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Tutta la politica calabrese pronta ad esprimere solidarietà al giornalista della Gazzetta del Sud, Luigi Cristaldi, per l'intimidazione subita nella sua Cassano.
 
Tutti pronti ad esprimere solidarietà al Sindaco di Cetraro per tutti gli avvenimenti gravi che hanno sconvolto la cittadina tirrenica.
 
Tutti contro le mafie. Tutti solidali.
 
Ma allora se tutti sono lottatori delle mafie come è possibile che la 'ndrangheta continua spavalda oramai da decenni e decenni  a spadroneggiare come vuole.
 
Basta con le ipocrisie delle false solidarietà. Basta con le solite false parole.
 
Tanti politici che gestiscono falsi concorsi nelle pubbliche amministrazioni, tanti politici che gestiscono gli appalti per i loro prestanomi e compari, tanti politici coinvolti in mille inchieste e poi sempre assolti o fruitore di sentenze di prescrizione, tanti politici chiacchierati che hanno costruito immense fortune economiche e tanti politici che sul clientelismo e sul voto di scambio hanno costruito le loro fortune elettorali sono complici e diffusori di una feroce e devastante cultura dell'illegalità.
 
Un politico non è detto che in Calabria sia necessariamente collegato con la criminalità anche se per alcuni è così.
 
Il dramma è che i politici, anche quelli non collusi con la criminalità, sono nella stragrande maggioranza, portatori di quella ferrea cultura dell'illegalità che si esprime con il manipolare i concorsi, nell'addomesticare gli appalti, nel fare favori agli amici.
 
Quella attività politica che si snoda attraverso la gestione personale del potere, verso il controllo del voto di scambio, attraverso le nomine negli enti del più imbecille ma il più lecchino del politico stesso, che si esplica attraverso il controllo burocratico del territorio e del potere, quello vero, quello che dilapida i fondi della comunità europa da destinare agli amici e agli amici degli amici.
 
Tutto quel modello politico - sociale. economico - clientelare nel quale la mafiosità e la criminalità cresce e si addentra nel tessuto sociale collettivo.
 
E questi stessi personaggi che inseriscono i loro figli nei più importanti Cda, che fanno della politica l'attività di famiglia da trasferire a figli, fratelli, mogli e così via sono sempre quelli poi pronti ad esprime re false solidarietà.

Pronti a sostenere che è necessario far crescere la cultura della legalità e pronti poi ad agire e comportarsi nei fatti in modo completamente opposto.

In tale grande ipocrisia, in questo quadro grigio dove il bianco e il nero sfuma e dove è sempre più difficile stabilire chi davvero si pone contro la criminalità e chi, invece, parla in un modo e poi nelle campagne elettorali va a pietire voti ai portoni delle case dei boss, rispettati, riveriti e idolatrati non solo dai politici ma anche dalla stragrande maggioranza dei calabresi che ne hanno contribuito a far crescere il mito di invincibilità e impunità.

In un contesto talmente inquinato, in un contesto nel quale centinaia di pentiti sono credibili quando accusano i loro pari ma diventano magicamente non attendibili quando raccontano dei loro accordi con i politici che hanno fatto votare ed eleggere e in contesto dove la magistratura non ha mai sfiorato il terzo livello che è il vero forziere della criminalità sarebbe ora che tutte queste stantie e false solidarietà di facciata venissero abolite.

 
Redazione

Editoriale del Direttore