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Il 3 e 4 ottobre 2021 si è votato per le regionali in seguito alla triste dipartita della compianta ed amata Jole Santelli che nel gennaio 2020 era stata eletta Presidente della Regione Calabria, la prima donna a rivestire il prestigioso incarico.
 
A stravincere con la coalizione di centrodestra il Governatore Roberto Occhiuto che si è insediato alla Presidenza della Regione il 29 ottobre e pochi giorni dopo, precisamente il 4 novembre 2021, il Consiglio dei Ministri ha provveduto anche a nominarlo Commissario ad acta per la sanità.
 
Quella nomina tanto agognata dall'ex Presidente Mario Oliverio che non è mai riuscito ad ottenere. Lo stesso Oliverio osteggiato allora dal suo stesso partito, il PD, annunciò anche di essere pronto ad incatenarsi dinanzi Palazzo Chigi. Non lo fece mai ma comunque  nessuno lo ascoltò.
 
Una partenza sprint quella del Governatore Roberto Occhiuto con una serie di coincidenze tutte favorevoli.
 
La mitica Cittadella del potere Regionale che molti considerano la versione moderna della Reggia di Versailles
 
Una giunta regionale di centrodestra con un Governo nazionale di centrodestra e con un ruolo politico di primo piano nell'ambito di Forza Italia.
 
Quindi un rapporto diretto con i palazzi romani che contano. Rapporto ancor più rafforzato in seguito con il ruolo di vicesegretario nazionale di Forza Italia.
 
Al punto tale che l'accentramento di potere dello stesso Governatore lo ha condotto ad essere più volte citato benevolmente e scherzosamente quale il vero ed unico "Imperatore" della Regione con la fortuna di una opposizione sempre blanda e silente.
 
Vi erano quindi tutte le premesse e le condizioni per un reale e agognato cambiamento.
 
E da allora sono trascorsi quasi tre anni, un periodo non certamente lunghissimo ma sufficiente per poter analizzare se le aspettative che tutti attendevano si sono tramutate in fatti o sono state poi deluse, come sempre accade, trattandosi di politici professionisti.
 
A giudizio di numerosi esperti del settore sanitario le spese per i viaggi della speranza, cioè quelle sostenute da pazienti calabresi che preferiscono andare a curarsi nelle regioni del Nord sono impietosamente aumentate.
 
I disagi vissuti nei Pronto Soccorsi sono sempre gli stessi se non peggio.
 
A fronte dei 333 medici cubani arrivati in Calabria ben 450 sono stati i sanitari che hanno preferito lasciare la Calabria per andare altrove.
 
Del nuovo Ospedale di Cosenza si continua a discutere e parlare come negli anni passati.
 
In fin dei conti si può affermare che la situazione è sempre deleteria se non addirittura peggiorata.
 
Certamente i tre anni del Governatore Occhiuto nella veste di Commissario ad acta per la sanità non hanno lasciato il segno e non hanno determinato alcun visibile cambiamento.
 
Non è facile poter cambiare una struttura elefantiaca ed inquinata dal potere politico e spesso anche dal potere criminale come la sanità calabra.
 
Non si può dimenticare che nel 2005 venne addirittura ucciso dalla criminalità calabrese il Vicepresidente del Consiglio Regionale, Francesco Fortugno, che voleva intervenire nel settore.
 
Come non si può dimenticare dei scioglimenti ripetuti per infiltrazioni mafiose delle vecchie USL ( leggendario il primo scioglimento di una USL in Italia, quella di Taurianova, risalente al lontanissimo 15 aprile 1987 con decreto firmato dall'allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, gestita dal mitico Don Ciccio Macrì ) e poi anche di alcune Asp.
 
Ma in Calabria si dimentica facilmente e tutto procede come sempre con una sanità strumento di clientela politica e di affari.
 
Il grande serbatoio di corruzione e corruttela con un vorticoso giro di capitali.
 
Chi non ricorda i bilanci orali, i numeri farlocchi e la confusione che regnava sovrana.
 
E sembra che su tale spinosa questione qualche passo in avanti sia stato fatto con dei bilanci almeno presentati.
 
Ma in tre anni di potere assoluto è ben poca cosa. I calabresi si aspettavano molto di più.
 
Rimangono altri due anni per la fine della legislatura. Si spera che in questi ultimi due anni si possa realizzare qualcosa di concreto.
 
La speranza è sempre l'ultima a morire anche se spesso e sovente "chi vive di speranza muore sempre disperato".
 
Redazione
 
 
 
 

Editoriale del Direttore