Sentire l'ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle, dal palco dell'Auditorium "Guarasci" con una sala gremitissima affermare che in Calabria "si tramandano anche i seggi elettorali" genera inesorabilmente qualche riflessione.
Innanzitutto il tramandarsi la poltrona da padre in figlio in politica è una usanza che vige da diversi decenni e interessa quasi tutti i partiti ma in Calabria e soprattutto in provincia di Cosenza è una consuetudine cementata nei secoli dei secoli.
E riguarda tutti. Anche coloro i quali, a parole criticavano tale pratica, ma poi come ne hanno avuto la possibilità, ne sono stati artefici.
Basti dare una fugace occhiata alla composizione dell'attuale consiglio comunale e della giunta di Cosenza. Tanti i cognomi di politici da padre in figlio o figlia.
Da sempre i voti in Calabria, almeno la stragrande maggioranza, sono di natura clientelare.
Giuseppe Conte a Cosenza
E non solo per lo sfruttamento del bisogno ma soprattutto per una forte matrice di cultura dell'illegalità che oramai caratterizza l'intera società calabra.
Il Voto di scambio che teoricamente è un reato ma che in Calabria alla luce del sole si pratica da sempre è l'humus nel quale sono cresciuti imprenditori chiacchierati che, poveri in canna, hanno costruito immense fortune in poco tempo, nuovi professionisti rampanti e tanti personaggi oscuri che oggi rivestono ruoli importanti.
Il tutto massacrando e determinando l'estinzione della Calabria colta, culturalmente attrezzata e portatrice di veri valori che oramai non esiste più.
Certamente l'aver cambiato le regole elettorali in corsa è un fatto deprecabile ma siamo in un Paese dove le regole non hanno più alcun senso.
Vige solo la regola vincente del più forte.
E anche questa giornata di gloria pentastellata a Cosenza cadrà nel dimenticatoio e non cambierà nulla di nulla.
Come non avranno alcun seguito le denunce presentate alla Procura da parte del Movimento 5 Stelle. Faranno la fine di tante altre denunce cestinate.
La Casta degli intoccabili è immune ed impunita da decenni.
E poi l'odio che la Casta nutre verso i pentastellati e verso quei pochi giornalisti non prezzolati e non leccaculo dei potenti la rende ancora più unita e coesa.
I pentastellati dovranno farsene una ragione.
La Calabria è questa, i calabresi sono questi e non cambierà mai nulla.
L'unica strada che può intraprendere qualche giovane volenteroso, capace e studioso è quella di andarsene altrove come hanno fatto migliaia e migliaia di calabresi sparsi ovunque che con le loro capacità hanno raggiunto risultati di vita strabilianti, che hanno realizzato i loro sogni e che se fossero rimasti in Calabria avrebbero sofferto l'emarginazione che soffrono tutti coloro i quali sono rimasti in Calabria sperando in un cambiamento.
Tanti calabresi onesti che hanno sperato, che sperano e che come tutti coloro i quali sperano tutta la vita non possono che morire disperati.
Redazione