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La sacrosanta battaglia per concedere il voto ai "fuorisede" condotta dalla "Rete Voto Sano da Lontano" continua con determinazione da parte dei promotori dell'iniziativa che assume sempre più rilevanza democratica e di tutela di un diritto al voto sul quale si basa la democrazia. Infatti sono circa 3.000.000 i "fuorisede" in Italia, cioè coloro i quali per motivo di studio e di lavoro, vivono in altri luoghi rispetto alla loro residenza ufficiale. E fra questi essendo la Calabria un territorio di continua emigrazione giovanile si calcola che i calabresi fuorisede siano addirittura circa 300.000. Inutile dire che il voto a circa 300.000 fuorisede che non fanno parte di quell'elettorato controllato dalla 'ndrangheta e dal voto di scambio dei politici professionisti rappresenterebbe per il "Sistema" di corruzione e di controllo del voto sul quale si basa l'accordo di potere fra mafia e politica rappresenta un grande pericolo e che per questo motivo i parlamentari legati alla 'ndrangheta e legati al voto di scambio non la faranno passare mai e poi mai ma è comunque necessario continuare a lottare. E per continuare la lotta il 20 ottobre le organizzazioni della "Rete Voto Sano da Lontano" scenderanno in piazza dei Santi Apostoli a Roma a partire dalle 17:30 per manifestare a favore del diritto di voto dei quasi 3 milioni di fuori sede italiani. "Protesteremo per chiedere soluzioni rapide, tra l'altro già al vaglio del Parlamento, perché è assurdo- si legge in una nota a firma della Rete Voto Sano da Lontano" che l'Italia sia l’unico paese dell'Unione Europea, insieme a Malta e Cipro, dove ai cittadini in mobilità non è consentito esprimere il proprio voto in un comune diverso da quello di residenza. Questo deficit democratico si traduce in centinaia di migliaia di voti persi a ogni tornata elettorale, perché spesso per i fuori sede risulta impossibile affrontare lunghi e costosi viaggi per recarsi alle urne. Un problema che si è manifestato in maniera eclatante anche alle ultime elezioni amministrative che si sono appena tenute in molti Comuni e nella Regione Calabria, in cui l'assenteismo ai seggi è risultato il “partito di maggioranza”, arrivando a far totalizzare in media un 45% di emorragia democratica, fino a toccare il 56% nelle elezioni regionali calabresi. All’evento parteciperanno anche il Presidente della Commissione Affari Costituzionali Giuseppe Brescia, Luigi Chiapparino, presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari e Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio Nazionale Giovani. Sono stati inoltre invitati tutti i parlamentari in carica per un confronto sul tema. Nel 2021 non è accettabile che gli italiani residenti all'estero possano votare a distanza mentre, ad esempio, un cittadino o una cittadina residente in Calabria ma che vive e lavora o studia a Milano debba affrontare viaggi della speranza per poter esprimere  un diritto costituzionalmente garantito. Viaggi che, durante una pandemia, potrebbero essere evitati anche per limitare i rischi di contagio. Da oltre 12 anni molte reti e gruppi di pressione studenteschi e naturalmente costituiti si sono battuti su questa tematica scontrandosi con un vero muro di gomma. Una sorta di “le faremo sapere” ciclicamente riproposto dalle istituzioni in varie salse. I fuorisede sono quasi 3 milioni e i loro voti possono rappresentare l'ago della bilancia, specialmente nelle Regioni del Sud, per selezionare una nuova classe politica in grado di scardinare le politiche clientelari che in decenni si sono cristallizzate sui territori". "Il voto dei fuorisede rappresenta un rinnovamento per la politica del Sud che deve potersi esprimere. Questo è ancora più importante - conclude la nota della Rete - ora che arriveranno miliardi di euro destinati a essere investiti in progetti, riforme, opere del PNRR, a beneficio della "next generation". A gestire quei fondi, a decidere  su cosa investire, saranno gli amministratori, quelli in carica, quelli appena eletti e quelli che verranno eletti nel 2022, quando si andrà nuovamente al voto in molte città e nella Regione Sicilia. I cittadini e le cittadine fuori sede fanno parte di quella next generation: scenderemo in piazza perché è giusto che anche loro partecipino alla scelta, votando, chi, in potenza, potrà decidere del loro futuro. Esistono già delle proposte di legge ferme in Parlamento: gli "ostacoli insormontabili" dichiarati dal Ministero dell'Interno non esistono. La Rete Voto Sano da Lontano ha deciso di scendere in piazza affinché il voto dei fuori sede non venga più ostacolato come appena accaduto alle ultime elezioni amministrative: vogliamo dare nuovo impulso al lavoro dei nostri rappresentati politici in modo che vengano trovate soluzioni adeguate prima della prossima tornata elettorale".
Redazione

Editoriale del Direttore