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Passata la tempesta della conclusione relativa alla vicenda dell’emendamento che prevedeva un prolungamento del mandato rettorale, all’Università della Calabria si registra una strana quiete che pone diversi interrogativi sul suo futuro.

( nella foto di apertura il Rettore dell'UniCal, Prof, Nicola Leone, consegna la laurea "Honoris Causa" in Ingegneria Gestionale a Santo Versace )

La settimana si è aperta con una splendida cerimonia nell’aula magna “Beniamino Andreatta”, dove si è svolta la cerimonia di conferimento della laurea “Honoris Causa” in ingegneria gestionale a Santo Versace, per il quale abbiamo trascorso due splendide ore luminose solari, per merito dei bei pensieri espressi dalla moderatrice Livia Blasi, dal presidente di Entopan, Francesco Cicione, che ci ha ricordato la figura alta del Primo Rettore Beniamino Andreatta, e dallo stesso Santo Versace, che nella sua “Lectio Magistralis”, tra le tante cose ha pure detto: “Ho sempre creduto che il lavoro, per essere autentico e portare un contributo importante alla società, debba essere guidato dai valori, dalla passione e dall’etica”.

Pensieri e parole forti che riscaldano chi vive nell’Università, con le sue specificità di Campus universitario, nel prestare la sua opera di docente, non docente e studente.

Ma uscendo da quell’aula rinfrancato mi ritrovo in un contesto ambientale freddo e monotono, tranne un gruppo di studenti che vedo fermi discutere sull’asse pedonale del ponte Bucci, nei pressi degli ambienti utilizzati dalle associazioni studentesche.

Ci sono anche quelli dell’associazione ATHENA RéF che mi mostrano un loro comunicato datato 21 febbrai 2025, molto critico nei confronti del Rettore a proposito dell’emendamento proroga e di forte denuncia sullo stato dell’Università, che vive alla vigilia di una competizione elettorale quasi prossima nel silenzio più totale ed assoluto, come se nulla fosse accaduto.

Eppure il documento è molto duro e ne parleremo più avanti non prima di aver fatto due importanti considerazioni che hanno la loro importanza.

La prima è che esattamente tra 48 giorni a partire dal 1° maggio 2025 parte il “semestre bianco” che porterà il corpo elettorale dell’UniCal a scegliere il loro nono Rettore e che il Decano, prof. Francesco Altimari, dovrà stabilire tempi e modi al più presto come gestire al meglio questo periodo di transizione. Dovrà essere il tempo del Decano acché tutto avvenga nella norma e nella legalità.

La seconda considerazione è quella più grave e che riguarda il comportamento strano degli operatori del mondo dell’informazione che non hanno minimamente preso in considerazione “riprendendolo” il Comunicato di cui sopra diramato dall’Associazione ATHENA RèF.

Un documento fatto pervenire a tutto il corpo elettorale ed anche agli organi d’informazione senza avere riscontro di pubblicazione, tranne sui social, che loro stessi hanno inserito.

“A distanza di venti giorni – dicono i dirigenti di tale Associazione – non comprendiamo il totale disinteresse e silenzio di tutti gli organi d’informazione calabresi, una trentina, ai quali abbiamo fatto pervenire il nostro documento, che pure è di forte denuncia e stimolo nel creare uno spirito di reale democrazia e di libertà di espressione nel contesto di una università che ha delle sue specificità che nessun Ateneo italiano ne può vantare i meriti”.

Per chi opera nel mondo dell’informazione è gravissimo in quanto tale atteggiamento, nell’anno giubilare, calpesta tre valori importanti come: la conoscenza, la trasparenza e la verità. Soprattutto quest’ultima fa parte, insieme alla “Speranza”, della raccomandazione che Papa Francesco ci ha consegnato: “Siate cercatori di verità e testimoniatela”.

L’Associazione in questione ha come presidente lo studente Giuseppe Arena ed è componente del Senato Accademico dell’Università della Calabria, quindi informato direttamente su tutto ciò che si decide all’interno di tale organismo per il governo dell’Università.

Probabilmente non è piaciuto il passaggio del documento in cui si è detto che il Rettore era a conoscenza dell’emendamento e ch’era sua intenzione, “qualora la proroga fosse stata approvata ne avrebbe comunque richiesto il parere allo stesso Senato Accademico prima di accettarla”.

Un silenzio incomprensibile che porta gli studenti ad esprimersi in gesti pensieri molto chiari sulla libertà o meno degli organi d’informazione.

Ed allora entriamo nel merito di questo documento degli studenti di ATHENA RèF, nel quale viene tra l’altro descritto il tentativo fallito anch’esso respinto, oltre la mancata proroga dei due anni senza elezioni, senza competizione e senza l’incomodo del consenso, della modifica della Legge Gelmini 240/2010, per ripristinare il sistema “4+4”, che gli avrebbe garantito ulteriori sei anni al comando (due di proroga più altri quattro in caso di rielezione). “Un piano ambizioso, bisogna riconoscerlo”, questa l’affermazione riportata nel documento.

“Pensare che l’università possa essere gestita senza confronto e partecipazione – è scritto nel documento di ATHENA RèF - al pari di un processore che esegua algoritmi in maniera asettica è un’idea pericolosa.

Un ateneo non è un feudo, né una monarchia digitale, né un software in beta test dove si riscrivono le regole a piacimento. È uno spazio di pensiero critico, di confronto, di crescita. E chiunque pensi di governarlo con forzature e scorciatoie ha probabilmente frainteso la natura stessa dell’istituzione”.

Nel documento viene pure denunciata l’indifferenza manifestata sia dal corpo docente che non docente.

“Nessuno di loro ha mai osato prendere una posizione critica. A parte qualche rara e timida mail su una privata mailing list d’ateneo, l’unica voce fuori dal coro è sempre stata la nostra, sia su questioni prettamente studentesche che sui temi di generico interesse accademico, mentre il resto dell’ateneo ha preferito voltarsi dall’altra parte”.

“Se l’obiettivo dell’emendamento era davvero garantire continuità a un progetto, il silenzio della comunità accademica – si puntualizza nel comunicato - tradisce l’idea che nessun altro, democraticamente eletto, sia in grado di portarlo avanti. Non è forse questo un insulto all’intera comunità accademica?”.

“Un Rettore, in quanto massima carica dell’ateneo – scrivono - non può sottrarsi alle proprie responsabilità né liquidare un fatto così grave come una questione estranea alla propria volontà. Ancora più grave è stata, come riportato in precedenza, la sua dichiarazione che qualora la proroga fosse stata approvata avrebbe comunque richiesto il parere del Senato Accademico prima di accettarla.

Governare un’istituzione come l’Università della Calabria significa non solo gestire progetti e risorse, ma soprattutto preservare l’integrità dei processi democratici e della sua caratteristica universale.

Questa vicenda si chiude come molti esperimenti falliti di Intelligenza Artificiale: con un modello difettoso, scartato prima di causare danni irreparabili.

Ma resta una domanda: quanto tempo passerà prima che qualcuno tenti nuovamente di forzare le regole?”. Quanto accaduto non può essere archiviato – conclude il comunicato dell’Associazione ATHENA RèF - come un semplice incidente di percorso. Il rispetto delle regole, la trasparenza delle decisioni e la responsabilità delle proprie azioni devono essere principi inderogabili per chiunque aspiri a guidare una comunità accademica”.

Ciò che ci sorprende in questo momento è la calma ed il silenzio di fronte anche a questo comunicato dell’Associazione ATHENA RèF, che probabilmente nella riservatezza dell’ambiente sta covando qualcosa.

Una cosa è certa che negli ultimi sei anni, per come è stato evidenziato nel documento degli studenti, è accaduto un cambiamento pericoloso nei rapporti e nella gestione rispetto al passato ed alle stesse finalità particolari dell’UniCal e questo impone alla comunità universitaria una discontinuità nella scelta della nuova governance e comportamenti saggi, guidati, come ci ha ricordato Santo Versace, “dai valori, dalla passione e dall’etica”, per non dirla nel modo più consone dalla “morale” nel rispetto della legalità, il tutto per costruire un futuro di crescita e sviluppo dell’UniCal fino a raggiungere i suoi confini naturali.

Franco Bartucci

 


Editoriale del Direttore