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Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha promosso una “civile e clamorosa protesta gandhiana davanti al Municipio di Rende per denunciare” , quello che definisce, “il troppo facile commissariamento e scioglimento per infiltrazioni mafiose di tanti comuni in Calabria e in altre regioni italiane”. ( nella foto di apertura, Franco Corbelli ).

 

Franco Corbelli parte citando un dato che definisce “particolarmente significativo e preoccupante.

Negli ultimi 33 anni, dal 1991 al marzo di questo anno, 2024, sono stati sciolti in Italia 387 comuni, 12 all’anno, 1 ogni mese! Il record, secondo l’ultimo report della Dia (Direzione investigativa antimafia), spetta alla Calabria con 130 Municipi sciolti, oltre a 5 aziende ospedaliere e sanitarie commissariate dal 1991 al 2023.

"Non è possibile, afferma, che ogni mese nel nostro Paese un comune venga sciolto per infiltrazioni mafiose.

I comuni, in tanti casi, vengono commissariati e sciolti con troppo leggerezza”.

Corbelli manderà in onda la sua singolare iniziativa di protesta, davanti al comune rendese, con un appello denuncia alle Istituzioni, questa sera nel corso del suo popolare programma Diritti Civili, in onda, ogni mercoledì e venerdì, intorno alle 20, su RtcTelecalabria(canale 78) e, in diretta Web nel mondo, su www.telecalabria.it .

Lo storico attivista dei diritti civili ha scelto il comune di Rende quale, afferma, “luogo simbolo di questa nuova, giusta e importante battaglia civile che , come sempre, vuole essere garantista, libertaria, propositiva e costruttiva. Il commissariamento e lo scioglimento per mafia del comune di Rende, decretato dal Governo, nel giugno del 2023, e prorogato di altri 6 mesi, nello scorso mese di settembre, è un fatto grave, devastante per l’immagine di una città modello, per la regione e l’intero meridione, com è quella rendese.

E’ qualcosa di inaudito, ingiustificato e inaccettabile. Un fatto ancora più inquietante e dannoso anche perché a Rende, sulle colline di Arcavacata, sorge la grande e prestigiosa Università della Calabria, motivo di orgoglio per ogni calabrese.

Rende è conosciuta fuori dai confini regionali e nazionali soprattutto per questo grande Ateneo, che continua ogni anno a ottenere meritati e straordinari riconoscimenti nazionali e internazionali.

Ecco perché identificare Rende come uno dei tanti comuni infiltrato dalla mafia significa di fatto danneggiare non solo l’intera comunità ma la stessa immagine di questa magnifica Università.

Ma al di là di questo con la mia protesta civile ho chiesto di dimostrare, prove alla mano, dov’è la mafia a Rende, come si è manifestata , chi ha corrotto.

Rispetto, come sempre, per tutte le sentenze ma il commissariamento e lo scioglimento per mafia del comune rendese è un fatto assai grave e incomprensibile! Rende non può essere assolutamente etichettata come città collusa, in qualche modo, con la criminalità organizzata.

Fare questa associazione è blasfemo, è come una bestemmia. Se ci sono stati, in questi ultimi anni, degli errori i responsabili devono essere chiamati a risponderne personalmente nel rispetto della legge, ma non commissariando e sciogliendo per mafia il Comune e addirittura continuando ancora, come di fatto è avvenuto con l’ultima proroga dei tre commissari per altri 6 mesi, a impedire il ritorno al voto.

Ecco perché chiedo e mi auguro che si ponga subito fine a questa grande ingiustizia, che si dia presto la possibilità ai rendesi di scegliersi i propri amministratori e che, in futuro, si proceda a questi drastici provvedimenti di scioglimento delle amministrazioni comunali ( e non solo) solo di fronte a prove evidenti e incontestabili di collusioni e infiltrazioni mafiose all’interno dei Municipi”.

Redazione


Editoriale del Direttore