A Cosenza città si è recato al voto per il referendum sulla città unica solo il 19,12% dell'elettorato. In cifre hanno votato in 10.655 su 54.065 iscritti all'elenco degli aventi diritto al voto.
Considerato il fatto che la cifra di 54.065 elettori è completamente falsata perchè negli elenchi sono compresi gli iscritti all'AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero) che conservano il diritto al voto nella città d'origine ma che, ovviamente, non hanno mai votato e comprende anche i cosiddetti "Fuorisede", cioè coloro i quali per lavoro o per studio vivona al Nord e conservano per vari motivi la residenza a Cosenza, il che rende reale la cifra non più di 40.000 "veri" elettori, rimane il fatto che i 10.655 elettori che si sono recati a votare sono sempre una percentuale molto bassa.
Una tale diserzione di massa al voto certifica la distanza abissale e sempre più ampia del popolo verso una classe politica autoreferenziale, la cui incapacità è proporzionale solo alla immensa presunzione e arroganza, che ha contribuito al degrado morale, etico e culturale di quella che un tempo era l'Atene della Calabria.
Sono lontanissimi i tempi di Riccardo Misasi, Giacomo Mancini, Fausto Gullo e tanti altri che avevano ben altro spessore rispetto alla incredibile classe politica cittadina dell'oggi.
E chi spera che tale risultato possa invertire la rotta o possa condurre i politici professionisti cosentini ad una autocritica si llude.
Non vi sarà nessuna autocritica e tutto continuerà immobile.
Si giungerà a nuove elezioni amministrative nelle quali, a differenza dei referendum, si muoveranno le truppe cammellate che promettono favori e prebende e, tramite il voto di scambio, magicamente in molti andranno a votare, raggiungendo magari il 50 - 55% di votanti.
Vi sarà chi continuerà a lamentarsi a giusta ragione di una classe politica inerme ed inetta ma nulla cambierà.
E' necessario ricordare ciò che sosteneva il filosofo Aristotele nella sua antica Grecia, "ogni popolo ha il Governo che merita".
Massima che ancora oggi ha il suo valore.
Nel degrado di una città sempre più incolta e sempre più arruffona il voto sarà sempre pilotato verso i soliti personaggi, magari con le solite assunzioni verso i soliti enti, magari con i soliti imbrogli che oramai sono alla luce del sole e sono accettati da tutti, magari con la solita magistratura che non indaga mai su nulla e continua imperterrita a garantire impunità totale ed assoluta a quella borghesia mafiosa cittadina che in qualsiasi altra città sarebbe da tempo oggetto di indagini, processi e eventuali condanne.
In tale contesto la vera politica è oramai inesistente e il numero dei votanti che si è recato a Cosenza a votare per la città unica ne è semplicemente una ulteriore conferma.
Redazione