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La crisi delle famiglie, della scuola che non è più l'ascensore sociale di un tempo e la crisi dei valori dell'educazione e del rispetto hanno trasformato l'Italia in un Paese di ignoranti e di violenti.
 
Innumerevoli gli atti di violenza che si succedono oramai quotidianamente con decine di omicidi e tentati omicidi per futili motivi.
 
Anche l'aumento indiscriminato dei femminicidi è figlio di violenza ed ignoranza che camminano sempre insieme fra loro.
 
Secondo l'OCSE ( Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che comprende 57 Stati di tre continenti) gli italiani hanno il primato fra tutti i Paesi industrializzati della più alta percentuale di "analfabeti funzionali" che sono coloro i quali leggono una frase o ascoltano una frase e non riescono a comprenderla.
 
Addirittura un terzo degli italiani a parere dell'OCSE non avrebbe più tale capacità.
 
Eppure gli italiani sono coloro i quali nei bar e nelle discussioni capiscono di tutto e di più.
 
Tutti credono di essere dei grandi e supremi allenatori di calcio, di essere dei grandi luminari nel campo medico, di essere dei valenti politologi, di essere capaci in tutto e per tutto.
 
Sempre pronti a criticare chiunque e a pontificare su tutti.
 
Del resto l'ignoranza si accompagna da sempre alla presunzione e all'arroganza.
 
E la bellezza di un dato così negativo consiste nel fatto che l'altissimo livello di analfabetismo funzionale è totalmente inclusivo e non settario.
 
Infatti vale per  politici, gli influencer, casalinghe disperate, studenti e tante altre categorie, oramai tutte appiattite verso il basso, anzi, verso l'abisso.
 
Un Paese in grande decadenza dove tutti sanno tutto, tutti parlano di tutto ma molti, moltissimi, non sanno nulla e poi nulla di quello di cui parlano.
 
Redazione

Editoriale del Direttore