In questi giorni si discute molto di dossieraggi e di accessi illeciti nelle banche dati informatiche.
A poterne discutere a pieno titolo è l'ex poliziotto e oggi avvocato Gioacchino Genchi perito informatico per eccellenza e grande esperto di dossier e collezione dei dati, essendo stato accusato di aver messo su «archivi segreti» che poi si sono dimostrati inesistenti.
Un libro scritto dal giornalista e scrittore Edoardo Montolli con prefazione del giornalista Marco Travagio e pubblicato da Aliberti Editore.
Invece, nonostante la sua mole, il libro scorre con naturalezza ed è avvincente al punto tale che il lettore può anche concedersi la convinzione di trovarsi dinanzi ad un bel libro “noir” frutto di una grande fantasia dello scrittore, per poi, riflettere e ricredersi ricordandosi, che, in realtà, il libro ripercorre le fasi salienti dell'immane lavoro di Gioacchino Genchi, in qualità di consulente di numerose procure, considerando la sua abilità nell'intercettare telefonate.
Ed il libro si sofferma soprattutto all'indagine “Why Not”.
La famosa indagine voluta dall'allora pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, poi Parlamentare Europeo e Sindaco di Napoli dal 2011 al 2021.
L'ex magistrato Lugi De Magistris
Sull'indagine “Why not” sono stati scritti fiumi d'inchiostro, è stato detto di tutto ed il contrario di tutto, si sono accaniti contro giornalisti e politici di ogni rango e di ogni colore.
Ma al di là dell'esito processuale dove in molti sono stati assolti, dell'enorme mole di notizie raccolte, quello che si evidenzia nel libro è la combinazione che molti dei protagonisti intercettati nell'indagine sono quegli stessi personaggi che si ritrovano in tante altre indagini di tante altre procure italiane.
Dalle indagini relative alla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ai nominativi della vecchia P2 di Licio Gelli, alle indagini degli inizi degli anni novanta della cosiddetta tangentopoli.
Probabilmente un caso oppure ciò dimostra che i veri centri di potere, le vere lobby che condizionano l'agire politico e la vita della nostra Italia sono dure a morire e sempre pronte ad autorigenerarsi e creare collusioni ed agganci tali da poter continuare a gestire il potere.
Un libro nel quale si incontrano anche tanti protagonisti della politica calabrese. e cosentina, oltre a tanti esponenti della magistratura e dell'imprenditoria.
“In Why Not avevo trovato le stesse persone sulle quali indagavo per la strage di Via D'Amelio.
L'unica altra indagine della mia vita che non fu possibile finire”.
Con questa frase inizia il dialogo fra Gioacchino Genchi e Edoardo Montollo.
Un materiale, quello fornito da Genchi e riportato nel libro che induce ad attente riflessioni di come la corruzione, la trasversalità, gli affari ed il mondo sotterraneo sia quello che davvero condiziona e gestisce la nostra nazione e dimostra come la cancrena della corruzione sia sempre più difficile da estirpare.
Un bel libro da leggere e da conservare.
Senza dimenticare che tanti protagonisti del libro scritto e pubblicato nel lontanissimo 2009 sono stati anche protagonisti indiscussi di tante altre indagini giudiziarie successive. e Procedimenti giudiziari finiti con assoluzioni per insufficienza di prove o annullati per sopraggiunta prescrizione.
Protagonisti come sempre impuniti da decenni e decenni.
A dimostrazione di come in Calabria, alla fine dei conti, non cambi mai nulla e che il "Sistema" basato sull'illegalità diffusa, il clientelismo, il voto di scambio e a corruzione di gran parte delle Istituzioni, che impera da sempre, continui ad troneggiare indisturbato e sempre più radicato nel tessuto sociale, imprenditoriale e politico della sfortunata terra di Calabria.
Un libro che a tantissimi anni di distanza e ancora attuale, anzi, è oggi ancora più attuale di allora.
Come sosteneva il Principe di Salina, Don Fabrizio Corbera, nel bellissimo "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato nel 1958, "Tutto cambia affinchè nulla cambia".
Redazione