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Cosenza un tempo ed a giusta ragione era conosciuta come l'Atene della Calabria. Tanti gli uomini di cultura e tante le famiglie blasonate ed importanti che ne hanno fatto la storia.



Ma vi è una straordinaria peculiarità alla quale spesso non viene dato il giusto peso, storico e culturale.

A Roma, Caput Mundi e Città Eterna, in due luoghi meravigliosi del centro storico dell'urbe, sono allocati due prestigiosissimi Musei che sono opera delle donazioni di due importanti famiglie che hanno contribuito a scrivere la storia di "Cosenza la dotta", la famiglia Bilotti e la famiglia Barracco.

Il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, Viale Fiorello La Guardia 6, nel cuore di Villa Borghese ed il Museo di Scultura Antica di Giovanni Barracco, allocato nel

Palazzo della Farnesina ai Baullari a Corso Vittorio Emanuele II 166/a, a pochi passi dalla centralissima e rinomata piazza di "Campo dei Fiori".

Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese, Viale Fiorello La Guardia, 6

 


E i due musei sono anche gli unici a Roma a portare il nome di due mecenati privati, oltre ad essere gli unici Musei capitolini ad ingresso libero e gratuito.

Museo Giovanni Barracco, Palazzo della Farnesina ai Baullari, Corso Vittorio Emanuele II, Roma



Giovanni Barracco e Carlo Bilotti, due cosentini noti nel mondo, due grandi icone di cultura, di raffinato collezionismo, di vero mecenatismo e di immensa filantropia.

Non è facile sintetizzare la vita di due personaggi così eclettici che, seppur vivendo epoche diverse, tanto hanno fatto per la loro terra e per lasciare una traccia indelebile delle loro opere e delle loro gesta.

Entrambi due grandi personalità sulla scia di una pregevole tradizione di antiche famiglie baronali tra loro imparentate che hanno sviluppato una grande passione per l'arte e hanno avuto l'identica vocazione di voler condividere le loro eccezionali e importanti collezioni con la collettività promuovendo due dei più pregevoli musei della Capitale.

Giovanni Barracco, nasce  il 28 aprile 1829 a Isola Capo Rizzuto da famiglia baronale cosentina con il palazzo di famiglia a Piazza Toscano dietro la Cattedrale della Città dei Bruzi.

Giovanni Barracco ( Isola Capo Rizzuto (Kr) 1829 - Roma 1914 )

 

L'apice della fortuna dei Barracco, che legano la loro storia a quella del latifondo calabrese, si può datare nel 1868 quando, dai documenti dell'archivio di famiglia, risulta che la proprietà aveva raggiunto i 30.000 ettari con un territorio che si espandeva da Crotone sino al centro della Sila grande.

La famiglia era considerata la più ricca del Regno delle Due Sicilie e il padre Luigi era introdotto alla corte dei Borbone dove rivestiva cariche onorifiche. Il latifondo della famiglia Barracco raggiunse il 15% dell'intero territorio calabrese.

L’impegno politico di Barracco e le sue idee liberali lo portarono a partecipare attivamente all’organizzazione del Plebiscito e a ricoprire la carica di consigliere comunale a Napoli nel 1860, mentre nel 1861 il collegio di Crotone lo elesse deputato nel primo parlamento dell’Italia unita come rappresentante della destra storica.

In questa veste si trasferì a Torino, allora capitale del Regno, dove ritrovò l’antica passione dell’alpinismo giungendo a scalare nel 1863, primo tra gli italiani insieme Quintino Sella, il Monviso: da quell’avventura nacque il Club Alpino Italiano.

Tra i primi incarichi parlamentari Barracco fu chiamato a far parte della commissione che, su suggerimento di Cavour, conferì a Vittorio Emanuele II il titolo di re d’Italia.

Dopo un breve passaggio a Firenze, legato allo spostamento della capitale, Giovanni Barracco giunse a Roma e scelse la città come sua patria d’elezione.

Fu rieletto alla Camera dei deputati oltre che per l’VIII (quella del primo parlamento unitario) anche per la IX, l’XI e la XII legislatura, ricoprendo la carica di questore e poi di vicepresidente della Camera.

Nel 1869 Giovanni Lanza gli offrì l’incarico di Ministro degli Esteri che Barracco rifiutò in favore di Emilio Visconti Venosta. In parlamento fu membro della Commissione bilancio e relatore in quella degli esteri; si batté per la costruzione del porto di Crotone e, dal 1875, fece parte della Commissione che doveva approvare le “opere idrauliche per preservare la città di Roma dalle inondazioni del Tevere”

Nel 1886 Barracco fu nominato Senatore del Regno: anche al Senato ricoprì la carica di questore occupandosi attivamente e con passione dei lavori di restauro e di abbellimento di Palazzo Madama, impegno che ricordò in un volumetto edito nel 1904.

Ma non dimenticò la Calabria: memorabile rimase un suo intervento del 1906 sui “provvedimenti a favore delle Calabrie dopo il terremoto del 1905”.

Negli ultimi anni della sua vita, nel 1911 si ricorda il suo ultimo intervento di rilievo al Senato: Barracco scrisse la relazione sul disegno di legge “per la sovranità piena ed intera del Regno d'Italia sulla Tripolitania e sulla Cirenaica”, ispirata ad alti sensi patriottici, e ricordando le antiche e più recenti tradizioni italiane per la civiltà africana.

Nello stesso anno partecipò all’inaugurazione del Monumento a Vittorio Emanuele II e alle celebrazioni per il cinquantenario del Regno d’Italia: con grande commozione ricevette il caloroso applauso dell’intera aula del Senato, tributato all’ultimo rappresentante ancora vivente della commissione che nominò Vittorio Emanuele II Re d’Italia.

Giovanni Barracco morì il 14 gennaio 1914.

Appassionato collezionista d'antichità collezionò ben 380 reperti di cultura greca ed ellenistica, italica, romana e medievale oltre ad altri reperti di cultura egizia, sumera, assira, etrusca, cipriota e fenicia, i paesi del bacino del Mediterraneo.



Carlo F. Bilotti, nasce a Cosenza nel 1934, da Mario ed Edvige Miceli dei baroni di Serradileo, una nobile famiglia meridionale.

Imprenditore internazionale nel campo della cosmetica e da sempre appassionato collezionista d'arte.


Dopo aver completato gli studi giuridici a Napoli e Palermo, inizia la sua prima esperienza lavorativa nelle cartiere e nelle altre industrie dei genitori.

Nel 1963 è a New York per frequentare i corsi della Columbia University e nel 1968 sposa Margaret Embury Schultz.

Nominato vicepresidente per l'Europa della multinazionale Shulton, si trasferisce a Parigi. Nel 1973 a New York diventa presidente della Jacqueline Cochran, produttrice di profumi delle più note case cosmetiche europee come Nina Ricci, Carven e Pierre Cardin.

Carlo Bilotti, Andy Warhol e Pierre Cardin negli anni '80

 

In Svizzera acquista la società La Prairie e crea una linea di trattamento promossa da Christian Barnard. Oltre che a Parigi e New York, è molto attivo nel mondo della finanza e dell'arte anche a Zurigo, Basilea, Londra.

La sua figura di collezionista si caratterizza per l'amicizia con molti artisti tra cui de Chirico, Warhol, Lichtenstein, Dalì, de Saint-Phalle, Rivers, Rotella, dalla quale nasceranno le committenze di numerose opere non solo per la sua collezione personale ma anche per le sue società. Vive tra Palm Beach, New York e Roma.

Fu il mentore di Andy Wharol e a testimonianza della sua profonda amicizia con l'artista nel Museo a Villa Borghese è esposto il ritratto di Tina e Lisa Bilotti, del 1981 e a firma di Andy Warhol. Si tratta di una raffinata elaborazione foto-pittorica rarissima per il maestro della Pop Art in quanto ritrae in una singola tela persone diverse: Tina, moglie di Carlo, e la figlia Lisa (scomparsa prematuramente nel 1989).

Rinomata e densa di grandi capolavori la collezione d'arte di Carlo Bilotti. E con le sue opere numerose sono state le mostre organizzate dal nipote del grande Mecenate, Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona.

Solo per citarne alcune, "Warhol verso de Chirico", "Da Picasso a Warhol" con opere di Boccioni, de Chirico, Morandi, Severini, Picasso, Chagall, Dubuffet, De Kooning, Twombly, Klee, Kandinsky, Kiefer, Calder, Leger, Lichtenstein, Matisse, Mirò, Moore, Rauschemberg, Tapies, Warhol, Saville, Hirst.

Densa anche la sua attività da filantropo e mecenate con una particolare attenzione verso la sua città natale, Cosenza, dove si può ammirare il MAB, Museo all'Aperto Bilotti, composto da 40 sculture che si snodano attraverso la via principale della città in una libera fruizione per chiunque.

Inoltre Carlo Bilotti ha donato delle sculture che costituiscono la sala del "Novecento" nella Galleria Nazionale di palazzo Arnone oltre a ben 65 disegni 65 disegni del grande Umberto Boccioni, fondatore del movimento Futurista.

In campo internazionale, al Memorial Sloan Ketterin Cancer Center a New York ha istituito il laboratorio per il trapianto di midollo osseo e la Fondazione Bilotti che ogni anno finanzia un progetto avanzato di ricerca sulle leucemie.

Carlo Bilotti è scomparso all'età di 72 anni, il 17 novembre 2006.

 

Ed oggi nel Museo Carlo Bilotti - Aranciera Villa Borghese - sono in mostra ben cento opere del maestro Pericle Fazzini, mostra che sarà esposta sino al 2 luglio.

 
La mostra è stata inaugurata lo scorso 24 marzo con una  grande partecipazione di pubblico qualificato ed attento.

Le opere di Pericle Fazzini, “lo scultore del vento”, come lo definì il grande poeta Giuseppe Ungaretti, tornano finalmente in mostra a Roma dopo trent’anni, in occasione del 110° anniversario della sua nascita.
 
Il bozzetto originale di Pericle Fazzini per la scultura della Resurrezione di Cristo nella Sala Nervi in Vaticano 
 
 
La mostra ripercorre l’intera vita creativa del maestro marchigiano, attraverso sculture di piccola e grande dimensione - fra legni, bronzi e gessi - disegni e opere grafiche: dalle prime prove degli anni Trenta e Quaranta come “Donna nella tempesta” (1932) e “Sibilla” (1947) fino ai bozzetti originali della “Resurrezione” della sala Pier Luigi Nervi in Vaticano, ultimo cantiere di un artista unico dopo la Cappella Sistina di Michelangelo. 
 
L'imponente opera "La Resurrezione" di Fazzini in Vaticano, Sala Nervi, 20 mt. di lunghezza e 7 mt. di altezza
 
Fra i promotori della mostra su Pericle Fazzini anche Roberto Bilotti, mecenate e collezionista che con il suo impegno, continua con passione la tradizione di famiglia.
 
 
Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona che discute con ospiti dell'inaugurazione della mostra su Pericle Fazzini al Museo Carlo Bilotti di Roma
 
Due storie quelle della famiglia Bilotti e della Famiglia Barracco che attraverso i due personaggi più autorevoli, Carlo Bilotti e Giovanni Barracco, seppur figli di due diverse epoche, hanno rappresentato e rappresentano un forte orgoglio di due cosentini illustri che hanno amato l'arte, la cultura, il mecenatismo e che hanno lasciato una forte impronta del loro passaggio terreno.
 
E i due Musei in Roma intitolati a Carlo Bilotti e Giovanni Barracco, ne condensano e illustrano la loro opera e il loro amore per l'arte.
 
Due Musei nel cuore della Roma Antica, l'uno nella Villa Borghese e l'altro nel Palazzo detto "la Piccola Farnesina" a ridosso di Campo dei Fiori, che non possono che inorgoglire i cosentini che amano la storia della Cosenza un tempo "Atene della Calabria".
 
Pubblicazione del 17 novembre 1928 a cura dell Casa Editrice Sonzogno di Milano ( venduto a Lire 1) 
 
 
Redazione
 
 

Editoriale del Direttore