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Il dato di affluenza di soli 10.655 elettori, il risicatissimo 19%, che si sono recati alle urne per il referendum sulla città unica dovrebbe far riflettere la classe politica cittadina di tutti i partiti e di tutti i colori.

Completamente ignorato l'appello del Sindaco, Franz Caruso, come è stato ignorato anche l'accorato appello al voto del Senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto, già sindaco di Cosenza per ben due legislature e di tanti altri parlamentari e consiglieri regionali del centrodestra, nonostante siano al potere sia alla Regione che al Governo.

La disaffezione alla partecipazione anche nei confronti di uno strumento importante quale è il quesito referendario, anche se in questo caso era solo consultivo, è un segnale ulteriore della distanza oramai abissale fra il ceto politico e la gente comune sempre più immersa nei suoi problemi spesso di sopravvivenza.

Le difficoltà di vita dei cittadini oramai con distanze siderali rispetto ai privilegi e non solo economici del ceto politico dominate sempre più arrogante e sempre più inviso al popolo conducono inevitabilmente a disertare le urne.

Ma il ceto politico oramai sempre più autoreferenziale e circondato solo da adulatori e lecchini ( il famoso cerchio magico ) non ha più la sensibilità di capire le sofferenze di chi vive con stipendi sempre più bassi, di chi è costretto per curarsi ai viaggi della speranza, di chi soffre quotidianamente situazioni di svantaggio e emarginazione.

Un ceto politico culturalmente sempre più scadente, sempre più incolto con qualche eccezione ma che in fondo rappresenta in toto il periodo di decadenza che viviamo.

Solo 10.655 elettori su 54.065 si sono espressi. La città unica non suscita a Cosenza alcun entusiasmo.

A tal punto vi è da riflettere. Anche se sperare che i politico cosentini possano riflettere o abbiano interesse a farlo è come sperare che un asinello possa volare.

Redazione


Editoriale del Direttore