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Si avvia alla conclusione la più brutta campagna elettorale della storia della Repubblica italiana. Un continuo dilagare di proposte mai corredate da serie motivazioni, una filiera di sparate e di promesse degne della campagna elettorale di Cetto La Qualunque contro il suo nemico De Santis nel bellissimo film "Qualunquamente" con Antonio Albanese. Si è sentito di tutto e di più. Mille euro al mese alle casalinghe, mille euro al mese le pensioni minime, il fatidico Ponte sullo stretto del quale si annuncia la costruzione da almeno un quarantina d'anni, le solite promesse sul lavoro che manca, il solito ritornello sui giovani che non devono più andare via dall'Italia, l'adeguamento dei salari e tanto, tanto altro ancora.
 
Fra le tante chiacchiere fatte sono state volutamente ignorate le tematiche della corruzione, della lotta alle mafie e la questione meridionalie che rappresentano argomenti che, evidentemente, non destano più alcuna attenzione.
 
Nessuno che ha ben illustrato come realizzare le promesse fatte. Una campagna elettorale di slogan fritti e rifritti che confermano come l'Italia sia oramai una nazione priva di leader e di statisti.
 
Chi ha avuto l'onore di conoscere i politici della Prima Repubblica non può che rimpiangerli dinanzi la pochezza, l'incultura e la palese incapacità manifestata da un ceto politico scelto non sul merito ma sulla capacità di leccare il fondoschiena al proprio leader di partito che con una legge elettorale antidemocratica e anticostituzionale decide i "nominati" che saranno eletti in Parlamento.
 
Non si è sentito un progetto serio per far uscire il Paese dalla palude e dal pantano nel quale si ritrova.
 
Una campagna elettorale con un risultato già scritto che è quello della vittoria del centrodestra che vincerà per la folle scelta del Pd di rompere con il Movimento 5 Stelle.
 
Una divisione che ha consegnato matematicamente la vittoria al centrodestra. Una scelta suicida del Pd che il partito di Letta pagherà duramente.
 
Tutto ciò mentre l'Italia vive il suo momento più drammatico con la sfortuna di avere la classe politica peggiore dal 1948 ad oggi.
 
Praticamente la tempesta perfetta per vivere una stagione cupa e dai risvolti imprevedibili. Fra pochi giorni, dopo l'esito delle urne, rimarranno i gravi problemi da risolvere da parte di una classe politica che finora non ha mai risolto nulla di nulla.
 
Mala tempora currunt.
 
Redazione

Editoriale del Direttore