A primo acchito può sembrare uno scherzo. In realtà il "Manuale del leccaculo" è un libro famoso, conosciuto e vendutissimo, oltre che tradotto in più lingue, scritto da Richard Stengel, autore ed editore americano di 66 anni che vive a New York e già funzionario del Governo americano.
Il libro è stato tradotto anche in italiano e pubblicato dalla Fazi editori nel 2015.
Libro che racconta su basi scientifiche e sottili la teoria e la storia di una vera e propria arte, di una strategia che è parte integrante della storia dell'umanità e che è parte della natura umana.
Per l'autore l'arte di adulare, di "leccare il culo" non è un peccato e sarebbe un bene poiché "stimola la creatività".
La sottile arte del "leccaculismo" è valida per l'intera umanità ma in alcune realtà rappresenta un metodo e uno strumento, forse l'unico disponibile, per conquistare posti di potere e occupare poltrone che contano o, comunque per ottenere un "posto di lavoro" o un favore di qualsiasi natura.
E la Calabria è da sempre una terra dove l'arte della piaggeria, dell'adulazione, del leccaculismo ai potenti è praticata dalla moltitudine.
L'arte del leccaculismo rappresenta, purtroppo, l'unica strada per ottenere assunzioni ovviamente pilotate, carriere e nomine dirigenziali soprattutto nel mondo della sanità, il più corrotto in assoluto, per conquistare le tanto ambite nomine politiche, per le presidenze degli enti regionali, per ottenere contributi statali, per ottenere prebende politiche, per non pagare una multa, praticamente per tutto.
Infatti chi non si adatta all'arte del leccaculismo nei confronti dei soliti potenti ha solo una strada quella di andarsene in luoghi dove il merito ha ancora un valore. E la Fuga dei cervelli continua da decenni.
Basti pensare ai miti nati negli anni '70 e '80 di politici della Prima Repubblica che avendo assunto centinaia di infermieri, di impiegati, di forestali e di tante, tante altre figure statati nei tanti enti inutili nati appositamente hanno costruito intorno a loro schiere di leccaculi che sono stati e sono la loro eterna platea elettorale frutto di voto di scambio e congenito leccaculismo.
Al punto di tramandare i voti dei loro leccaculo da padre in figlio, da marito in moglie, da suoceri a nuore, da amanti ad amanti e così via.
Ma ai tempi della Prima Repubblica esisteva uno scambio. Oggi nella fetida e ripugnante Seconda Repubblica lo scambio non esiste più. Vi è solo il leccaculismo e basta.
Un baluardo culturale, un modo di pensare ed agire radicato nei secoli e impossibile da scalfire.
Anzi la cultura del "leccaculismo" è talmente radicata che con alcuni politici della Casta o si è leccaculi o non si può instaurare altro tipo di rapporto come accadeva nei tempi della monarchia.
O si è con il "Re" o contro il "Re" che era sempre al centro di tutto.
In una realtà arretrata come la Calabria i nuovi "Re" sono i potenti politici della Casta che sul leccaculismo hanno costruito il loro Impero.
Imperi spesso familiari, come nelle migliori Monarchie.
Da tali valutazioni l'idea di proporre un premio annuale per identificare il più bravo "laccaculista" con una giuria di esperti leccaculisti che dovranno dare dei voti da 1 a 10.
Potrebbero partecipare in migliaia e sarà difficilissimo il compito di scegliere il vincitore. Un premio che potrebbe usufruire anche di segnalazioni e voti attraverso i Social dove in tanti potrebbero partecipare.
Per Richard Stengel la nobilissima arte dell'adulazione è strumento infallibile per giungere allo scopo prefissato.
Del resto anche Niccolò Machiavelli teorizzava nel suo "Il Principe" che il fine giustifica i mezzi e nei mezzi includeva anche l'adulazione al potente di turno.
Anche se adulare personaggi del calibro di Cesare Borgia che amava le arti e la cultura era un conto e adulare i tanti incolti, ignoranti e rozzi politici calabresi che non hanno mai letto neanche un fumetto di "Topolino" è tutt'altro.
Per adulare gli ignorantissimi politici calabri ci vuole stomaco ed una predisposizione genetica al leccaculismo che non ha pari in nessun luogo dell'intero Pianeta.
Ma, a parte gli scherzi e l'ironia, decidere a chi assegnare il Premio del Leccaculismo in una terra che un tempo era la culla della cultura, il centro della Magna Grecia, risulterebbe difficilissimo anche alle più corrotte possibili delle giurie.