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Ormai il divario fra la cittadinanza e la politica è incolmabile. La vicenda dei cinque parlamentari che nonostante uno stipendio netto mensile di 12.400 euro hanno avuto il barbaro coraggio di richiediere anche le 600 euro di contributo Inps per la crisi Covid- 19 non è altro che l'ennesima conferma di una classe politica di imbelli e di personaggi che indegnamente ricoprono gli incarichi che quattro o cinque "big" destinano non a chi detiene qualità e capacità governative ma chi dimostra maggiore servilismo e apparente fedeltà. Qualità che contraddistinguono sempre i peggiori. E' il metodo di scelta che è semplicemente terribile. Urge il ritorno al metodo elettorale proporzionale. Urge il ritorno alla militanza politica quale formazione e preparazione per poi ricoprire incarichi di rappresentanza. Non è possibile candidare all rinfusa personaggi sqaullidi e senza alcuna storia personale, senza alcuna esperienza, senza alcuna capacità politica. Questa legislatura rimarrà alla storia per l'enorme numero di deputati alle prime armi, pivellini ed impreparati, che non lasceranno segno alcuno del loro passaggio in Parlamento. Ma tutto ciò è funzionale ai "Big" che così non corrono rischio alcuno di essere defenestrati o combattuti all'interno dei loro partiti. La filosofia di Caligola che nominò senatore il proprio cavallo, impera da sempre. Ma oggi il Paese è alle corde, vive il suo momento più drammatico dal dopoguerra ad oggi e non può più permettersi una classe politica di tal fatta. Oggi è rischiosissimo avere degli incapaci nei palazzi romani e vivere un momento economico e sociale così difficile. Una combinazione fra crisi economica e nullità della politica che potrebbe essere fatale per il nostro Paese. Non si può più stare a guardare, non si può più osservare in silenzio. E' necessario che il popolo si risvegli. E' necessario un moto di protesta civile ed ordinato ma che con forza possa rimettere tutto in discussione. E' necessaria una nuova legge elettorale ed una nuova classe politica. Prima che sia troppo tardi per tutti.
Redazione

Editoriale del Direttore