La storia della Calabria è una storia di una terra maledetta dove sono nate grandi intuizioni, dove sono partiti progetti di grande spessore e dove gli stessi sono poi naufragati per gli endemici vizi di una società perennemente legata ad un sistema clientelare e corruttivo che impedisce sistematicamente la crescita persino di intuizioni geniali che, applicate altrove, registrano risultati straordinari.
E' la storia del Consorzio dell'Università a Distanza, denominato CUD, che fu la prima Università telematica nata in Europa.
Il Consorzio nasce il lontanissimo 1984 con la partecipazione dell'Unical, dell'Università di Trento, della "Sapienza" di Roma, della RAI, del CRAI, del Formez, dell'Olivetti, dell'Enidata e della Camera di Commercio di Latina.
Una struttura che doveva svolgere una funzione motrice anche nel famoso piano TelCal ( Telecomunicazione Calabria) che tanto venne decantato e finanziato nel 1987 dall'allora Ministro Riccardo Misasi. ( Nella foto di apertura insieme all'allora Ministro ella Pubblica Istruzione, Sergio Mattarella, oggi Presidente della Repubblica ).
Chi scrive nel 1989, a soli 27 anni, venne chiamato dall'allora direttore del CUD, il compianto prof. Francesco Lata, a svolgere il ruolo di addetto Stampa del Consorzio in diretta collaborazione con la direzione generale.
Ruolo che venne rinnovato nel 1990 e 1991.
Ricordo ancora oggi, a tantissimi anni di distanza, la prima videoconferenza fra università telematiche in Europa tenuta il 7 e 8 novembre 1991.
Articolo del 14 novembre 1991 pubblicato sul settimanale "Buongiorno Cosenza" a cura dell'editore Demetrio Guzzardi sul primo meeting delle Università telematiche del Mediterraneo
Una videoconferenza avveniristica che anticipava di molto il futuro del mondo del Web.
L'11 dicembre 1989 vennero illustrate le enormi potenzialità del Cud in un convegno tenutosi a Rende del quale curai l'Ufficio Stampa con la partecipazione di ben tre Ministri facenti parte del sesto Governo a guida di Giulio Andreotti.
Il Ministro della Pubblica Istruzione, Sergio Mattarella, ( oggi Presidente della Repubblica ), il Ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno, Riccardo Misasi e il Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica, Antonio Ruberti.
Articolo del 6 dicembre 1989 pubblicato su "Il Giornale della Calabria" sul "Ruolo del CUD"
La Calabria è stata precursore e inventore dell'insegnamento didattico a distanza.
Oggi le Università Telematiche riconosciute dal Ministero dell'Università sono ben 14. E sono in grande crescita.
Basti solo accennare che il patrimonio di Stefano Bandecchi, Sindaco di Terni, Presidente della Ternana Calcio e proprietario di UniCusano si aggira sui 3 miliardi di euro e che UniCusano è valutata due miliardi e 400 milioni di euro e basti ulteriormente accennare che il giovane 45nne, Danilo Jervolino, Presidente della Salernitana, ha venduto UniPegaso, da lui fondata, per un miliardo di euro ad un fondo di investimenti londinese.
Oggi sono oltre 500.000 gli studenti che si affidano alle 14 Università Telematiche che hanno sedi in tutte le città capoluogo del Paese.
Solo UniCusano vanta oltre duemila unità fra dipendenti e collaboratori.
Mentre in Calabria, dove si inaugurò la prima Università a Distanza in Europa, si registrò negli anni il fallimento e la chiusura, non solo del CUD ma di tutto quel mondo che ruotò intorno al sogno telematico calabrese.
Un mondo di imprese e iniziative lautamente finanziate dallo Stato per centinaia di miliardi di vecchie lire, che una classe politica famelica e senza scrupoli ha piegato alle solite logiche clientelari e tangentizie che ne hanno decretato la morte, nonostante la validità progettuale che addirittura anticipava i tempi di alcuni decenni.
E la storia del Cud, come tutta la storia del miraggio informatico calabrese con tante aziende gravitanti intorno al Piano TelCal, è solo un esempio fra tanti di come un "Sistema" sociale - politico - imprenditoriale e culturale corrotto e truffaldino possa tramutare in cenere anche l'oro e i diamanti.
Questa è la Calabria e sempre lo sarà con i calabresi che continuano a votare con convinzione e determinazione da decenni e decenni i loro carnefici.
Gianfranco Bonofiglio