La scultura di Umberto Boccioni, "Forme uniche nella continuità dello Spazio", raffigurata nella moneta da 20 centesimi
Dopo una prima fase artistica nell'ambito della pittura dal vero e del divisionismo, l'incontro decisivo per i successivi sviluppi tra Umberto Boccioni e Filippo Tommaso Marinetti.
Il movimento futurista fu un'importante avanguardia che si sviluppò in Calabria apportando una innovativa "sensazione dinamica". Umberto Boccioni dal 1911 ( negli ultimi anni della sua breve ma intensa vita, morirà a Verona il 17 agosto 1916 a soli 33 anni per una caduta di cavallo) si dedica anche alla scultura nella quale giunge in breve a risultati rivoluzionari creando il cosiddetto dinamismo plastico futurista, uno "stile del movimento" che desse vigore materico alla vibrazione della luce e rappresentasse più che le forme o gli oggetti la loro azione.
Umberto Boccioni nel suo studio con alle spalle la sculura italiana più importante del '900 in gesso
“Forme uniche nella continuità dello spazio” rappresenta la grande innovazione nel mondo della scultura e dell’arte in genere. E' una figura umana in cammino simboleggiante il movimento energetico per sintesi e fluidità, spezzata e riassemblata tramite strutture incorporate nell’ambiente circostante, esprimendo il pulsare della sua anima. Scrive, Boccioni nel Manifesto: “Rovesciamo tutto e proclamiamo l’abolizione assoluta e completa delle linee finite“. Attraverso l'uso di cavità, rilievi piani e convessità indaga la deformazione plastica di un corpo umano in movimento, giungendo a una forma che, ricordando in parte una figura antropomorfa e in parte una macchina , riesce a trasmettere una sensazione di fluidità , forza e potenza. Simbolo dell'uomo moderno lanciato a conquistare il futuro, porta il futurismo a raggiungere il suo apice poetico e formale, dimostrandone la sua portata rivoluzionaria. La figura appare così per un verso come uno "scorticato" anatomico, per un altro come una "macchina", come un ingranaggio in movimento. Come se le figure fossero più di una e si sovrapponessero di continuo con un movimento avanzante che si proietta energicamente in avanti.
Considerata la scultura italiana più importante del secolo breve è una delle pochissime sculture salvate dalla distruzione del 1927 a martellate da parte di Piero da Verona, al quale erano state affidata dalla madre dell'artista dopo la sua morte. Dopo averne estratto i ferri, Piero da Verona, buttò i frammenti nella discarica di "Acqua Bella" in via di Porta Romana. Fusioni di quest'opera sono nei musei più importanti del mondo dal Metropolitan di New York alla Tate Gallery di Londra.
La gemella di quest'opera a Cosenza è stata venduta nel novembre 2019 all’asta da Christie's a New York al prezzo di 16.165.000 milioni di dollari.
Nel 1933 Marinetti scriveva al Podestà di Milano, Marcello Visconti di Modrone, esprimendo il desiderio di Boccioni di fare eseguire dal gesso una fusione da destinare alla Calabria sua terra natale (Segr. Gen.prot.3715 del 2/12/33 Archivio Civico Milano). Dopo ottant'anni Roberto Bilotti ha realizzato il progetto di Marinetti.
Umberto Boccioni nel 1915 a 32 anni, un anno prima della sua tragica morte per una caduta da cavallo
Nella sala limitrofa alla scultura, la Galleria Nazionale espone anche 65 disegni di Boccioni che nel 1996 Carlo Bilotti ha salvato dalla dispersione in asta da Sotheby's New York dagli eredi Winston Malbin e portati a Cosenza. La raccolta, a sua volta, era stata acquistata negli anni '50 dagli eredi della sorella dell’artista Amelia Raffaella Callegari Boccioni, prof.sa Licia Boccioni, omonima della sua beneficiaria e dal marito rag. Giuseppe dal Pian. Questo nucleo documenta l'esperienza prefuturista del 1906, l’evoluzione stilistica fino a quella della piena maturità del 1915 verso il dinamismo plastico.
Al Museo civico di Reggio Calabria, è in corso la mostra che espone i bozzetti dei principali quadri di Boccioni della collezione Roberto Bilotti: "La città che sale" del 1910, "la risata" del 1911 , "studio di periferia" del 1910, "vecchia a tavola" del 1907 e ritratto di "Maria Sacchi che legge" del 1907.
Nel Museo del Presente a Rende l'unica raccolta completa di futuristi calabresi, donata da Roberto Bilotti, che consente di conoscere questi artisti che hanno dato valore culturale alla nostra Regione. Dal disegno di Boccioni "due donne", le opere più importanti di Antonio Marasco (Nicastro 1896-1906), Enzo Benedetto (RC 1905 - 1993); Armiro Yaria (RC 1901 - 1980); Michele Berardelli (Cs 1912-1995), Angelo Savelli (Pizzo Cz 1911-1995), Orazio Pigato (RC 1896-1966), Principio Federico Altomonte (RC 1912) autore del “cartello lanciatore futurista” alla Nazionale futurista del 1933 esposto “aeroplano/sensualità; Luigi Versace (Bovalino 1927-1991)architetto si dedica pittura futurista, post futuristi Lina Passalacqua (Sant’Eufemia d’Aspromonte RC 1933) e Silvio Lo Celso (Rende 1956-2000) gli scrittori ed artisti Leonida Répaci (Palmi 1898-1985); Geppo Tedeschi (Tresilico-Oppido RC 1907-1993); scrittori e poeti, Piero Bellanova (Sant’Agata d’Esaro Cs 1917- 1987); Luigi Gallina (Corigliano Calabro 1906-1973); Giuseppe Carrieri (San Pietro in Guarano Cs 1886 – 1968) poeta, candidato Nobel per la letteratura; Alfonso Dolce (Cropani Cz 1882); Luca Labozzetta (Mileto - Vibo 1891-1917); Giovanni Rotiroti (Cardinale Cz 1905-1983) Leonardo Russo (Catanzaro); Rodolfo Arturo Alcaro (alias Rofalcar futurista), Antonio Altomonte (n. Palmi); Domenico di Pietro, Mario Potente (Cs), Mimi Mancuso, il giornalista Luigi Scrivo (Cz) direttore di artecrazia futurista e assistente di Marinetti; il gallerista Giuseppe Sprovieri (Montalto Uffugo Cs 1890-1988) gallerista, critico, collezionista, inaugura nel 1913 con Marinetti a Roma la prima Esposizione di Pittura Futurista. Promotore di serate e conferenze sul movimento, declamazioni dei versi paroliberi e delle onomatopee. Con l’esposizione delle sculture di Boccioni (dic 1913) inaugura la galleria; nel 1914 con l’esposizione degli artisti futuristi e ad apr. l’Esposizione Libera Futurista Internazionale apre il futurismo italiano verso l’avanguardia europea. A maggio del 1914, per supportare gli artisti futuristi del sud, apre la galleria di Napoli.
20 febbraio 1909, nasce il Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti con i suoi manifesti sul Futurismo
Il Futurismo, anche in Calabria, è stato una ricostruzione in tutti i campi: cinema, teatro, scenografia, danza, fotografia, arredo, gastronomia, i nostri corregionali erano in prima linea in ogni campo. Il Manifesto di Marinetti del 1909 è in aperta rottura con il passato artistico culturale, in Calabria si organizzavano le “serate futuriste”, il 16 giugno 1909 a Reggio la IV serata su chimica e futurismo tra letteratura e scienza, Francesco Cangiullo (1884-1977) (in “Le serate futuriste - romanzo storico vissuto con giudizi di Marinetti, Ojtti, Borgese, Simoni, Lipparini, Goli” ET Editrice Tirrena 1923 pag. 101 e ss.) ricorda quella del marzo 1910 a Catanzaro con Marinetti che “prova in teatro” e gli incontri futuristi con gli studenti calabresi e le tavole parolibere. La IV Biennale calabrese d'Arte e industrie a Reggio Calabria del 1926 è incentrata sul Futurismo, Benedetto invita Dottori, Depero, Fillia, Tato, B. Marinetti, gli artisti interagiscono con il territorio: Depero espone abiti, arazzi e tarsie di panno con testa di diavolo ispirata alle maschere apotropaiche di Seminara. Benedetto con le riviste “Futurismo Oggi” e "Originalità" celebra il volo vittorioso sugli altri mezzi di locomozione. Marasco divulga le nuove idee con "supremazia futurista" e il bollettino "il passo oltre" pubblicati in Calabria e veicolati nel resto del Paese verso un cambiamento visivo e dinamico.
Cosenza e Rende, grazie al mecenatismo della famiglia Bilotti che in collaborazione pubblico privato ha dato un decisivo contributo allo sviluppo culturale del nostro territorio, sono divenute così un polo culturale di valenza internazionale, che permette la panoramica del linguaggio espressivo dei nostri corregionali degli inizi del secolo scorso, ognuno con una propria connotazione ma espressione dello stesso movimento, e, in particolare l'elaborazione di Boccioni dall'impressionismo francese al divisionismo italiano aperto alle correnti europee del simbolismo ed espressionismo.
Redazione