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A soli dieci giorni dalla presentazione delle liste i centristi del centrodestra calano l'asso vincente per collocare i propri candidati nei 16 collegi uninominali che gli spettano e per superare con facilità il quorum del 3% nei listini proporzionali.

A Roma è stato presentato il simbolo di "Noi Moderati" che raggruppa Italia al Centro di Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello, Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, l’Udc di Lorenzo Cesa e Coraggio di Luigi Brugnaro

Lorenzo Cesa, segretario nazionale Udc

Una lista alla quale i sondaggi affidano un 4% che gli consentirebbe di eleggere nel proporzionale alla camera una quindicina di parlamentari oltre ai 16 collegi uninominali concordati con i Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia.

Considerato che i raggruppamenti di centro sono presenti prevalentemente nelle regioni del Sud è ovvio che una particolare attenzione è rivolta alla Calabria dove nelle passate regionali hanno ottenuto più del 13%.

Infatti i centristi hanno richiesto uno dei sette collegi uninominali per un loro candidato che potrebbe essere Lorenzo Cesa dell'Udc o Maurizio D'Ettorre, deputato uscente, di Coraggio.

L'On. Maurizio D'Ettorre

A cedere il collegio uninominale dovrebbe essere Forza Italia, avendone ottenuto tre, mentre due li ha accaparrati la Lega e Fratelli d'italia. Ma vi è da superare il diniego dell'uomo forte di Forza italia in Calabria, il Governatore Roberto Occhiuto, che nonostante provenga dall'area di centro e nonostante nel 2014, dopo non essere stato eletto nelle elezioni del 2013, subentrò alla Camera grazie all'elezione di Lorenzo Cesa al Parlamento Europeo, non ama particolarmente i centristi. Basti pensare che nonostante l'apporto dato alla sua vittoria alla Regione nella giunta non vi è alcun rappresentante dell'area moderata del centrodestra.

Molto probabilmente la spunterà ancora una volta Roberto Occhiuto e in Calabria "Noi moderati" non avrà nulla di nulla.

Ma nonostante ciò, la pressione di Toti, Quagliariello, Brugaro e Cesa continua. Bene ha fatto l'ex deputato Pino Galati che verrà candidato in qualche collegio uninominale fuori dalla Calabria, dove tutto è più semplice.

Certamente Forza Italia non mollerà i suoi tre collegi uninominali dove piazzare Francesco Cannizzaro  (uninominale alla Camera di Reggio Calabria), Andrea Gentile, (uninominale alla Camera di Cosenza) e un terzo nominativo ( potrebbe essere Marta Fascina, la quasi moglie del Silvio nazionale) all'uninominale di Vibo come non cederà la Lega il collegio uninominale di Rossano - Corigliano - Crotone nel quale dovrebbe essere candidato il deputato uscente Domenico Furgiuele ( probabilmente anche capolista nel listino alla Camera) ed il collegio senatoriale di Reggio Calabria con candidata l'assessore regionale, Tilde Minasi.

L'On. Andrea Gentile i Forza Italia

Non cederà neanche Fratelli d'Italia con Wanda Ferro candidata nel collegio uninominale alla Camera di Catanzaro che avrebbe voluto il deputato leghista Furgiuele, ed il collegio senatoriale di Cosenza nel quale dovrebbe essere candidato l'assessore regionale Fausto Orsomarso. Per ironia della sorte e per lo strapotere oramai acquisito dalla nuova famiglia politica degli Occhiuto ( considerando che Mario Occhiuto sarà capolista nel listino alla Camera di Forza Italia e, quindi, già eletto) i centristi nella regione dove sono più forti, dove vantano una percentuale del 13% e con ben tre consiglieri regionali eletti, quando in tante altre regioni non superano il 2-3% rischiano concretamente di rimanere a mani vuote come è già accaduto nella giunta regionale.

Mario Occhiuto, già Sindaco di Cosenza, con Silvio Berlusconi

Discorso diverso per la quota dei candidati nella lista "Noi Moderati" al proporzionale dove potrebbero essere inseriti nomi pesanti come i consiglieri regionali Francesco De Nisi, Salvatore Cirillo e Giuseppe Graziano, l' ex parlamentare  Nino Foti, l’ex presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini,  l’ex senatore Francesco Bevilacqua, e per l’Udc l’ex consigliere regionale Flora Sculco. Una lista che in Calabria non si può certamente sottovalutare.

Redazione

Editoriale del Direttore