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Nell'Aula consiliare del Comune di Spezzano della Sila, gremita ed attenta e con la presenza di numerosi giovani, è stato presentato il libro di Sandro Principe, "Tre colpi al cuore" edito da Luigi Pellegrini editore con la presenza dell'autore.

 
A vivacizzare il dibattito i giornalisti Francesco Kostner, Mario Campanella e Gianfranco Bonofiglio che hanno dialogato con l'autore.
 
I lavori sono stati aperti dal padrone di casa, il giovane e stimato sindaco di Spezzano della Sila, Salvatore Monaco, che si è detto "orgoglioso di ospitare nell'aula consiliare un personaggio politico quale è Sandro Principe che ha attraversato da protagonista diverse stagioni della politica calabrese e nazionale".
 
Il giovane Primo Cittadino di Spezzano della Sila, Salvatore Monaco, nel saluto alla presentazione del libro di Sandro Principe
 
Presenti anche numerosi consiglieri comunali ed esponenti della giunta del comune presilano, tutti di giovane età e segno di un concreto e fattivo rinnovamento. Ha recato i saluti anche il primo cittadino di Celico, Matteo Lettieri.
 
Molto seguito il video proiettato nell'aula sulle più significative opere e sui momenti di sviluppo salienti del territorio del comune rendese che hanno caratterizzato i periodi di sindacatura di Sandro Principe, eletto Sindaco di Rende nel 1980, appena trentenne. Momenti ed impegno ben descritti nel libro che racconta la vita politica con venature anche sulla vita privata che, inevitabilmente, si intreccia con quella pubblica.
 
A moderare il confronto il giornalista e scrittore Francesco Kostner mentre ai giornalisti Mario Campanella e Gianfranco Bonofiglio il compito di porre domande all'autore del libro per stimolare il confronto al fine di far conoscere all'attento uditorio il contenuto ed il significato del libro stesso.
 
Tanti gli argomenti discussi. Dal ricordo di un momento cruciale della vita del nostro Paese con gli anni di tangentopoli che hanno segnato la fine del vecchio e glorioso Psi. Nel "92-"93 Sandro Principe da parlamentare ha vissuto in prima persona quegli anni che segnarono la fine della Prima Repubblica e la nascita della Seconda.
 
"Anni terribili nei quali lo scontro fra il potere della magistratura e quello della politica raggiunse il culmine con uno spostamento verso lo strapotere giudiziario che ha distrutto quell'equilibrio fra poteri che è il pilastro della democrazia.
 
Ed ancora oggi - ha affermato Sandro Principe - tale conflitto non è stato risolto. Non si è avuta la forza da parte della politica di avviare quelle riforme necessarie per equilibrare i poteri".
 
Un momento del dibattito nella Sala consiliare del Comune di Spezzano della Sila
 
Inevitabilmente si è anche discusso delle inchieste giudiziarie che hanno penalizzato politicamente Sandro Principe in più occasioni ma che poi si sono rilevate infondate. Uno dei "colpi al cuore".
 
Si è discusso anche della crisi nella quale versa la sinistra italiana con un Pd che non riesce ad esprimere quella necessità di vera "visione riformista" che rimane la migliore formula politica per il Paese e che, purtroppo, ancora manca.
 
E sul concetto di "riformismo", termine spesso abusato, Sandro Principe ha affermato " di aver inteso il riformismo come un metodo che tende a coniugare e amalgamare l'esigenza sacrosanta di libertà e di giustizia sociale. 
 
I veri riformisti sono coloro i quali si impegnano quotidianamente per il godimento dei diritti civili e per il miglioramento delle condizioni economiche e sociali delle fasce più deboli della società. Il coniugare meriti e bisogni".
 
Sull'elezione della neosegretaria del Pd, Elly Schlein, l'ex sottosegretario socialista, ha sostenuto che è troppo presto per dare valutazioni con la speranza che possa emergere da un Pd che sembra essersi orientato troppo a sinistra una vena riformista.
 
E ha anche ricordato che il nonno della neosegretaria Pd fu un senatore socialista ( il Senatore Agostino Viviani, che venne eletto nel 1972), valente avvocato convintamente garantista e vicino anche alle battaglie per i diritti condotte in quegli anni dai radicali.
 
Anche alla domanda posta dal giornalista Mario Campanella su un possibile ritorno alla politica attiva da candidato a Sindaco di Rende, Sandro Principe,ha risposto di non essere intenzionato a compiere tale passo ma che se dovesse essere necessario e se vi sarà chi lo riterrà necessario non esiterà a dare il suo contributo come sempre ha fatto per la comunità rendese.
 
Sandro Principe alla domanda di quale fosse il suo giudizio sulla città unica ha risposto affermando di "non esserne contrario ma di essere, altresì, convinto, che una fusione a freddo sarebbe deleteria. E' necessaria una sperimentazione concreta sul campo dei servizi comuni e su una integrazione reale che deve essere costruita nel tempo".
 
In tal senso ha ricordato la collaborazione con Giacomo Mancini quando il sindaco di Cosenza e quello di Rende dialogavano pervenendo addirittura a redigere insieme i piani regolatori.
 
Per l'ubicazione dell'Ospedale è giusto che si consideri l'Unical per costruire un Policlinico Universitario come già esistono ed operano in tante altre città. La medicina e la ricerca devono camminare insieme.
 
Tanti gli aneddoti raccontati dal leader socialista, del suo rapporto con Bettino Craxi, degli anni vissuti con intensità nel Psi degli anni 80, di quando nel 1985 l'On. Cecchino Principe venne eletto Presidente della Regione e di come lo stesso si dimise da Presidente avendo Sandro raggiunto Montecitorio.
 
Allora due incarichi nella stessa famiglia sembrava inopportuno, mentre oggi è la normalità.
 
E certamente non si può paragonare il peso della politica calabrese con i tanti leader calabresi che nella Prima Repubblica a Roma avevano il loro peso, da Principe a Misasi, da Casalinuovo a Mancini, solo per citarne alcuni, con il vuoto assoluto dell'oggi, dove la questione meridionale è completamente abbandonata e dove la Calabria vive la stagione più cupa e più nefasta per il vuoto assoluto di leader nazionali e di personaggi politici che a Roma siano in grado di rappresentarne le giuste necessità.
 
Basti pensare al fatto che l'attuale Governo molto probabilmente per fine anno sancirà il passaggio effettivo all'autonomia differenziata con tutto ciò che ne conseguirà per il Mezzogiorno ed in particolar modo per la Calabria, la regione più debole sul piano economico e sociale dell'intero Paese.
 
Redazione
 
 
 
 

Editoriale del Direttore