Che la Calabria sia stata sempre una terra "differente" rispetto al resto del Paese è oramai storia consolidata. Sin dai tempi del 2 giugno 1946, quando nel referendum in Italia vinse la Repubblica e in Calabria la Monarchia trionfò con il 68% dei voti.
La Calabria storicamente ha sempre registrato un consenso non certamente dettato dagli ideali ma da esigenze di natura clientelare, amicale e dettate soprattutto dal bisogno e dalla sudditanza.
Nel Referendum fra Monarchia e Repubblica vinse lo strapotere dei proprietari terrieri che imposero ai loro mezzadri, coloni e schiavi che vivevano nella fame assoluta il voto per i monarchici
E ancora oggi il voto è frutto di clientela, di gestione del potere, di gestione della sanità, di controllo delle assunzioni negli enti pubblici, di assunzioni pilotate magari con il vecchio modello ancora in auge delle assunzioni riservate alla categoria degli invalidi come le tante assunzioni fatte nelle settimane precedenti alle Europee e che se esistesse qualche Procura un minimo attenta non sarebbe male avviare una apposita indagine.
Speranza vana nella Calabria dell'impunità e dell'illegalità diffusa e ambientale oramai radicata nella cultura popolare e di massa.
Ed anche in queste ultime elezioni Europee l'elettorato calabrese che si è espresso recandosi alle urne, complessivamente in 705.479 elettori, ufficialmente il 40,3%, in realtà circa il 65% se si calcola che i "veri" residenti in Calabria sono circa 1.400.000 compreso i minorenni, si è molto differenziato dai dati nazionali.
Facciamo qualche esempio. Il primo partito in Italia è stato Fratelli d'Italia guidato dalla Premier Giorgia Meloni.
Il dato nazionale è del 28,8%, il dato calabrese si ferma al 20,5%, ben 8,3% in meno, una differenza percentuale enorme.
Nei tempi della Prima Repubblica con un simile risultato tutto il quadro dirigente calabrese di partito sarebbe stato sostituito in blocco.
Ma oggi le regole sono ben diverse e poi la Calabria per i partiti romani è sempre stata una palla al piede. Meno a Roma se ne discute e meglio è.
Anche nel Pd il risultato è non è solo differente ma la distanza è addirittura abissale.
A livello nazionale il partito ottiene un lusinghiero 24,08%, in Calabria sprofonda al 15,8% con quasi nove punti percentuali in meno.
Il risultato si invertono, invece, se si analizza il voto di Forza Italia, il partito che esprime il Governatore Roberto Occhiuto nel quale lo stesso riveste il ruolo di vice segretario nazionale.
Il Governatore Roberto Occhiuto, vicesegretario nazionale di Forza Italia
A livello nazionale Forza Italia ottiene il 9,6%, in Calabria raddoppia con il 18%.
Consegnando alla Calabria il primato della regione più azzurra d'Italia con il 28% preso in provincia di Reggio Calabria dove Forza Italia raggiunge la vetta del partito più votato fra tutti i partiti, unicum nazionale.
Merito della campagna elettorale del coordinatore regionale, On. Francesco Cannizzaro, che conquista il primato nazionale del più forte "portatore di voti" nell'intera nazione.
L'On. Francesco Cannizzaro, coordinatore regionale di Fi, con Giusy Princi, neoeletta al Parlamento Europeo
Un vero "recordman" delle preferenze da menzionare sui libri di storia a futura memoria.
La Lega è l'unico partito il cui risultato a livello nazionale, il 9%, si allinea a quello calabrese, il 9,2% con la differenza che il 9% nazionale è trainato dai 530.000 voti presi dal Generale Roberto Vannacci, candidato indipendente, e senza il quale la Lega sarebbe piombata ad un misero 6%, mentre a livello calabrese il Generale Vannacci ha preso solo una manciata di voti che non hanno influito in alcun modo nel risultato finale.
Significativo anche il 6,2% preso in Calabria dalla lista "Stati Uniti d'Europa" in virtù anche dalla marea di preferenze ottenute dalla candidata Filomena Greco che dista di molto dal misero 3.7% preso a livello nazionale e che ha sancito il fallimento dell'esperimento politico di Matteo Renzi e Emma Bonino non avendo raggiunto il quorum del 4%.
Ancora una volta la Calabria dimostra che le dinamiche del voto anche in una elezione come quella Europea dove il voto d'opinione dovrebbe avere un ruolo maggiore rispetto ad altre elezioni, il gioco del potere, il voto amicale, il compare del compare e un "Sistema" sociale, economico e culturale legato al rapporto inscindibile con i politici professionisti rimangono il "mantra" ufficiale, storico ed inamovibile che differenzia la Calabria dal resto del Paese.
Una differenza valida per il passato, per il presente e anche per il futuro.
Nei secoli dei Secoli.
Amen.
Redazione