Pubblichiamo sulla nostra pagina culturale i commenti critici del Prof. Franco Vetere, docente emerito dei licei e noto scrittore, letterato e poeta, su le Odi Barbare: Fantasia" di Giosuè Carducci e su "Pensiero Dominante" di Giacomo Leopardi. Lavori inediti e di notevole spessore letterario.
ODI barbare: "FANTASIA" di G. CARDUCCI: "... e,de la voce a la molle aura lenta cedendo si abbandona del tuo parlar su l'onde carezzevoli e a strane plaghe naviga. Naviga in un tepor di sole occiduo ridente alle cerulee solitudini..."
Commento critico: "Esotismo romantico pervade l'originale ode che cristallizza il desiderio del Poeta di immergersi in una realtà in cui spazio e tempo sono strettamente contigui per protendersi verso un ideale rifugio in paesi al di fuori della opprimente civiltà moderna e per trovar ristoro al gravoso peso della quotidianità. Dietro il proscenio poetico si muove l'eterea figura della donna amata che con la sua dolcezza sprona e ispira il Poeta a tuffarsi nell'alveo della non realtà e della fantasia che idealmente navigano verso altri orizzonti in cui la Natura dispensa straordinarie visioni marine e celesti che fanno da sfondo al librarsi di bianchi gabbiani o ad amene esplosioni di selvaggio verde dove sono vive ancora vestigia scultoree di antiche civiltà. Allora la sua fantasia spiega vieppiù' le sue ali per volteggiare sulle incontaminato ricordo di una Grecità classica e dei suoi arcadici paesaggi dove pastori ninfe e poeti sono accomunati da intensa brama di rivestire la loro esistenza di un casto nitore di vita che possa ripercorrere i secoli della storia degli aurei tempi e lasciare indelebile orma del loro vissuto. In questa straordinaria atmosfera si materializza la figura del Poeta soldato Alceo paludato di splendide vesti su cui rifulge imponente armatura. Lo spirito neoclassico pregno di pensiero romantico è al pari di quello foscoliano perché entrambi non soddisfatti dalla presente realtà che li stimola a ricercate nostalgicamente un passato dove aleggia eroismo e forte afflato patrio divenendo ineludibile viatico per obliare le sofferenze di un'esistenza priva di ideali".
"PENSIERO DOMINANTE" di G. LEOPARDI: "Dolcissimo,possente dominator di mia profonda mente;terribile ma caro dono del ciel;consorte ai lugubri miei giorni,pensier che innanzi a me si spesso torni... come solinga è fatta la mente mia d'allora che tu quivi prendesti a far dimora!... ".
Commento critico: "L' abbandono dei motivi ispiratori pregni di enfatica nostalgia e di solitaria contemplazione dei Grandi Idilli coincide con la stesura di tale lirica dove il Poeta assume toni di fiera e dignitosa resistenza psicologica intrisi di momenti ora drammatici ora polemicamente sarcastici. Anche se la prima sestina di versi appare ammantata di idilliaca ispirazione, di contro nella sua profondità semantica spira un'aria di forte contrasto interiore fra aleatorio e reale che si traduce in flebile speranza pervasa da arcana sofferenza. È una lotta contro quella Natura non più Madre benigna a cui non più soccombe e a cui contrappone un rigenerato animo pieno di nuova linfa vitale che si protende verso nuovo anelito di ricerca d'infinito.Nella prima e seconda strofa della lirica del Quarto periodo leopardiano emerge con sentito afflato il richiamo all'amore quale " pensiero dominante " nella sua dimensione universale,nella terza emerge la possanza dell'amore che rafferma ogni altro suo pensiero. Tutte le altre strofe di questo complesso e lungo brano poetico sono incentrate sulle varie sfumature e incidenze della vis d'amore sull'animo umano e in primis nel suo animo dove un'eterea figura femminile domina il proscenio della sua vita".
Redazione