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Nell'ambito della recente conferenza stampa tenutasi per illustrare l'operazione ""Overture" condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza e coordinata dal Procuratore Capo della Dda di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri, che ha condotto all'esecuzione di 21 misure cautelari e nella quale si è definito il nuovo quadro criminale cittadino, è stato utilizzato, per la prima volta, il termine "Sistema Cosenza".

Termine utilizzato anche anche dal Comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri, colonnello Pietro Sutera.

"L'indagine – ha affermato il comandante provinciale dell’Arma di Cosenza, colonnello Pietro Sutera – ha aperto uno squarcio inquietante del contesto nel quale gli indagati si muovevano”. Il “sistema Cosenza”, ha sancito e definito una pace mafiosa tra i vari gruppi criminali della città concentrati, soprattutto, fra le varie attività criminali attuate, nel controllo capillare ferreo e che non consente trasgressione alcuna dello spaccio e del rifornimento delle sostanze stupefacenti. L'attività principe e quella più lucrosa per i gruppi criminali.

Senza disdegnare l'attività di estorsione agli imprenditori. Anche se alla base dell'inchiesta vi sono anche denunce di imprenditori che si sono ribellati al pizzo imposto. Ed in merito alle richieste di pizzo lo stesso Procuratore Gratteri ha affermato, rivolgendosi agli imprenditori, che "E’ giunto il momento che gli imprenditori si rendano conto che possono e devono denunciare”.

Ma il "Sistema Cosenza", termine che alcuni giornalisti impegnati da anni nella denuncia del malaffare e nella crescita della cultura antimafia hanno utilizzato da decenni senza alcuna fortuna, non è circoscrivibile solo al mondo criminale.

Il "Sistema Cosenza" è ben più ampio, è quel "Sistema" che comprende i politici corrotti, i rappresentanti delle Istituzioni che della corruzione hanno fatto lo strumento per fare carriera, rappresentanti delle Forze dell'Ordine che non compiono il proprio dovere, finanche esponenti della magistratura che preferiscono mantenere i fascicoli più scottanti nei cassetti, che comprende imprenditori o "prenditori" incensurati che in realtà investono denaro sporco riciclando in attività lecite proventi di attività illecite, funzionari e burocrati di uffici importanti dove passano pratiche di finanziamenti, esponenti del mondo bancario e tanto altro.

Quell'insieme di "colletti bianchi", di "insospettabili" che sono la vera forza e il cemento, il collante del "Sistema", che controlla tutto, che decide a chi far giungere i finanziamenti pubblici, che controlla gli appalti, che gestisce le centinaia di milioni di euro che gravitano intorno al corrottissimo mondo della sanità pubblica, ed, in particolare, della sanità privata accreditata. "Un "Sistema" a Cosenza impunito da sempre, che controlla la vita della Città da decenni.

Tanti pentiti di 'ndrangheta ne hanno delineato i contorni ma quando hanno fatto nomi che "contano" sono divenuti, ovviamente, inattendibili. Questo è il vero "Sistema Cosenza". Ma è comunque un gran passo in avanti che, finalmente, anche se circoscritto solo al mondo criminale, dopo tanti decenni, vi sia finalmente chi utilizza tale definizione.

Forse quei giornalisti, isolati e derisi, che lo utilizzavano negli anni passati non erano così folli e fantasiosi. Forse dicevano la verità. E come tutti sanno la verità è sempre la più difficile da far credere.

Redazione
 

Editoriale del Direttore