"Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica e’ stato commentato positivamente da quasi tutti.
Le lodi si sono riversate copiose sul capo dello Stato.
Le condivisioni sono state senza riserve.
Come sempre prevale il “galateo”istituzionale che nasconde riserve e distinguo.
I messaggi e gli interventi del capo dello Stato sono stati sempre forti nelle argomentazioni e le adesioni ampie, escludendo coloro che non praticano l'ipocrisia e quelli che ,per scelta, sono comunque dissenzienti per vocazione.
Molti speravano che i punti trattati sarebbero stati ripresi e discussi.
Ma dopo i commenti della stampa di giorno 2 gennaio e’ calato il silenzio.
Il filo conduttore del ragionamento di Mattarella, come sempre, sono i diritti, la giustizia, il rispetto dell’Uomo, le libertà democratiche: un ossequio alla Costituzione.
Mattarella ha parlato di partecipazione.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
La partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini sono i tratti distintivi di una democrazia.
Quando ai cittadini viene sottratto il diritto -dovere di scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni rappresentative da assurde leggi elettorali e il Parlamento è ridotto ad una esangue espressione, privato dalle prerogative costituzionali,la democrazia e’ in crisi.
E ancora quando non ci sono più’ i partiti, fondamentali per la politica, sostituiti da clan e capi tribù’ interessati a difendere interessi parziali,quando i centri decisionali sono altrove in apparati del parastato sottratti ai controlli democratici,quando il mondo della cultura e’ per la maggior parte silente e ossequioso,quando sui cittadini si infierisce con tassazioni infami, occultate nelle bollette siamo in una condizione di precarietà morale.
Il 3 gennaio del 1925 Il duce del fascismo, dopo il delitto Matteotti, liquidava definitivamente il Parlamento sospendendo le libertà.
Non siamo a questo, ma il percorso strisciante, iniziato con la rivoluzione della metà degli anni ‘90, sta svuotando il Parlamento e ferendo i principi democratici.
Sarebbe bello che partendo da quel 3 gennaio 1925 si esaltasse il valore del Parlamento non dimezzato per garantire l'agibilità democratica.
Tutto questo non si garantisce con il progetto del premierato e con l’Autonomia differenziata.
Iniziamo ad eliminare i tanti costosi orpelli come le Autorità Indipendenti dalle leggi penali ed economiche, creiamo le condizioni affinché gli organi che vivono con i soldi dei contribuenti siano controllati.
Infine bisogna lottare per una legge elettorale per l'elezione dei parlamentari proporzionale con le preferenze.
La politica si può ricomporre e riappropriarsi degli spazi impunemente sottratti ad essa.
Il moderatismo significa questo.
Non è la giostra delle vanità ma l’incontrario.
Mario Tassone