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Giacomo Mancini

Uomo politico italiano (Cosenza 1916 - ivi 2002), figlio di Pietro, parlamentare socialista  perseguitato dal fascismo.

Deputato per il PSI (1948-92), è stato ministro della Sanità (dic. 1963 - luglio 1964), dei Lavori pubblici (luglio 1964 - giugno 1968; dic. 1968 - ag. 1969) e per gli Interventi straordinarî nel Mezzogiorno (1974). Segretario politico del Partito socialista italiano (apr. 1970 - nov. 1972), durante la segreteria di Bettino Craxi ha mantenuto una collocazione autonoma. Nel 1993 fu eletto sindaco di Cosenza. Nel novembre del 1997 fu rieletto sindaco di Cosenza nelle file del centrosinistra.

L'intervento di Giacomo mancini jr.:
"Tra la sua Gente"
"Ogni volta che si parla di Giacomo Mancini il discorso termina sempre in due modi. “Avrebbe dovuto campare altri cinquant’anni” è uno. “Gli dovrebbero fare una bella statua” è l’altro. La statua proviamo a farla noi. È da un po' che ci pensiamo con Sergio Dragone, il giornalista che ha firmato con Giuseppe Petitto il docu-film “Il leone socialista”. Si sono proposti alcuni ottimi artisti che ringraziamo di cuore per la disponibilità. Così come ringrazio Giorgio Ceraudo, già apprezzato Soprintendente per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici della Calabria, per i suoi preziosi suggerimenti e la sua riconosciuta  competenza. Abbiamo scelto Domenico Sepe, maestro d’arte apprezzato per tante sue opere e conosciuto ormai ovunque per la statua di Diego Armando Maradona. Al Maestro chiediamo di interpretare e di trasferire nella sua opera il sentimento profondo che lega, anche a venti anni dalla scomparsa, questa comunità ad uno tra i suoi figli migliori. E’ un sentimento diffuso, quasi viscerale, che coinvolge settori differenti e anche distanti, ma che sono uniti nel ricordo affettuoso e grato di una grande personalità. Un socialista coerente che partendo da Largo delle Vergini nel centro storico, dove c'era la casa paterna, la sezione socialista e quella del sindacato, ha dato voce e degna rappresentanza a Cosenza, alla Calabria e al Paese. Da parlamentare battagliero, da ministro fattivo e da sindaco visionario ha servito la sua gente con dignità e onore. E anche per questo ha meritato il rispetto, a volte il consenso, e comunque il plauso da  un bacino ben più ampio di quello socialista. Un leader che riusciva a connettersi sempre con i bisogni del proprio popolo ad iniziare da quelli dei più deboli e che ne ha saputo interpretare paure e ambizioni.  Un politico del popolo, nel significato più autentico del termine. Vorremmo che la statua che lo raffigurerà interpreti tutto questo. Che lo rappresenti in mezzo alla sua gente, che consenta ad ognuno di incontrarlo una volta ancora, di scorgere i suoi tratti di uomo fiero, di ricordare la sua postura elegante, di incrociare il suo sguardo profondo. E anche per rimarcare questo legame tra Giacomo Mancini e la sua gente abbiamo pensato che la statua sarà realizzata attraverso i contributi volontari di chi lo desidera. Non chiederemo sovvenzioni pubbliche. Ma offriremo la possibilità a chiunque lo vorrà e lo potrà fare di donare il proprio sostegno. In molti, in questi giorni hanno commentato l'iniziativa di oggi: è un progetto bello e anche doveroso. Lo penso anche io.

Le prime adesioni:

Sono arrivate le prime adesioni all’iniziativa: Claudio Martelli, Rino Formica, Claudio Signorile, Sandro Principe, Saverio Zavettieri, Rosario Olivo, Cesare Marini, Peppino Aieta, Salvatore Magarò, Candeloro Imbalzano.
Adesione anche da parte dei Sindaci emeriti di Cosenza: Pino Iacino, Pietro Minutolo, Eva Catizone, Salvatore Perugini tutti presenti in sala.
E dai consiglieri comunali Francesco Turco, Giuseppe Ciacco, Antonio Ruffolo, Bianca Rende (presenti in sala) e Francesco Caruso.

Chi è Domenico Sepe ( di Daniela Marra)

Domenico Sepe, il poeta della materia
Immedesimarsi nell’antico appropriandosene, consacra l’artista Domenico Sepe poeta contemporaneo della materia. Scolpire l’anima prima del corpo è la sfida d’arte con cui si confronta e da cui vittorioso ne emerge: domina l’ineluttabile, la fine terrena, la caducità, attraverso un divino soffio vitale che libera dalla materia. Il rinascimento contemporaneo dell’antico di Domenico Sepe sboccia in una sovrapposizione di linguaggi classici e anticlassici insieme che partecipano di un’incessante pulsione verso l’eterno; i soggetti tra il sacro e il profano vivono di una tensione espressiva che rapisce estaticamente lo sguardo e la materia si fa’ culla dell’invisibile in un gioco sensuale di luci e ombre.

Tra terrecotte, bronzi, resine e metalli prendono vita le sculture più mature dell'artista, che confluiscono nella mostra personale “Divino”(2019) presso la città eterna di Matera, dove il divino viene narrato soprattutto attraverso il percorso della figura di Cristo rappresentato in diverse sculture, connotate da un intenso realismo emozionale, tra espressioni forti di passione, sofferenza ma anche speranza in una dimensione umana e sacra. Ai soggetti propriamente religiosi si affiancano i gruppi scultorei che traggono ispirazione dalla mitologia, dalle passioni e dall’iconografia sacra. Mosè, Zeus, la Sibilla, pur raccontando storie diverse, vivono della stessa tensione psicologica nei lineamenti, di un tale pathos espressivo che rende le sculture non solo vive ma vitali. La coppia angelica Divino Tormento e Divino Segreto guida ed illumina il viaggio psicanalitico dentro e fuori di sé che muove dall’espressione, rivelando storie di passione e trasfigurazione attraverso l'abbandono: dal tormento all'estasi, dal segreto all'enigma divino si disvela la storia eterna dell’anima. Stupiscono le velature di Lilith e Velata Napoli, retaggio tecnico di Sammartino e Corradini e tanto apprezzate da Canova, che pur nascondendo le forme le rendono più visibili e drammatiche. Le opere di grandi dimensioni, esemplificate dal monumento di San Giorgio martire e la Vittoria Alata, prediligono la fisicità legata al gesto espressivo che si fa interprete delle emozioni e dei sentimenti. Non è un caso che Domenico Sepe utilizzi nella creazione delle sue opere una tecnica antichissima, la fusione a cera persa, che rende il bronzo vuoto, un’apertura originaria al divino, sede prescelta dell’anima, il vuoto pieno dell’assoluto. L'artista evoca il divino entrando in comunione con esso nel suo luogo prediletto: la sacralità. E senza rinnegarne il lato oscuro, quello più in ombra, velato, sensuale, passionale e tormentato abbraccia tutta l’anima del mondo, in un movimento continuo dal mito alla coscienza, dalla religione alla vocazione personale.
 
Chi è Domenico Sepe / Biografia

Nato a Napoli il 7 dicembre del 1977, Domenico Sepe scopre la scultura all'età di cinque anni manipolando oggetti in legno e plastilina realizzando forme vicine alla realtà circostante. Scultore, pittore, scenografo, si è diplomato al liceo artistico nel 1995 e all'accademia di Belle Arti di Napoli nel 2001, attualmente è docente di ruolo abilitato di storia dell'arte, disegno ed educazione artistica. Sepe guarda con attenzione la scultura del periodo ellenico e svolge diverse ricerche sulle avanguardie contemporanee, è in continua sperimentazione e realizza numerose opere, istallazioni e dipinti dall'informale al figurativo, utilizzando materiali diversi, ferro, acciaio, polistirolo, marmo, legno, resine e soprattutto argilla, ma il materiale che lo caratterizza maggiormente è il bronzo. Domenico Sepe ha gia realizzato diversi monumenti e opere pubbliche, toccando varie tematiche, dalla scultura sacra a quella commemorativa; le sue opere sono state posate in diversi punti d'Italia: Campania, Molise, Lombardia, Calabria, Puglia, Toscana, Lazio, ma anche Spagna (Madrid), Brasile (Exstreme MG), e Argentina (San Fernando). Tra i monumenti pubblici ricordiamo: L'estasi di Padre Pio, inaugurato il 23 agosto 2000 in Colle D'anchise CB (figura in bronzo in dimensioni naturali). Fontana Gennarini, monumento dedicato al mare inaugurata il 6 febbraio 2001 Taranto( figura in bronzo, rappresentante un gruppo di delfini alta 350 cm). Cristo Risorto, inaugurato il 10 agosto 2001 Napoli (figura in bronzo in dimensioni naturali), Madre Anna Vitiello, fondatrice dell'ordine Redenzione, inaugurata il 29 dicembre 2003 Visciano, "Nassirya", monumento dedicato ai caduti in guerra, inaugurato il 10 gennaio 2004 in Melito NA (figure in bronzo in dimensioni naturali). San Giorgio Martire, monumento equestre inaugurato il 1 maggio 2004 in Afragola NA(figura equestre in bronzo, alta 350 cm). Busto reliquiario di Sant'Antonio di Padova, inaugurato il 12 febbraio 2005 presso la Basilica di Sant'Antonio di Padova in Afragola NA.(busto in bronzo in dimensioni naturali). La benedizione di San Pio, inaugurata il 30 settembre 2007, Orvieto.(figura in bronzo in dimensioni naturali). Mario Merola, rappresentante della canzone partenopea nel mondo, inaugurato il 12 novembre 2007, Napoli(Altorilievo in bronzo su base in marmo in dimensioni naturali), Santa Rita da Cascia, inaugurata il 20 ottobre 2007, Extrema MG Brasile(Figura rappresentante la salma di Santa Rita da Cascia, volto, mani e piedi in ceramica, corpo e vestiario in stoffa, racchiusa in una teca di vetro) opera consacrata da Benedetto XVI. Monumento ai caduti, inaugurato il 2 giugno 2008 Francolise CE( altorilievo in bronzo su base in marmo di Trani, altezza 250 cm). Sant'Anna, inaugurata l'8 settembre 2008, Napoli (figura in bronzo in dimensioni naturali). San Germano, inaugurato il 19 ottobre 2008, Santuario di Sant'Andrea del Pizzone Francolise CE(Figura lignea interamente decorata con incastonatura di occhi vitrei, dimensioni naturali). Luigi Grillo, rappresentante della cultura nella città di Afragola, ex arbitro internazionale, ex sindaco di Afragola, fondatore del premio internazionale Ruggiero II il Normanno, Inaugurato il 26 dicembre 2008 Afragola NA. San Francesco d'Assisi, inaugurato il 23 marzo 2009, Teano CE(figura in bronzo in dimensioni naturali), San Francesco d’Assisi, inaugurato il 11 agosto 2012, Castropignano CB (figura in bronzo in dimensioni naturali), Rita Levi Montalcini, busto in bronzo, gennaio 2015, Afragola Na, presente all'evento Piera Levi Montalcini, San Giorgio Martire, monumento equestre inaugurato il 23 aprile 2015 in Airola BN (figura equestre in bronzo, alta 350 cm) benedetto in udienza privata da Papa Francesco in San Pietro città del Vaticano, monumento "Vittoria Alata" scultura in bronzo alta circa sei metri e collocata a Sanremo il 2 giugno 2018.

La tecnica a cera persa
Già nell'età del bronzo (3500 – 1200 a.C. circa), si giunse alla realizzazione di sculture che ancora oggi suscitano stupore non solo per il valore artistico ma anche per il grado di finezza tecnica. Il metodo della fusione a cera persa fu usato non solo nel periodo arcaico ma anche in quello classico. Nello specifico la tecnica di fusione a cera persa si riassume in varie fasi: Modello della scultura in argilla: le cui dimensioni saranno pari a quelle finali della scultura in bronzo. Tra le opere più importanti della storia oltre i bronzi di Riace ricordiamo il Perseo con la testa di Medusa di Benvenuto Cellini, considerata un capolavoro della scultura manierista ed è una delle statue più famose di Piazza della Signoria. Opere realizzate con la tecnica a cera persa.
Redazione

 

Editoriale del Direttore