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La sempre più probabile candidatura a Governatore della Calabria del sindaco di Napoli e già magistrato, Luigi De Magistris, sembra essere sempre più probabile e certamente una candidatura di tale levatura che può assumere anche valenza nazionale non può che creare grande scompiglio all'interno di un centrosinistra calabrese che fatica a ritrovare una propria identità e che è sempre più dilaniato da guerre intestine e da commissariamenti non graditi. Un partito, il Pd, che in Calabria non trova pace e che vive in un pantano dal quale non riesce ad uscire. Inoltre la candidatura di Luigi De Magistris potrebbe anche indebolire quel fronte civico che non riesce a creare alcuna condizione di unità fra il civismo, il centrosinistra ed il Movimento 5 Stelle. E' ovvio ed elementare che qualora non si riuscisse a concretizzare una forte unità di tali forze il tutto si tradurrebbe a rendere facile ed ovvia la vittoria del centrodestra che, a differenza dei competitor, è unito su un solo candidato con almeno otto - nove liste collegate. E la divisione del centrosinistra con la gestione del potere del centrodestra consentirebbe quelle condizioni ottimali per il centrodestra stesso di fare di tutto per andare a votare il prossimo 14 febbraio con alte probabilità di vittoria. E nella candidatura di Luigi De Magistris si legge l'identikit tracciato nel documento reso noto nelle scorse settimane a firma del Movimento "DemA", fondato da Luigi De Magistris, del Movimento "La Strada" e del Movimento "Rinascita per Cinquefrondi". Nel documento si legge: " L’indignazione non è più sufficiente: può e deve trasformarsi in occasione di riscatto per la nostra terra, come dimostrano tante esperienze in tutta la Calabria. Citiamo, fra tutte, Rinascita per Cinquefrondi e La Strada, parti integranti di demA-Calabria. Per questo pretendiamo che chi si candida a Presidente restituisca dignità alle istituzioni, che coinvolga la cittadinanza e dia il giusto valore alla miriade di energie sane e positive che sono rimaste fino ad ora inascoltate. Pretendiamo che vigili sulle risorse del recovery fund ed eviti l’ennesimo scippo di soldi pubblici alla Calabria come è stato col federalismo fiscale e come rischia di essere se sarà attuata l’autonomia differenziata. Chi si candida alla Presidenza della Regione deve essere una persona integra, la cui esperienza di vita sia non solo estranea, ma rifiuti e contrasti nel modo più netto e totale ogni forma di collusione e compromesso con la massondrangheta e con le logiche clientelari. Una persona che coniughi intransigenza e progressismo, perché dove la disuguaglianza è forte, la mafia attecchisce con più facilità. Non bastano gli arresti e i tribunali, occorre costruire lavoro, equità e giustizia sociale. O così, oppure non si cambia. Ora è il momento del coraggio. Noi meritiamo questo riscatto. Lo meritano i cittadini e le cittadine calabresi, lo merita questa nostra terra. Siamo disponibili a parlare, confrontarci, incontrarci con chi, come noi, ha deciso di dire basta ad un sistema che mortifica ogni sforzo di cambiamento". Non è difficile leggere nel documento l'invito e la speranza della candidatura dello stesso fondatore del Movimento Dema, l'ex magistrato e sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, da sempre legato alla Calabria nella quale è vissuto per anni e che in un certo periodo storico ha anche rappresentato una speranza di cambiamento. Cambiamento e speranze poi demolite e massacrate dal quei poteri forti che da sempre impediscono qualsiasi cambiamento e che fanno della Calabria un caso unico nel panorama nazionale. La sola Regione d'Italia dove, a differenza della Sicilia e della Campania, non è mai spirato alcun vento di cambiamento.L'unica terra d'Italia dove non è cambiato mai nulla. L'unica terra d'Italia totalmente governata da quel binomio terribile che è la 'ndrangheta, l'organizzazione criminale più potente al mondo, e la corruzione. Due fattori che accomunati al silenzio dei calabresi rendono difficile finanche la speranza.

Redazione

Editoriale del Direttore