Header Blog Banner (2)

L'adunata leghista di Pontida, giunta alla sua 36° Edizione annuale, ha destato, come era ovvio, molte perplessità e un vasto confronto politico.


Ad intervenire l'On. Mario Tassone che con le sue ben nove legislature vanta una grandissima esperienza politica. Volentieri pubblichiamo integralmente il suo scritto:

"Pontida evoca le prime adunate della Lega di Bossi, che allora si chiamava Lega Nord per l'Indipendenza della Padania;

Bossi era il “senatur ” che assieme agli eletti in Parlamento evocava la secessione con un argomentare anti italiano,offensivo nei confronti dei meridionali considerati parassiti, responsabili delle difficoltà economiche.

Per i bossiani un Paese di ladri,approfittatori, con una classe dirigente affarista asserragliata nella “Roma ladrona” e un Mezzogiorno di nullafacenti che viveva alle spalle di un Nord operoso. 

Umberto Bossi e l'attuale Ministro Calderoli in una Pontida degli anni scorsi dove Calderoli in modo eloquente si rivolgeva ai meridionali

Gli slogans carichi di odio al limite della istigazione erano somministrati quotidianamente.

La Bandiera Italiana, fatta segno di offese colorite e anche l’ipotesi di un lotta armata, fu il corredo di un movimento eversivo contro l’Unità.

Era la facciata di una aggregazione politica che faceva leva, sugli slogans, sulle frasi ad affetto .

Il “Senatur” sapeva vivere, capace di tener distinti gli slogans dei comizi dalle scelte politiche per stare nelle plance dì comando ubicate nei palazzi della “Roma ladrona”.

Ora con Salvini i fasti di Pontida e dei suoi riti suggestivi sono un ricordo. 

Le scelte di Salvini di fare della Lega un partito nazionale depurato dai riferimenti al Nord, hanno avuto una fase di gloria breve. 

Venendo meno le motivazioni originarie sostituite da approssimazioni e superficialità le marce si sono rivelate effimere e truffaldine rispetto a una parte del Sud, che senza pudore si è aggregato. 

Il ritorno a Pontida è il  ritorno a Bossi accantonato, ma oggi recuperato. 

L’autonomia differenziata è il raggiungimento del progetto secessionista come confermato con enfasi da Salvini e Calderoli a Pontida.

I fischi a Tajani sono eloquenti.

Si è ribadito anche ieri a Pontida che lo “ius scholae” rilanciato dal segretario di Forza Italia è una boutade e …..Tajani non rilancia. 

La legge che spacchetta l’Italia e’stata approvata mentre la Meloni intende recuperare l’unità con il premierato finendo di massacrare il Parlamento e creando una Zes unica. 

Qui siamo a degli ossimori inquietanti non solo linguistici ma… delle idee. 

A Pontida ospite d’onore Orban che non è europeista, è un putiniano convinto assieme a Salvini. 

Tajani il moderato, anche lui come Salvini vicepresidente del Consiglio nonché ministro degli Esteri, si prende i fischi, le ingiurie e tace. 

Strano Paese il nostro che crocifigge solo Sangiuliano….

La situazione è inquietante.

La faccia spavalda e decisa della Meloni non incanta più mentre il moderatismo di Tajani è una finzione che non segue i figli di Berlusconi nel perseguire l'esperienza berlusconiana.

Con Pontida c’è stata una conferma: il governo non c’è.

Tanti personaggi che incedono sussiegosi ricordano una famosa fiaba quando un bimbo grido’…il re è nudo. 

Speriamo che ci siano tanti coraggiosi come il bimbo della fiaba per la sfida all’Unità e all'identità civile del Paese". 

Mario Tassone


Editoriale del Direttore