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La Lega poteva rappresentare in Calabria, dopo lo sdoganamento di una Lega nordista in una Lega nazionale, un momento di ribellione e di concreto cambiamento rispetto ad una classe politica rea di aver distrutto la nostra terra e di aver impedito ogni crescita culturale, civile ed economica. E lo stato attuale della disastrata sanità ne è l'ennesima conferma. Invece, la Lega che alle regionali del passato 26 gennaio ha raggiunto il 12,3% con 95.400 voti, eleggendo ben quattro consiglieri regionali, inspiegabilmente e con caparbietà, ha intrapreso una strada di conflittualità interna e di impedimento di qualsiasi attività politica degna di questo nome che ha indotto molti esponenti e soprattutto coloro i quali aderirono quando la Lega in Calabria ancora non esisteva ad andarsene amareggiati e delusi. Umiliare chi vi ha creduto sin dall'inizio è un fatto terribile e mortificante e che non si è verificato neanche nei peggiori partiti della Prima Repubblica. Infausta la gestione prima commissariale e poi da segretario regionale ovviamente mai eletto da nessuno ma solo nominato da Matteo Salvini del deputato bergamasco Cristian Invernizzi. Gli attuali sondaggi affidano alla Lega non più del 6-7%, dimezzando i voti che prese nelle ultime regionali. E di oggi il documento  a firma di diversi esponenti della Lega nel quale si afferma : L'attesa è finita. Abbiamo sperato che Lega Calabria riflettesse, capisse, decidesse. Che comunicasse qualcosa, qualunque cosa… Abbiamo atteso silenti, abbiamo stimolato sussurrando, abbiamo provocato con toni ruvidi, ma il risultato non è andato oltre l’impermeabilità più assoluta del nostro interlocutore. E allora, va da sé, non ci sono più margini per fare politica con questa Lega, con questa dirigenza regionale. Assenti le condizioni minime di permanenza poiché è stata ablata ogni interlocuzione e, con essa, ogni possibilità di “fare territorio” in favore della gente che aveva creduto in noi. Abbiamo condiviso sin dall'inizio il progetto guidato da Salvini e quelle idee ancora condividiamo, ma il Carroccio calabro si è rinchiuso in un invalicabile recinto riempito da una dimestichezza politica tutta da verificare e da nessuna base elettorale. Progetti evaporati ed eutanasia di un sogno in via di completamento. Il “proposito primo” di qualcosa di diverso e di buono per la nostra terra che, come un peccato originale, per avere ancora vita sarà costretto ad adeguarsi al peggiore contesto svendendosi al migliore offerente portatore di voti. Finisce qui, allora, la nostra esperienza con la Lega. Da oggi si guarda avanti! Tanti progetti ci chiamano, tanta gente ci chiede di insistere".
Solo alcuni dei tanti che hanno condiviso…:

Antonio Chiefalo          già coordinatore provinciale di Catanzaro  e candidato alle “regionali 2020”
Franco Iona,                Crotone, già candidato per Camera e Senato e presidente consulta nazionale associazione ente terzo settore.
Sergio Garieri,             Consigliere Comunale di Chiaravalle Centrale
Antonio Provenzale,    Assessore Comune di Petrizzi
Salvatore Caliò,           già coordinatore giovani Catanzaro

Editoriale del Direttore