Ancora una volta la famiglia Gentile assurge a caso nazionale.
Il tentativo di cambiare le regola in corsa messo in atto presso la Giunta per le elezioni della Camera che favorirebbe il ritorno alla Camera di Andrea Gentile, rampollo della potente famiglia Gentile e figlio dell'ex senatore Antonio Gentile per ben quattro legislature ed ex sottosegretario nel Governo Renzi in quota del defunto partito di Angelino Alfano il NuovoCentroDestra, ha mobilitato addirittura il leader dl Movimento 5 Stelle ed ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
L'ex senatore Antonio Gentile, già sottosegretario nel Governo Renzi
Infatti il leader del movimento grillino con lo staff dirigente del partito ha tenuto una Conferenza Stampa nella sede romana dei 5 Stelle nella quale non ha certamente lesinato critiche anche feroci contro quello che ha definito un vero "Golpe contro la democrazia".
"Un fatto grave, non è un semplice tecnicismo - ha affermato Giuseppe Conte - ma è una questione di democrazia"
L’emendamento presentato nella giunta per le elezioni composta da ben trenta deputati, diciotto dei quali del centrodestra, modificherebbe una norma del 2018 che prescrive la nullità della scheda elettorale quando la croce è apposta su più contrassegni della stessa coalizione e su due liste collegate.
Alla conferenza stampa ha partecipato il capogruppo MS5 alla Camera Francesco Silvestri, la vicecapogruppo M5S alla Camera, Vittoria Baldino, la capogruppo M5S in Giunta delle elezioni Stefania Scari e la deputata M5S Carmela Auriemma, vicepresidente della Giunta delle elezioni.
Molto critica anche la combattiva deputata di origini calabresi, Vittoria Baldino.
"Per favorire qualcuno il centrodestra - ha affermato la deputata pentastellata Vittoria Baldino - vuole cambiare le regole del gioco cancellando una disposizione che aveva tra l’altro lo scopo di evitare il controllo del voto da parte dei partiti, controllo del voto che questo emendamento invece introdurrebbe, con la conseguente violazione della Costituzione che parla di voto libero e segreto.
Inoltre il caso riguarda un collegio in Calabria nel quale gli elettori alle Politiche hanno accordato la preferenza al M5S, e quindi questo emendamento calpesterebbe la volontà dei calabresi e noi non possiamo permetterlo".
Per Giuseppe Conte "il caso Gentile non è un semplice tecnicismo, ma è un fatto grave e anche discriminatorio perché con questo marchingegno emendativo paradossalmente i cittadini che hanno rispettato la regola sono svantaggiati rispetto a chi l’ha violata consapevolmente.
Inoltre, la logica della regola che si vuole modificare è non rendere riconoscibile il voto quando ci sono più sigle di partito, e si sa che in certi contesti territoriali sono così affinate le tecniche di controllo che si costruiscono pacchetti di cittadini che devono andare al voto e devono votare secondo le indicazioni dei capibastone. Terzo aspetto, il principio di legalità: le regole del gioco si stabiliscono prima, e non si ribaltano dopo.
Quarto aspetto: la nostra democrazia - afferma con determinazione Giuseppe Conte - è malata, e il segno più evidente di questa patologia è la sfiducia dei cittadini, non affrettiamone il definitivo collasso.
Non è una battaglia che riguarda solo M5S, ma riguarda tutti i cittadini animati da genuino spirito democratico.
A me non interessa neppure che dietro questo tentativo ci sia la volontà di assegnare il seggio al rampollo di una nota dinastia calabrese, non mi interessa: potrebbe essere anche uno sconosciuto cittadino non espressione di una dinastia che ha espresso sindaci, assessori regionali, sottosegretari, parlamentari vari, è questione di democrazia".
La "dinastia politica" dei Gentile per come definita dall'ex Presidente dl Consiglio Giuseppe Conte
"Non mi interessa vedere chi c’è dietro, ma rispettiamo la democrazia. La vicenda - ha concluso un combattivo Giuseppe Conte annunciando una forte battaglia - sarà portata all’attenzione di tutti i garanti del sistema democratico, fino al presidente della Repubblica".
Redazione