Il Piper di Roma era il suo regno e di quel club era diventata un'icona. Mita Medici,( nella foto da giovanissima nella sua sfolgorante bellezza), venerdì 31 maggio, alle ore 18:00, sarà ospite del Museo del Rock di Catanzaro.
Una serata ideata da Piergiorgio Caruso, in cui racconterà dei suoi incontri con personaggi come Loredana Bertè, Renato Zero, Patty Pravo, Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Loredana Bertè, Mia Martini e Carlo Verdone, conversando con il giornalista Franco Schipani, autore del libro “Senza vizi è una vita di merda”.
Con la partecipazione di Mita Medici alla serie “Vita da Carlo 2” di Verdone, sono riaffiorati ricordi di un’epoca passata. Il Piper era un mondo nuovo, il luogo in cui era fervida la scena beat italiana, frequentata da The Rokes, appena arrivati in Italia, Equipe 84, The Primitives, la band di Mal, Le Orme, i New Trolls, I Corvi e i Pooh, tutte band che hanno lasciato il segno nell’epoca d’oro del beat nostrano. E di quell’universo lei era una delle figure di spicco.
La sua presenza era costante e non passava inosservata, tanto da indurre Le Orme a dedicarle “Mita Mita”, una canzone che la descriveva perfettamente: “Ed è lì sulla pedana/E lì ballavi un po'/sognavi un po'/Ed i riflettori su di te/
Ti davano mille colori”.
L’anima rock dell’attrice ancora oggi è viva e saprà far rivivere lo spirito della Swingin’ Roma degli anni ’60, durante i quali il Piper è stato il centro motore di una nuova identità giovanile. Chissà cosa ricorda Mita Medici di quei fantastici anni? Se ci parlerà dei due concerti del 18 e 19 aprile 1968 dei Pink Floyd o di quello degli Who e degli Small Faces. Lo sapranno tutti coloro che saranno presenti al Museo del Rock.
Ti davano mille colori”.
L’anima rock dell’attrice ancora oggi è viva e saprà far rivivere lo spirito della Swingin’ Roma degli anni ’60, durante i quali il Piper è stato il centro motore di una nuova identità giovanile. Chissà cosa ricorda Mita Medici di quei fantastici anni? Se ci parlerà dei due concerti del 18 e 19 aprile 1968 dei Pink Floyd o di quello degli Who e degli Small Faces. Lo sapranno tutti coloro che saranno presenti al Museo del Rock.
Redazione