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E' trascorso oramai un anno dall'inizio della Pandemia e all'Ospedale di Cosenza in dodici i pazienti affetti da Covid che hanno trascorso la notte nella tenda della protezione civile allocata presso l'ingresso del Pronto Soccorso in attesa di un posto letto.  Ma da tre giorni i reparti Covid dell'Azienda Ospedaliera sono saturi ed anche i presidi territoriali di Cetraro, Acri e Rossano sono arrivati al limite della capienza. La capienza di posti - letto all'Annunziata è di soli 35 posti tra pneumologia e malattie infettive, oltre a 14 posti a Rogliano. Oltre a 19 posti - letto per terapia intensiva. Altri 55 posti letto fra Rossano, Cetraro e Acri. Una ricettività complessiva, dopo un anno, totalmente insufficiente. Fortunatamente la struttura del Pugliese e del Mater Domini di Catanzaro ha accolto 15 degenti covid cosentini e, fra questi, due in terapia intensiva. L'Ospedale da campo è stato convertito in punto distribuzione vaccini. Un disastro assoluto che conferma ancora una volta che cosa sia la sanità in Calabria e a Cosenza. Eppure, lo ripetiamo, è trascorso un anno dall'inizio della Pandemia. Quanti proclami, quante trasmissioni locali, nazionali ed addirittura internazionali sulla sanità in Calabria. Quante discussioni, quanti dibattiti. Eppure nulla è cambiato. Tutto rimane come sempre. E tutto sulla pelle dei cittadini, sulla pelle dei calabresi che quando hanno necessità di cure sono costretti a subire le pene dell'inferno. Ma, nonostante tutto ciò, non si muove nulla anche sul piano della cosiddetta "società civile". Non si scorge alcun momento di civile e sacrosanta protesta. Tutto permane nella rassegnazione, nel fatalismo di un destino irremovibile, amaro e immodificabile. Neanche le nuove generazioni accennano ad un sussulto di cambiamento, ad un anelito di sana protesta. E nonostante tutto, la maggioranza dei calabresi, quando saranno chiamati alle urne, per eleggere il nuovo consiglio regionale, con molte probabilità, continuerà a votare con le solite preferenze date all'amico dell'amico, al compare e il fatidico "voto di scambio" prevarrà, come sempre è stato, e consentirà la rielezione con migliaia e migliaia di preferenze degli stessi personaggi che hanno distrutto e mercificato la sanità. Un "Sistema" irremovibile. Con una sola differenza che prima chi votava per voto di scambio poteva farlo magari non essendo a conoscenza del disastro compiuto dalla "Casta" politica. Oggi, invece, si è tutti consapevoli del baratro nel quale è piombata la terra di Calabria. Quindi, oggi, chi vota per la Casta, per il "Sistema" ne è consapevole ed è cosciente di essere in tal modo "complice" e fautore di quel "Sistema" che impedisce ai giovani di coltivare finanche la speranza. Ma questa è la maggioranza dei calabresi. Oramai complici del "Sistema".
Redazione
 
 

Editoriale del Direttore