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Un superpoliziotto con un curriculum di lotta alla criminalità di alto spessore è stato chiamato nel ruolo di Commissario per la Sanità in Calabria.

Una nomina che conferma come il problema più grave della sanità calabrese sia l'endemica corruzione e l'illegalità diffusa che regna sovrana da decenni e che ha reso la sanità calabrese la gallina dalle uova d'oro per clan di 'ndrangheta, politici collusi, burocrati corrotti e prenditori prestanomi della criminalità che hanno investito nella sanità privata ingenti capitali di dubbia provenienza. Un micidiale intruglio che ha condotto la sanità ad essere gestita in toto da quel "Sistema"  oscuro ed occulto che è il vero padrone della terra di Calabria. Il Prefetto Guido Nicolò Longo è, quindi, il nuovo Commissario ad acta per la sanità. Fortemente voluto dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il nuovo Commissario, Guido Longo, 68 anni, è stato dirigente di Squadra mobile, Dia e Servizio centrale, nonché questore di Caserta, Reggio Calabria e Palermo. Nel suo prestigioso curriculum vanta importanti operazioni antimafia e, soprattutto, la cattura di numerosi latitanti del calibro di Orazio De Stefano, Pietro Labate, Sebastiano Strangio, Francesco Nirta, Leoluca Bagarella, Francesco Schiavone “Sandokan”, Angelo Nuvoletta, Michele Zagaria, e Antonio Iovine. Nell'annunciare la nomina il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo ha presentato come "Un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità". Ovviamente ora le attese saranno tantissime nella speranza che il nuovo Commissario possa agire concretamente per invertire la rotta ed iniziare a ridimensionare il potere criminale e di corruzione che identifica il terzo livello o i colletti bianchi che sono la vera forza della 'ndrangheta e che da decenni condizionano la crescita e lo sviluppo della nostra terra in ogni aspetto, e non solo quello della sanità.

Redazione

Editoriale del Direttore