Header Blog Banner (2)

Ho letto l’ultima intervista rilasciata da Sandro Principe al "Corriere della Calabria" a firma del giornalista Fabio Benincasa "Venti anni fa l'attentato a Sandro Principe - Il Padre Eterno mi ha aiutato, ma mi ha tolto un pezzo di cuore".

Bella, intensa, toccante. Solo un grande leader politico riesce a trasformare una intervista su alcuni temi di attualità in un manifesto politico.

 

Visione amministrativa associata a pragmatismo, analisi politica priva di ogni faziosità, spirito combattente da leone socialista ma soprattutto tanta umanità quando parla dei colpi al cuore che inevitabilmente hanno segnato la sua vita.

Se sia la premessa di una nuova discesa in campo è difficile dirlo, per tanti motivi. Ma dai contenuti la ritengo probabile.

Sollecitato dal giornalista, Principe parla della sua parte più intima, quella che negli anni ha cercato di tenere più nascosta e riservata e delle prove che ha dovuto affrontare.

Dalle sue parole traspare certamente una sofferenza per i suoi “colpi al cuore” ma anche e soprattutto l’umiltà di chi, grazie alla propria fede e nel momento della prova, si affida al Padreterno. 

 
Che Principe sia un uomo di fede lo si è potuto constatare in molte occasioni delle sue tante vite.
 
In quella amministrativa, in quanto come lui stesso spesso ribadisce, Rende è l’unico comune in Italia a realizzare chiese, tutte moderne ed al centro dei quartieri; in quella privata, quando riconosce di essere un miracolato dopo il tragico attentato di venti anni fa e non ultimo per il comportamento assunto in occasione dei funerali della sua cara figlia.
 
Fuori dalla S. Carlo Borromeo tutti erano rimasti colpiti da quel papà capace di mantenere la lucidità e parlare in quella circostanza del rapporto tra cultura greca e fede religiosa.

Dopo questa sua parentesi privata, Principe torna a ruggire e parla di città unica, di ospedale, della destra al Governo nazionale e regionale. Stupisce il tono vellutato usato nei confronti del Presidente Occhiuto.

Il ritmo dell’intervista cambia quando si parla nel merito dell’attuale degrado di Rende e dello sciagurato progetto di città unica, facendo percepire al lettore la passione che lo divora per la sua città di cui è figlio ma anche padre (n. b. ritengo che a suo tempo fece una scelta saggia nel rispondere positivamente all’appello che alcuni storici avversari politici gli fecero pubblicamente per guidare un fronte contro l’annessione di Rende).
 
Quando parla di scarsa qualità dei servizi, di mancata cura del verde, di occasioni perse con Agenda Urbana e il Pnrr, il leone socialista cerca di interpretare il sentimento di nostalgia che si respira in molti angoli della città.

L’intervista a Principe pone per i riformisti, quindi, alcuni nodi che devono essere sciolti a breve nonostante l’incertezza sul voto rendese: definire l’impianto programmatico, stabilire il perimetro all’interno del quale stringere alleanze e soprattutto il dilemma del candidato Sindaco.

Sul programma non mi dilungo molto, non perché questo non sia importante ma perché anche le pietre sanno che esiste una visione ereditata dalle precedenti amministrazioni (Manna escluso ovviamente) che ancora deve essere in parte completata.
 
Quindi il programma non può che basarsi sulla realizzazione di quanto è ancora incompiuto con gli opportuni aggiornamenti.

Passiamo alle alleanze. E’ inevitabile che si lavori a formare una coalizione riformista, progressista e civica con alcuni partner che in questi anni hanno dimostrato lealtà e con le quali si è collaborato bene.
 
Una coalizione formata da quelle forze che in passato hanno dimostrato di fare cose buone quando sono state insieme. Ed ovviamente dando spazio a quanti in città, anche scottati dall’ultima esperienza amministrativa, condividono l’impianto programmatico di questa coalizione, senza dare spazio a trasformisti dell’ultima ora.

Poi bisognerà verificare cosa rimarrà del comitato per il NO. E’ facile pensare che in quel comitato vi siano ambizioni elettorali e che sia difficile arrivare ad una sintesi.

Discorso a parte merita il PD e su cosa deciderà di fare: presenterà il simbolo e guarderà ai riformisti o prevarrà la costruzione di un campo alternativo? Sullo sfondo, intanto, si agitano ex sindaci che mostrano una cotta per i commissari prefettizi.

Arriviamo alla candidatura a Sindaco. Alla luce dell’intervista di cui sopra, credo che i riformisti siano obbligati a chiedere una disponibilità a Sandro Principe la cui candidatura ha oggettivamente alcuni punti di forza: la sua storia di cui parla nel libro “Tre colpi al cuore”, la capacità di avere consensi anche in altri schieramenti, la credibilità e la garanzia del buongoverno.
 
Punti di forza che compensano fisiologici punti di debolezza. Certo, le insidie sono dietro l’angolo. Principe amato ma anche temuto, soprattutto da chi in questi anni ha pensato di vivere in una città fuori da ogni regola e controllo. (vedi Psc)

Ci piace pensare che Principe stia valutando e stia studiando cosa sia meglio fare.
 
E’ ancora il tempo del silenzio per la recente tragedia che la sua famiglia e l’intera comunità rendese hanno vissuto.
 
E vogliamo credere (e anche sperare) che stia pensando ad una sua discesa in campo. I riformisti dovranno superare qualche timidezza e avere il coraggio di chiedergli la sua disponibilità, quando sarà il momento opportuno.
 
Se così fosse troverà tanti cittadini rendesi che gli vogliono bene perché rimane un grande leader popolare come lo sono stati tutti i grandi leader socialisti.

Ercole Consalvi

Editoriale del Direttore