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Si profila all’orizzonte un quadro a tinte fosche. Da quello che leggiamo dai giornali, il Comitato del No non riuscirà a trasformarsi in una coalizione elettorale.

 

Era un’impresa difficile vista la sua eterogeneità, che pure aveva permesso di vincere la difficile battaglia referendaria.

Di fatto, la compagine del centro destra all’interno del Comitato ha inteso rompere l’alleanza proponendo un nome difficilmente digeribile agli altri componenti, come quello dell’ex assessore della Giunta Manna, Pierpaolo Iantorno.

Se avessero voluto trovare un’intesa, avrebbero proposto un altro nome e soprattutto avrebbero discusso dell’identikit migliore da candidare.

Niente di tutto ciò ma c’era da aspettarselo.

Qualcuno durante le consultazioni (forse uno dei delegati alle stesse) aveva evidenziato il rischio che il loro tentativo era quello di subordinare il gradimento del candidato del Comitato ad un gruppo di altri ex amministratori rendesi, non facenti parte dello stesso.

Sui profili di ognuno di loro stendiamo un velo pietoso. Era un gioco facile.

Il Comitato avrebbe dovuto proporre il nome di un candidato a Sindaco per poi subire il veto di chi nel Comitato non c’è mai stato e forse ha anche votato SI al referendum sulla città unica e riaprire così la partita.

Vedremo le altre forze politiche che percorso andranno ad intraprendere.

Se Atene piange, Sparta non ride.

Il PD e il centrodestra vivono la stessa situazione.

Sconfitti dal referendum sulla città unica, si trovano a corto di candidati spendibili per la carica di Sindaco.

Per evitare una seconda sconfitta, allora perché non mettersi insieme e camuffarsi sotto le mentite spoglie delle liste civiche? La sequenza è perfetta.

La Federazione provinciale del PD di Cosenza pubblica una nota nella quale rivendica il SI alla città unica, prende le distanze dal Comitato del NO e apre alle forze centriste.

Forza Italia? Probabile. Si sussurra anche il nome del candidato a Sindaco di questa coalizione. Sarebbe quello di un giovane imprenditore rendese, già consigliere comunale tra le file dei riformisti e detentore di un pacchetto di tessere nel PD rendese.

Al Governatore Roberto Occhiuto una soluzione che toglierebbe le castagne dal fuoco.

Se dovesse perdere non avrebbe l’imbarazzo di giustificare un’ennesima sconfitta a Tajani e alla dirigenza nazionale del suo partito.

Se dovesse vincere, sarebbe una bandieruola per le prossime elezioni.

Dall’altra parte, avanza l’ipotesi di un altro prodotto da laboratorio.

Peccato non provenga dai laboratori Unical del Prof. Andò, bensì da quelli del Dipartimento di Economia.

Un economista, con una parentesi amministrativa al Comune di Rende.

Un uomo per tutte le stagioni, già finito in una rosa di nomi di candidati a Sindaco sia nel 2014 che nel 2019.

Una candidatura sponsorizzata da un importante studio legale cosentino, capace di ricompattare il Comitato del NO (a quel punto Iantorno sarebbe obbligato al passo indietro) e aprirsi a pezzi del centro destra.

Una soluzione interessante, forse anche vincente. Peccato che rappresenti una “polpetta avvelenata” per i riformisti.

Questi sarebbero il perno di questa ipotetica alleanza e forse la lista più forte della coalizione ma sarebbero invitati a tavola al pari di Attivarende, Idm, Rendesì e tutte le altre componenti.

Si dice che l’economista abbia nelle proprie tasche la lista di assessori e staff in caso di vittoria.

Un rischio troppo elevato perché se anche i riformisti avessero postazioni importanti in consiglio e giunta, sarebbe nelle prerogative del Sindaco revocare gli incarichi di assessore alla prima occasione utile.

E’ vero, rimarrebbero i consiglieri comunali per condizionare il Sindaco, il cui potere contrattuale però potrebbe essere annacquato dai consiglieri di opposizione che sarebbero pronti a traslocare in maggioranza.

Qualcuno che lascia l’opposizione si trova sempre. D’altronde l’era Manna ci ha abituato a questo.

Nel frattempo, sempre più disgustato di ciò che vedo e ascolto, riprendo a leggere una vecchia commedia di Samuel Beckett, “Aspettando Godot”.

Ercole Consalvi


Editoriale del Direttore