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La Premier Giorgia Meloni nel suo intervento a Gioia Tauro in occasione della firma dell'accordo sui fondi di sviluppo e coesione (Fsc) ha centrato in pieno il dramma di quello che sarà l'Autonomia Differenziata.


Infatti Giorgia Meloni ha sottolineato che al di là dei Lep e dei fondi il divario sarà fra "Amministrazioni capaci e non". Si baserà, quindi, sulla capacità di spendere e spendere bene i fondi a disposizione.

Ed è proprio su questo che casca l'asino e che per la Calabria sarà un dramma catastrofico.

Come si può minimamente immaginare che un carrozzone succhiasoldi corrotto e parassita come è da sempre l'Istituzione Regione possa Amministrare bene i fondi è letteralmente inspiegabile.

E' chiaro che Giorgia Meloni non conosce minimamente la Regione Calabria e la sua storia.

Da sempre la Regione Calabria non ha saputo utilizzare i fondi disponibili.

Basti solo accennare ai Fondi della Comunità Europea e basti solo accennare che il primo POR ( Piano Operativo Regionale) risale al 1987 - 92 . Sono  ben 37 anni che la Comunità Europea finanzia la Regione Calabria e sono 37 anni che la Calabria è sempre ultima in tutte le graduatorie possibili e immaginabili.

Gran parte dei fondi rimangono puntualmente inutilizzati e quella parte utilizzata finisce in un rivolo di clientelismo, truffe, mazzette e tangenti varie in un contesto sociale, quello calabrese, dove prenditori e 'ndrangheta sono oramai padroni impuniti del circuito economico complessivo, con qualche azienda ed impresa ancora pulita e per bene che soffre sempre più per far quadrare i conti.

In tale contesto pensare che  la Regione Calabria di colpo si trasformi in una "amministrazione capace" è come credere di poter volare lanciandosi dal ventesimo piano di un grattacielo.

La Premier ha anche sostenuto che la gestione dei fondi sarà rendicondata e controllata.

Anche i fondi della Comunità Europea lo erano e lo sono ma si è visto poi in Calabria quale fine hanno fatto.

Inoltre la stessa Premier ha anche sostenuto che "i cittadini del Mezzogiorno non devono avere paura dell'Autonomia Differenziata" e ha sottolineato che " I cittadini che vivono in queste regioni non devono avere paura di niente, perché hanno affrontato di tutto, compresa la ‘ndrangheta”.

E anche con questa frase la Premier ha diostrato di non conoscere per nulla la storia della Calabria.

Quando mai i cittadini calabresi hanno affrontato la 'ndragheta, quando mai vi è stata una ribellione culturale e sociale contro la 'ndrangheta.

Semmai i cittadini onesti la subiscono in silenzio con paura e spesso omertà ben consapevoli di essere soli e non protetti da uno Stato sempre latitante e da uno Stato rappresentato in Calabria da soggeti border line che a parole dicono di combattere la 'ndrangheta e poi nelle urne vengono eletti con i voti della 'ndrangheta.  

Un discorso deludente, colmo di ovvietà e di totale disconoscenza della realtà, senza alcun accenno rispetto al luogo dove è stato pronunciato, il Porto di Gioia Tauro da sempre punto di sbarco di tonnellate e tonnellate di cocaina e con una gestione ombra delle più potenti famiglie di 'ndrangheta che sono oramai padroni del mondo e sono holding internazionali che investono ovunque e dovunque.

Ma questa è la politica italiana, sempre più specchio di un Paese in decadenza morale, civile e culturale.

Un degrado oramai inarrestabile.

Redazione


Editoriale del Direttore