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Che in Calabria vi siano due visioni economiche è oramai fatto consolidato da decenni.


Da un lato i dati cosiddetti "Ufficiali" tratti dalle dichiarazioni dei redditi per le quali la Calabria è stabilmente all'ultimo posto in Italia e fra gli ultimi in Europa.

Addirittura per i dati "ufficiali" quasi la metà della popolazione è a rischio povertà e indigenza.

Si giunge  al 48.6% se si osservano i dati contenuti nell'edizione 2024 del rapporto sulle condizioni di vita in Europa pubblicato da Eurostat.

( Nella foto di apertura una mensa per poveri ).

Esiste poi una diversa realtà, quella dei consumi, delle abitazioni, delle auto di grossa cilindrata, dei beni di lusso.

Ed in tal caso si dipinge una realtà ben diversa.

La Calabria ha più abitazioni che abitanti. Solo in provincia di Cosenza fra seconde case al mare e terze case in Sila si conteggiano circa 800.000 unità abitative su circa 600.000 abitanti "reali".

Il parco auto è semplicemente strabiliante. A Cosenza, solo per fare un esempio, circolano tantissime auto da circa 100.000 euro di costo, Audi Q8, Suv di tutti i tipi, Maserati, Lamborghini, Ferrari e tanto altro.

Un parco auto che non lo si ritrova nemmeno ai Parioli a Roma o a San Babila a Milano.

Forse lo si può ritrovare al Principato di Monaco.

E tanti sono da sempre i nullatenenti e nullafacenti che camminano con Suv sfavillanti, ostentano Rolex daytona da 30.000 euro e un tenore di vita da industriali del nord.

Lo stesso ex Procuratore capo della Procura della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo, oggi in pensione, soleva sostenere che "Cosenza è la città degli arricchimenti illeciti".

Un tenore di vita molto alto che supera di almeno una decina di volte i redditi "ufficiali".

Da che cosa deriva tale fenomeno?

Dalla  radicata presenza da decenni di una strutturata evasione fiscale, dalle migliaia e migliaia di bancarotte fraudolente mai punite, da fallimenti pilotati, da drenaggi di soldi pubblici con appalti farlocchi e infiniti, dalle frodi alla Comunità Europea, dalle truffe di tutti i tipi, dal giro vorticoso di corruzione e mazzette, dal giro di droga, dal fenomeno del gioco illegale e da tantissime e svariate attività illegali.

Da quel mondo di intrallazzi, di evasione fiscale di massa e imbrogli vari che forma quella "economia illegale" e quella "mafia imprenditrice" che in Calabria ha sempre spadroneggiato.

Altro che povertà.

Del resto se realmente la metà della popolazione fosse in procinto della povertà non voterebbero più i tanti imbroglioni politici che hanno, invece, sempre garantito quel modello di illegalità diffusa e truffaldina dove gran parte della popolazione corrotta e complice si è sempre foraggiata anche attraverso quel voto di scambio che ha consentito a tanti politici collusi di detenere il potere per decenni e, addirittura, di tramandarlo, come ai tempi delle monarchie, da padre in figlio.

Pacchetti di voti frutto di voto di scambio e di reati quotidiani passabili anche da padre in figlio.

In un contesto di corruzione generale, istituzionalizzata e da sempre impunita.

Un "Sistema" illegale diffuso e generale che non ha mai consentito la nascita e la crescita di una vera cultura della legalità.

Un termine oramai desueto e odiato che non è più di moda e che risulta indigesto a tanti, anzi, a tantissimi.

Redazione

 


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