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La Regione Calabria è nata nel 1970 e nella sua prima parte di vita coincidente alla Prima Repubblica, cioè le prime 5 legislature, dal 1970 al 1995, i Presidenti erano eletti dai consiglieri regionali. Nelle cinque legislature si susseguirono ben 9 Presidenti, sei dei quali targati Dc e tre targati Psi.

Nella VI legislatura, dal 1995 al 2000, con l'avvento della Seconda Repubblica, giunsero alla Presidenza Giuseppe Nisticò e Giovambattista Caligiuri targati Forza Italia e poi, alla fine della legislatura Luigi Meduri del Ppi. Nel 2000 con le modifiche legislative adottate i Governatori vennero eletti direttamente dagli elettori. Il primo direttamente eletto nel 2000 fu Giuseppe Chiaravalloti di Forza Italia, seguirono Agazio Loiero, del Pd, Giuseppe Scopelliti del Popolo della Libertà, Mario Oliverio del Pd e Jole Santelli di Forza italia. Tutti Presidenti ben inquadrati nei loro partiti di appartenenza. E nella Seconda Repubblica scelti tutti dalle segreterie romane. In tale contesto la candidatura del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, segna una novità assoluta per tanti motivi. Non è un candidato Governatore scelto da Zingaretti o Salvini o Berlusconi e soprattutto non è inquadrabile in nessun partito. Una candidatura spontanea nata da movimenti e dal basso non decisa dalle solite e fetide stanze romane che non conoscono nulla della Calabria e che se ne ricordano solo nei momenti elettorali. Una candidatura che si caratterizza anche con l'adesione di Mimmo Lucano, promotore del Modello Riace e con il Movimento Tesoro Calabria di Carlo Tansi, anche questo un fenomeno completamente nuovo per la storia del regionalismo calabrese. Infatti Carlo Tansi da candidato a Governatore nelle elezioni del 26 gennaio 2020, ottenendo il 7,2%,( 58.000 voti) ha sfiorato da solo e da esponente del fronte civico, la terribile, anticostituzionale ed orrenda soglia dell'8% stabilita dal potere consociativo e spartitorio della "Casta" del centrosinistra e del centrodestra che alla regione sono stati sempre una sola entità per impedire la crescita di qualcosa che potesse turbare l'idillio di una maggioranza coadiuvata, a turno, da una falsa minoranza. Questa volta, invece, tale soglia, seppur altissima, non impedirà l'ingresso in Consiglio Regionale di consiglieri fuori dal "Sistema", fuori dalla "Casta" non dipendenti dalle stanze romane. E già questo è un grande passo in avanti. E' la prima volta dopo 51 anni di vita dell'Ente Regione che da propulsore di sviluppo si è trasformato in luogo di potere e di "Casta" impedendo lo sviluppo della nostra terra, per come aveva previsto nel dibattito parlamentare del 1970 sia Giorgio Almirante, allora leader del MSI che Enrico Berlinquer, leader del Pci, prevedendo il pericolo della nascita di caste regionali avide e bramanti del potere, per come è poi accaduto. Del resto di Berlinquer e di Almirante non ve ne sono più. Erano leader politici, quando la politica stessa ancora esisteva. Oggi vi sono solo comitati d'affari con la loro centralità nei palazzi romani e dove in tre o quattro decidono le sorti dell'intero territorio nazionale, oltre a decidere, ovviamente, i nomi dei candidati Governatori.

Redazione

Editoriale del Direttore