di Stato; il Governo  smentisce se stesso e cancella il parere del Cts nazionale, confermando come buona la forbice temporale decisa a novembre per le prossime elezioni regionali calabresi". "Chi decide di non decidere, codardamente decide: il 14 di febbraio è, dunque, una data che, anche per il Governo nazionale, non farà correre pericoli a chi dovrà esercitare il proprio diritto di voto. Dopo aver costantemente bussato alla porta del presidente della Regione Calabria, con presunto spirito collaborativo, e dopo aver caricato a pallettoni la stampa di regime, che attaccava me e la maggioranza di governo in Calabria, additandoci come sterminatori di calabresi,  ministri targati Pd, M5s, Leu e Iv hanno deciso che in Calabria l’aria è buona, il virus è morto e a San Valentino si apriranno scatole di cioccolatini e urne elettorali. Adesso, si dovranno giustificare agli occhi dei propri elettori e sostenitori, dato che la maggioranza alla quale appartengo sapeva già con chi aveva a che fare. Si sono stanati e cacciati da soli. Da oggi in poi, non consentiremo a nessuno di dare lezioni di politica e buon senso". Il Presidente ff Spirlì ha quindi dimenticato che la data del 14 febbraio è stata decisa da lui stesso e che il gruppo regionale della Lega, il partito che ha nominato Spirlì a suo tempo vicepresidente, freme per andare alle elezioni il più presto possibile evidentemente, ben consapevole che più tempo passa e più la Lega cala il suo gradimento in Calabria. Gradimento già almeno dimezzato rispetto al 12,4% che ottenne il passato 26 gennaio, quando il vento della lega siprava forte anche in Calabria. Vento oramai sopito e inesistente.

Redazione

Negli ultimi giorni nel centrosinistra in febbrile attesa di un sempre più probabile rinvio della data delle elezioni regionali che dovrebbero slittare dal 14 febbraio al 28 marzo (Covid permettendo) ha suscitato ampio clamore la probabile candidatura a Governatore in Calabria del Sindaco di Napoli ed ex magistrato, Luigi De Magistris, supportato dal suo movimento "DemA" e da altre forze ed associazioni di sinistra.

La sempre più probabile candidatura a Governatore della Calabria del sindaco di Napoli e già magistrato, Luigi De Magistris, sembra essere sempre più probabile e certamente una candidatura di tale levatura che può assumere anche valenza nazionale non può che creare grande scompiglio all'interno di un centrosinistra calabrese che fatica a ritrovare una propria identità e che è sempre più dilaniato da guerre intestine e da commissariamenti non graditi. Un partito, il Pd, che in Calabria non trova pace e che vive in un pantano dal quale non riesce ad uscire. Inoltre la candidatura di Luigi De Magistris potrebbe anche indebolire quel fronte civico che non riesce a creare alcuna condizione di unità fra il civismo, il centrosinistra ed il Movimento 5 Stelle. E' ovvio ed elementare che qualora non si riuscisse a concretizzare una forte unità di tali forze il tutto si tradurrebbe a rendere facile ed ovvia la vittoria del centrodestra che, a differenza dei competitor, è unito su un solo candidato con almeno otto - nove liste collegate. E la divisione del centrosinistra con la gestione del potere del centrodestra consentirebbe quelle condizioni ottimali per il centrodestra stesso di fare di tutto per andare a votare il prossimo 14 febbraio con alte probabilità di vittoria. E nella candidatura di Luigi De Magistris si legge l'identikit tracciato nel documento reso noto nelle scorse settimane a firma del Movimento "DemA", fondato da Luigi De Magistris, del Movimento "La Strada" e del Movimento "Rinascita per Cinquefrondi". Nel documento si legge: " L’indignazione non è più sufficiente: può e deve trasformarsi in occasione di riscatto per la nostra terra, come dimostrano tante esperienze in tutta la Calabria. Citiamo, fra tutte, Rinascita per Cinquefrondi e La Strada, parti integranti di demA-Calabria. Per questo pretendiamo che chi si candida a Presidente restituisca dignità alle istituzioni, che coinvolga la cittadinanza e dia il giusto valore alla miriade di energie sane e positive che sono rimaste fino ad ora inascoltate. Pretendiamo che vigili sulle risorse del recovery fund ed eviti l’ennesimo scippo di soldi pubblici alla Calabria come è stato col federalismo fiscale e come rischia di essere se sarà attuata l’autonomia differenziata. Chi si candida alla Presidenza della Regione deve essere una persona integra, la cui esperienza di vita sia non solo estranea, ma rifiuti e contrasti nel modo più netto e totale ogni forma di collusione e compromesso con la massondrangheta e con le logiche clientelari. Una persona che coniughi intransigenza e progressismo, perché dove la disuguaglianza è forte, la mafia attecchisce con più facilità. Non bastano gli arresti e i tribunali, occorre costruire lavoro, equità e giustizia sociale. O così, oppure non si cambia. Ora è il momento del coraggio. Noi meritiamo questo riscatto. Lo meritano i cittadini e le cittadine calabresi, lo merita questa nostra terra. Siamo disponibili a parlare, confrontarci, incontrarci con chi, come noi, ha deciso di dire basta ad un sistema che mortifica ogni sforzo di cambiamento". Non è difficile leggere nel documento l'invito e la speranza della candidatura dello stesso fondatore del Movimento Dema, l'ex magistrato e sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, da sempre legato alla Calabria nella quale è vissuto per anni e che in un certo periodo storico ha anche rappresentato una speranza di cambiamento. Cambiamento e speranze poi demolite e massacrate dal quei poteri forti che da sempre impediscono qualsiasi cambiamento e che fanno della Calabria un caso unico nel panorama nazionale. La sola Regione d'Italia dove, a differenza della Sicilia e della Campania, non è mai spirato alcun vento di cambiamento.L'unica terra d'Italia dove non è cambiato mai nulla. L'unica terra d'Italia totalmente governata da quel binomio terribile che è la 'ndrangheta, l'organizzazione criminale più potente al mondo, e la corruzione. Due fattori che accomunati al silenzio dei calabresi rendono difficile finanche la speranza.

Redazione

 
Come al solito nei palazzi romani l'ultima preoccupazione dei Big della politica è la Calabria. Infatti nell'ambito della discussione fra i tre unici decisori del destino del centrodestra, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi a determinare i confronti sono le scelte dei candidati a sindaco per le prossime amministrative  di primavera che riguardano città come Roma, Milano, Bologna e Napoli.

Editoriale del Direttore