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Negli ultimi giorni ben tre i casi di malati Covid deceduti nell'atrio del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Cosenza in attesa per ore ed ore di un posto letto che non c'è.

Un vero e proprio lazzaretto, un dolore terribile constatare la morte di persone che probabilmente se fossero state intubate nell'immediatezza e ricoverate in terapia intensiva avrebbero potuto avere salva la vita, E sulla oramai atavica ed irrisolta questione del Pronto Soccorso di Cosenza da sempre oggetto di annunci e annunci fasulli da parte di una classe politica inqualificabile e sicuramente la peggiore che la storia calabrese e nazionale possa ricordare interviene il Sindaco di Napoli e candidato a Governatore della Calabria, Luigi De Magistris. "La drammatica situazione dell'ospedale civile di Cosenza - afferma De Magistris - rappresenta la più generale situazione della Sanità in Calabria. I sacrifici e la buona volontà del personale medico e paramedico non sono più sufficienti a fronteggiare l’emergenza. Il sistema sanitario calabrese, da anni al collasso per evidenti e gravi responsabilità politiche e amministrative dei partiti e dei gruppi di potere che si sono succeduti nella gestione, non è in grado in queste ore di garantire, a volte, neanche le cure essenziali per i pazienti covid. La saturazione dei posti letto all'Annunziata di Cosenza, con le terapie intensive interamente occupate, rivela che neanche l’emergenza viene garantita agli ammalati che vi giungono in ambulanza e costretti a rimanervi diverse ore per poi essere trasferiti anche fuori provincia".  "La situazione, inoltre, sul fronte delle vaccinazioni - continua Luigi De Magistris - è tutt'altro che rassicurante. Mi giunge notizia che ammalati con patologie gravi e ultrasettantenni sono costretti da Cosenza a recarsi per la vaccinazione addirittura a Scicli in Provincia di Ragusa, affrontando un viaggio di almeno 7 ore. Eppure l’epidemia ha cominciato a mietere vittime da oltre un anno. A questo punto è lecito chiedersi che cosa abbiano fatto finora gli amministratori regionali e i commissari della sanità, per evitare il calvario a cui sono sottoposti i cittadini calabresi, in particolare quelli maggiormente bisognosi di cura e di attenzione". "Che cosa deve ancora succedere, affinché Spirlì, i commissari, il governo nazionale, le autorità preposte, intervengano - conclude De Magistris - per dire basta e fare in modo che la Calabria abbia una sanità civile. Che cosa si aspetta per allestire nuovi postazioni ordinarie e emergenziali (magari utilizzando anche strutture sanitarie esistenti abbandonate), e nel contempo adoperarsi per compensare le storiche lacune in termini di strutture, di personale e di apparecchiature sanitarie."

Redazione

Editoriale del Direttore