Sono trascorsi tre anni dal 4 marzo 2018 e sembra che sia trascorso un secolo. Nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018 un terzo degli italiani che si recarono alle urne per esprimere il proprio voto espresse la volontà di premiare il Movimento 5 Stelle.
Quasi 11 milioni di italiani concessero la loro fiducia ai pentastellati che raggiunsero la stratosferica percentuale del 32,7%. In alcune regioni del Sud sbancarono ancor più. Basti accennare alla Calabria dove raggiunse il 43,4% con 405.684 calabresi che votarono i pentastellati sui complessivi 981.045 che votarono. Cifre da capogiro. Ma in soli tre anni il Movimento grillino è riuscito nel miracolo di dilapidare un tale patrimonio elettorale riuscendo a fare l'esatto contrario di quanto promesso. Arrivando addirittura ad allearsi con l'odiato Berlusconi. Inutile ripetere gli epiteti usati per anni da Beppe Grillo contro Berlusconi. Un capolavoro di disfattismo e di ingenuità ed impreparazione politica. Nello stesso Movimento in molti sono oramai coscienti degli errori fatti e sono consapevoli dei disastri compiuti. Anche in Calabria con ben 18 parlamentari eletti, una truppa di enormi dimensioni, si è prodotto il nulla assoluto. Una presenza inutile, invisibile che non ha lasciato alcuna traccia, che non ha prodotto nulla di nulla. Nella storia della nostra Repubblica mai un movimento o partito che abbia raggiunto tali dimensioni ha saputo disintegrarsi in così poco tempo. Il disfacimento dei grillini pone l'interrogativo di dove andranno tutti i voti un tempo grillini. Potrebbe raccoglierne una parte non trascurabile l'ex premier Giuseppe Conte, infatti tutti i sondaggisti indicano nel 13 - 14% la percentuali di voti che potrebbe prendere una eventuale Lista Conte. E non è certamente una percentuale da sottovalutare. In Calabria il disfacimento dei pentastellati non potrà che avvantaggiare i partiti del centrodestra considerando anche lo stato comatoso del Pd, commissariato da sempre, dilaniato al suo interno e con una nomenclatura locale incolta e scadente frutto degli sbarramenti di chi ha gestito il partito per anni ed anni distruggendo le intelligenze migliori e privilegiando i mediocri. In un tale contesto e assistendo alla parabola triste del Movimento 5 Stelle la Calabria continua ad essere ignorata a Roma e ad essere sempre più marginale. Mentre la piccola Lucania può vantare ben due ministri, Speranza e Lamorgese, la Calabria continua ad essere totalmente ignorata nelle stanze romane del potere. Del resto il grande Aristotele nell'antica Grecia sosteneva che "ogni popolo merita il governo che ha". E tale principio si addice perfettamente al popolo calabrese.