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In piena campagna elettorale per le regionali si incastrano anche le elezioni comunali, per le quali ancora non vi è nulla di definitivo.

Ovviamente ad essere avvantaggiato è il blocco di potere rappresentato da un centrodestra unito e dalla compagine uscente rappresentata dai dieci anni di gestione Occhiuto anche se, a differenza della Regione, al Comune è previsto il ballottaggio. Considerando l'elevatissimo numero di outsider che sono pronti a candidarsi a sindaco sarà praticamente impossibile per chiunque vincere al primo turno. E' molto probabile che al candidato unitario del centrodestra si opporrà il candidato del centrosinistra, o di quella parte di centrosinistra che saprà essere più unita possibile. In pole position per il centrodestra è senza ombra di dubbio il vicesindaco uscente, Francesco Caruso, molto legato all'attuale sindaco Mario Occhiuto ma che potrebbe passare anche per candidato di Fratelli d'Italia anche se nella stessa pattuglia di meloniani Francesco Caruso è visto più come occhiutiano di ferro che non come appartenente a Fratelli d'Italia. Ma le etichette contano poco. Quello che conta sono gli accordi romani e nel centrodestra contano solo quelli. Quindi l'ultima parola spetta solo a Salvini, Meloni e Berlusconi come alle regionali. Per il centrosinistra il discorso è ben più complicato considerando le tante correnti, gruppi e sottogruppi nel quale si divide, si frantuma e si dilania il centrosinisrtra stesso oramai destinato ad autodistruggersi. Se si riuscirà ad unire una parte di esso colui il quale potrebbe rappresentarlo non può che essere Giacomo Mancini, già deputato e portatore di una vera ed autentica tradizione riformista. Ma tanti sono quelli che scalpitano, dal socialista Franz Caruso, al centrista Franco Pichierri, all'outsider Francesco De Cicco e a tanti, tanti altri. Sicuramente saranno elezioni difficilissime con centinaia e centinaia di candidati. Una grande confusione sotto il sole fra regionali e comunali, tutti a chiedere voti e tutti malati di "candidite acuta", cioè quella malattia intrisa di protagonismo che vede centinaia di candidati in campo certi di prendere centinaia di voti per poi, all'indomani della chiusura delle urne, contare quei 5 - 15 voti massimo che prenderanno almeno tre - quattrocento candidati, oltre ai tanti "zero"  voti di tanti candidati di bandiera che residenti altrove e da riempitori di lista potranno portare a casa l'ambito trofeo di zero voti assolvendo comunque alla candidatura di scambio, evoluzione più sofisticata del voto di scambio, ottenuta e concessa per qualche promessa o qualche favore ricevuto. Alla fine i votanti saranno 35- 38.000 e su circa 1.200 possibili candidati il quorum per ognuno sarà di 30 voti. Se vi sarà un candidato di 300 voti ve ne devono essere altri nove con zero voti. E' la legge della matematica, avversa e contraria alla legge della candidite dove ognuno pensa di prendere centinaia di voti pensando che i votanti a Cosenza non siano circa 38.000 ma forse, 38 milioni. Una questioni di zeri.

Redazione


Editoriale del Direttore