Sono trascorsi ben 10 anni da quando Papa Francesco , salito sul soglio di Pietro, l'anno precedente, il 2013, in una Piana di Sibari stracolma di fedeli giunti da ogni dove, con grande coraggio scomunicò la mafia e i mafiosi con la famosa frase "La ‘ndrangheta è il male. I mafiosi sono scomunicati".
Ma, purtroppo, nonostante la scomunica del Papa, la 'ndrangheta è sempre più potente e sempre più ramificata nell'economia nazionale ed internazionale.
Lo confermano le relezioni semestrali della Dia ( Direzione Investigativa Antimafia), le relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia, le continua dichiarazioni di magistrati in prima linea come il Procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, per anni impegnato in Calabria nella lotta alle 'ndrine e lo confermano i numerosi collaboratori di giustizia e le tante inchieste condotte dalla Dda ( Direzione Distrettuale Antimafia) di Catanzaro e dalla Dda di Reggio Calabria.
Divenuta una grande holding mondiale gestisce interessi nei campi più svariati, dal petrolio alle terre rare, dall'edilizia alla ristorazione, dagli appalti pubblici agli investimenti sempre più massicci nella grandi borse internazionali,
Certamente le parole del Papa rimangono una speranza per i giovani ed un monito per il malaffare. Ma nulla di più.
Il Papa arrivò in Calabria per la grande emozione suscitata dalla barbara uccisione del piccolo Cocò Campolongo e fu accollto da migliaia e migliaia di fedeli.
Il Papa arrivò in Calabria per la grande emozione suscitata dalla barbara uccisione del piccolo Cocò Campolongo e fu accollto da migliaia e migliaia di fedeli.
La folla immensa di fedeli giunti nella Piana di Sibari per ascoltare Papa Francesco il 21 giugno 2014
«Quando all’adorazione del Signore si sostituisce l’adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all’interesse personale e alla sopraffazione; quando non si adora Dio, il Signore, si diventa adoratori - affermò con solennità il Papa - del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza. La vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato».
«Quando all’adorazione del Signore si sostituisce l’adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all’interesse personale e alla sopraffazione; quando non si adora Dio, il Signore, si diventa adoratori - affermò con solennità il Papa - del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza. La vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato».
"La 'ndrangheta è disprezzo del bene comune. non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!. La ’ndrangheta è adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato! Bisogna dirgli di no!"
Sono trascorsi ben dieci anni da allora e in Calabria non è sorta alcuna Primavera della Legalità.
Gran parte dei calabresi continuano a vivere nell'omertà e nell'accettazione passiva dello strapotere della 'ndrangheta che sempre più si avvale della dilagante corruzione politica e delle Istituzioni che sono la vera causa di sviluppo incessante del potere criminale che controlla sempre più il territorio, che gestisce i pacchetti di voto di scambio con i quali corrompe i politici e sempre più spesso li seleziona direttamente fra la pletora di collusi e di "insospettabili" che sono stati e sono tuttora la vera forza della 'ndrangheta.
Un momento della cerimonia con Papa Francesco nella Piana di Sibari
L'appello del Papa è caduto nel vuoto e mentre in altre regioni vi sono stati e vi sono segnali di comunità che vogliono ribellarsi al potere criminale in Calabria, tranne qualche voce isolata, spesso derisa e umiliata, la cultura dell'illegalità e l'idolatria nei confronti dei boss è sempre presente e inscalfibile.
Nonostante l'impegno di una parte della magistratura e nonostante il gran numero di pentiti la struttura di potere della 'ndrangheta è sempre più pervasiva e sempre più impernditoriale.
Una economia inquinata dove il confine fra economia sporca e foraggiata del riciclaggio ed economia pulita non è più visibile.
Grande lode al Papa per la sua scomunica e per il suo coraggio ma le parole del Papa, a dieci anni di distanza, nei fatti sono state parole al vento.
Questa è la Calabria.
Redazione