La politica dall'alto, quella dei padri - padroni dei partiti che selezionano la classe dirigente e scelgono chi dovrà far parte dei 600 parlamentari ai quali è affidata il destino del Paese è clamorosamente fallita.
Anzi, ad onor del vero, non è stata mai una vera politica. Il poter determinare la sorte di tutto e di tutti ha trasformato i partiti ina una aggregazione capitanata da un solo individuo che detiene il potere in modo dittatoriale e senza possibilità di dialogo alcuno.
Il partito padronale nasce con la Seconda Repubblica sull'onda del "Berlusconismo" e con la nascita del partito - azienda "Forza Italia". Un partito sopravvissuto allo stesso fondatore guidato da Antonio Tajani scelto nel suo ruolo dal defunto Berlusconi.
Ma non è il solo. Basti pensare alla Lega di Matteo Salvini che eletto segretario nazionale nel 2013 ha annullato congressi e discussioni all'interno della Lega e da undici anni la gestisce concedendo spazio solo ai suoi sottoposti che hanno un solo pregio, quello della fedeltà assoluta al "Capitano".
Per non parlare di Fratelli d'talia, creatura politica di Giorgia Meloni, gestita sul piano organizzativo dalla sorella Arianna Meloni.
Giorgia Meloni e Matteo Salvini
E se si esprime qualsiasi dissenso si è subito espulsi, alla stregua dei regimi di partito della vecchia Unione Sovietica della Guerra Fredda.
In egual modo Italia Viva di Matteo Renzi o Azione di Carlo Calenda.
In tale contesto per far rinascere la politica è necessario reinserire le preferenze, abolire listini e elenchi vari e far ritornare in vita le vecchie sezioni di partito con un coinvolgimento reale dei territori e della "base".
Un ritorno al passato, con un ritorno ai dibattiti, ai congressi e anche perfino alle tante famigerate correnti di partito che comunque garantivano confronti interni e scontri dialettici sulle possibili soluzioni dei tanti problemi che attanagliano un Paese difficile contorto come l'Italia.
La seconda Repubblica, molto più corrotta della Prima Repubblica, ha fatto il suo tempo.
Ha fallito clamorosamente ed ha provocato grande rimpianto in chi ha conosciuto la Prima Repubblica.
Necessita una grande e sostanziale riforma elettorale che è il vero nocciolo del problema.
Necessita una grande azione di spinta dal basso e una sollecitazione della società civile, o, di quello che ancora è rimasto in vita della stessa cosiddetta "società civile".
Una necessità oramai inderogabile se vogliamo sperare in un futuro migliore.
Se vogliamo costruire per le nuove generazioni un seme di speranza.
Altrimenti tutto non potrà che inesorabilmente continuare a peggiorare.
Chiunque in questo quadro attuale politico, sia chiamato a governare.
Di qualsiasi colore politico e di qualsiasi cordata si voglia analizzare.
Redazione