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Su Rende, sull'esito del Referendum e sull'appuntamento elettorale di Primavera ospitiamo e volentieri pubblichiamo uno scritto di Ercole Consalvi:

Ero tentato di non scrivere più di Rende anche perché sono stato fuori città per tanto tempo.

( nella foto di apertura l'On. Sandro Principe )

Ma l’esito della consultazione referendaria del 1 dicembre mi ha sollecitato diverse riflessioni sia per il campo degli sconfitti che dei vincitori.

Partiamo dagli sconfitti.

Sicuramente lo sono i fratelli Mario e Roberto Occhiuto, che confidavano nella vittoria del SI.

Hanno dato per scontate tante cose, soprattutto la reazione della cittadinanza che si è recata alle urne a Rende e Castrolibero per votare sonoramente NO.

A Cosenza, invece, ha preferito disertare l’appuntamento con le urne visto che ha votato solo il 20%, bocciando di fatto il progetto di fusione.

E’ stato sconfitto il PD e l’intero centro sinistra. In questo fronte al momento si registrano solo macerie.

Il Municipio di Rende

I dirigenti di un partito che si definisce democratico sono stati fagocitati nel vortice del SI, sulla base di una pessima intuizione politica del gruppo consiliare regionale, convinto di guidare il processo politico che avrebbe portato alla città unica.

Il capogruppo, Domenico Bevacqua, avrebbe magari messo sul piatto la sua candidatura a sindaco della futura città; il consigliere regionale Franco Iacucci avrebbe avuto gioco facile nel portare avanti il suo disegno di fusione di Aiello Calabro con Campora San Giovanni.

Per non parlare della dirigenza provinciale del PD cosentino che ha assoldato Giacomo Mancini jr per allestire i comitati del SI.

Anch’egli, magari, alla candidatura a Sindaco aveva fatto un pensierino.

Stessa cosa dicasi per Bianca Rende e Mariapia Funaro. A stroncare i loro progetti c’ha pensato il popolo sovrano.

Sconfitti anche il rettore dell’Unical, alcune emittenti locali e giornali che erano schierate sul SI.

Passiamo ai vincitori. Sicuramente lo è Orlandino Greco, sindaco di Castrolibero, che ha avuto ancora una manifestazione d’affetto dei cittadini castroliberesi nelle urne.

Ma lo è di più Sandro Principe che guida da oltre un anno il comitato cittadino nato su impulso di alcuni suoi ex oppositori politici.

La notizia del Tar, che ai primi di novembre non ha sospeso la procedura referendaria, non lo ha molto turbato.

Forse aveva voglia di un tuffo elettorale, di verificare il suo rapporto con il popolo rendese, di accertarsi se la ferita provocata dai quasi 10 anni di Manna si fosse rimarginata.

Ha avuto più di una conferma nelle urne in quanto il dato rendese è sbalorditivo.

Hanno votato circa 10.000 cittadini e il NO si è affermato con l’82%.

Sicuramente un risultato oltre le aspettative che certamente è ascrivibile alla sua leadership in quanto nelle ultime settimane si è speso in prima persona in ogni quartiere ed in ogni via della città.

Con buona pace degli altri membri del Comitato che certamente hanno contribuito ma senza incidere più di tanto.

Scrissi tempo fa che se Principe fosse sceso in campo avrebbe trovato tanti cittadini che gli avrebbero tributato un ampio riconoscimento.

Non mi sbagliavo. E’ inevitabile dire che questa vittoria segna l’avvio di un nuovo ciclo politico in cui i riformisti giocano un ruolo centrale.

La prossima primavera si svolgeranno le amministrative a Rende per cui da Gennaio si entrerà nel vivo.

Molto dipenderà da quello che farà il Comitato. Se deciderà di stare insieme determinerà le scelte anche nel centro destra e in quel che rimane nel centro sinistra.

Di fronte ad una compattezza del comitato stesso, il centro destra potrebbe decidere di presentare un candidato di bandiera.

Nel centro sinistra bisognerà vedere cosa prevarrà. Se ad esempio prevarrà l’abbraccio tra Marcello Manna e una parte del PD, sarà difficile costruire una coalizione per cui ognuno si regolerà di conseguenza.

Il voto rendese avrà una ripercussione politica perché sarà uno dei centri più importanti chiamati alle urne insieme a Lamezia Terme e soprattutto perché sarà l’ultimo voto prima delle Regionali del 2026.

E chi lo sa che dai piani alti della Cittadella potrebbero vedere di buon occhio un Sindaco riformista.

Ercole Consalvi


Editoriale del Direttore