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Il perdurare della crisi economica dovuta al Covid - 19 ha indebolito le aree forti del Paese ed ha drammaticamente aggravato quelle aree già fragili ancor prima della crisi per la Pandemia. Fra queste spicca il caso "Calabria" che si conferma, ancora una volta, il territorio più fragile e più condizionato da una crisi che oramai ha assunto dimensioni terrificanti. A dimostrazione di quanto asserito è bene illustrare alcuni numeri che rendono bene il quadro della situazione complessiva. In Italia i pensionati sono 16.035.165 al 31.21.2020, il 26,6% della popolazione. Un dato già alto in confronto agli altri paesi europei, ma che è il nulla rispetto al dato calabrese che con 728.631 pensioni erogate su 1.945.000 residenti sfiora il 40%. A tale dato già emblematico sulla composizione sociale della Calabria con sempre meno giovani che emigrano e con sempre maggiore denatalità si accompagnano altri dati che dovrebbero indurre a far riflettere chi è chiamato a governare le dinamiche sociali di un territorio. Preoccupanti i dati relativi al Reddito di Cittadinanza che erogato per ben 63.721 nuclei familiari coinvolge ben 166.774 calabresi. Al reddito di cittadinanza si somma la pensione di cittadinanza con 7.203 calabresi interessati. A tali numeri si devono sommare le erogazioni per la Cassa Integrazione Straordinaria, la Cassa Integrazione ordinaria ed il fondo di integrazione salariale Covid 19. Tali erogazioni sono circa 340.000. A tal punto considerando gli studenti ed i circa 100.000 impiegati pubblici il quadro si chiude. Sempre più marginale e fragile il mondo produttivo oramai quasi paralizzato dalla crisi pandemica. In una condizione simile sono 42.000 i posti di lavoro persi in Calabria nel 2020. Ovviamente parlare di nuove assunzioni e nuove possibilità di lavoro è come raccontare una favola a lieto fine. Una realtà, quindi, oramai basata su tre direttrici, le pensioni, il reddito di cittadinanza e la Cassa Integrazione. Ed in tutto ciò la classe politica continua ad essere assente e non in grado di dare risposte. Mai come oggi si è registrata in Calabria una duplice condizione negativa. Da un lato una crisi economica senza precedenti e dall'altra una classe politica mai così incolta, impreparata, incapace oltre che truffaldina e corrotta. Una combinazione micidiale per la terra di Calabria. Una condizione che non può che far continuare quel fenomeno di spopolamento e di abbandono da parte dei giovani che alla lunga farà della Calabria una sola terra di anziani e pensionati. Questo è il prezzo che si pagherà per non aver avuto mai il coraggio di una vera rivoluzione nelle urne. Il prezzo per essere stati complici nelle urne di coloro i quali sono stati i nostri carnefici. Il prezzo della viltà e del servilismo ai potenti. Il prezzo di non aver mai avuto il coraggio di drizzare la schiena. E a pagarne il prezzo più alto le nuove generazioni che non hanno mai avuto alcuna colpa e pagano le colpe della codardia dei loro genitori, di quella generazione cresciuta con il voto di scambio e con il voto ai politici di professione che sono stati e sono il tumore della Calabria.
 
(nella foto del 2019, pre - pandemia, tanti giovani in partenza per il Nord)
Redazione

Editoriale del Direttore