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Nelle elezioni regionali si possono analizzare alcune caratteristiche sociali e strutturali del modello di vita calabrese e, più in generale, tipicamente meridionale. E' un voto, quello regionale, che si distingue per una vittoria che si alterna fra centrodestra e centrosinistra con percentuali sempre superiori, per il vincente, dal 55%. Una caratteristica che denota spesso il fenomeno della "transumanza" cioè di eletti uscenti del centrosinistra che nelle elezioni successive si candidano con il centrodestra o viceversa, seguendo sempre il cosiddetto "voto vincente". Quel voto che poi giunge concretamente ad una netta maggioranza. L'effetto valanga sulla coalizione al momento data per vincente. Come anche per le elezioni regionale del prossimo ottobre sembra verificarsi a vantaggio della coalizione del centrodestra. Ma cosa vuol significare la dizione "voto utile", o "voto vincente". Di per sè è una contraddizione in termini considerato che il "voto" almeno in teoria dovrebbe essere la determinazione dell'elettore nel delegare a chi si candida la realizzazione di un programma o la concretizzazione di progetti ed ideali possibilmente democratici e di libertà. Ovviamente questa è pura teoria. Ma in realtà il voto è storicamente dal referendum del 2 giugno 1946 fra monarchia e Repubblica nelle regioni del Sud un voto di scambio. Non per nulla al Sud vinse la Monarchia con le promesse dei baroni fatte ai contadini per il voto alla Monarchia in cambio di un tozzo di pane in più. Chi dimentica la leggendaria campagna elettorale di Achille Lauro che nel 1952 venne eletto Sindaco di Napoli distribuendo banconote tagliate a metà con una parte data prima del voto e l'altra parte data dopo il voto. Da sempre nel Mezzogiorno ed, ovviamente, anche in Calabria il "voto" è una merce di scambio per chiedere un favore. Ma la merce di scambio può concederla solo chi vince o chi è dato per vincente. Una multa cancellata, una assunzione trimestrale presso qualche clinica privata o presso cooperative dell'Asp, una licenza commerciale, un progetto approvato, un contributo regionale, una consulenza, e tanto, tanto altro. Migliaia sono le possibilità di scambio. Anzi, tutto è solo frutto di scambio. E su questo si basa la simbiosi fra l'elettore corrotto e bisognoso del favore e il sempre eletto corruttore. Su questa cultura mafiosa e illegale si basa il potere politico delle famiglie che, proprietarie di pacchetti di voti e signori delle preferenze possono addirittura far ereditare ai propri figli le poltrone del potere.In questo sitema di corrotti e corruttori si inquadra il dramma dell'impossibilità di qualsiasi cambiamento. Il resto sono solo chiacchiere. La lotta alle mafie, la sanità, la pandemia, i giovani che vanno via, lo sviluppo il progresso il turismo, la Calabria da amare e tante tante altre parole sono solo frottole da campagna elettorale che si sentono sempre uguali da decenni e decenni. La amara verità è che il voto di scambio uccide la democrazia e consente ad una Casta di corruttori d impedire qualsiasi sviluppo. Anche perché solo mantenendo il bisogno si alimenta per sempre il voto di scambio. Tale perverso disegno criminale, mafioso e basato sulla dominante cultura dell'illegalità consente alle famiglie dei professionisti della politica la loro eternità. Nei secoli dei Secoli. Amen.
Redazione


Editoriale del Direttore