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Che la Casta politica calabrese fosse abituata solo ai proclami e alle chiacchiere senza mai attuare fatti concreti è fatto risaputo da decenni. Anche se considerando che la casta viene sempre rieletta e vengono eletti anche i figli, le mogli e i parenti è evidente che ai calabresi chi si cimenta solo in chiacchiere piace e chi, invece, vuole fare fatti, viene spesso espulso e non rieletto. Ma a parte la complicità e la grave colpa dei calabri che votano i loro carnefici ancora una volta la Corte dei Conti ha dovuto evidenziare attraverso la requisitoria del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2020 che "I finanziamenti complessivamente ottenuti dalla Regione Calabria nel 2020 per l’emergenza Covid sono stati, complessivamente, di oltre 115 milioni di euro e, pur essendo stati integralmente impegnati al 31 dicembre 2020, si registrano pagamenti per soli 37 milioni215 mila euro. Significa che, a fine 2020, la parte preponderante (ben 77 milioni a fine 2020) è rimasta accantonata nei bilanci delle Aziende". Cifra che giace accantonata "nei bilanci delle Aziende al 31 dicembre 2020 - continua la requisitoria della Corte dei Conti - senza che sia stata riorganizzata la rete ospedaliera. Per fronteggiare l’emergenza Covid  il ministero della salute ha previsto, per la Regione Calabria, che ai posti letto in terapia intensiva già attivi prima dell’emergenza (146) vadano ad aggiungersi ulteriori 134 postazioni; inoltre ha previsto che vadano riconvertiti in posti di terapia semi-intensiva 136 postazioni. Allo stato, sono stati attivati solo 4 posti in Tin all’ospedale spoke Cetraro-Paola (Asp di Cosenza), al costo complessivo di 394.298,10 euro. Gli altri interventi risultano tutti da avviare e il loro completamento è previsto non prima del 2022 inoltrato (in alcuni casi nel 2023). Per quanto riguarda il rafforzamento dei Pronto soccorso, nessun lavoro è stato avviato; anche in questo caso il completamento degli interventi è fissato per il 2022 inoltrato, in alcuni casi per il 2023. Nel complesso risulta di tutta evidenza che la Regione Calabria è ben al di là da rafforzare effettivamente la propria rete territoriale, essendo, di fatto, tutti gli interventi in corso pianificati e previsti, nella loro realizzazione, nel 2022 in inoltrato quando – si auspica – il ‘peso’ della pandemia sulle strutture sanitarie potrebbe essere differente grazie alla campagna vaccinale e all'uso di medicine più mirate”. Quindi, ancora una volta, si evidenzia il disastro della Casta politica che non ha mai profuso impegno alcuno per affrontare il dramma della sanità, anche se negli ultimi 10 anni ha celato il proprio fallimento addebitando tutte le colpe alla gestione commissariale, che non è certamente esente dal disastro.  Anche se ad onor del vero, considerando che i calabresi continuano a votarli per decenni e decenni non si vede per quale recondito motivo dovrebbero cambiare modo di fare e di comportarsi quando ad ogni elezione sono sempre premiati dall'elettorato. Anzi si guardano bene, giustamente, di non cambiare una sola virgola da un modello politico affaristico, clientelare e corrotto che li ha premiati per decenni, che li premia e che finanche gli consente di tramandare la poltrona da padre in figlio come nelle più becere monarchie e come nei periodi da basso medio evo del quale i calabresi non vogliono assolutamente uscire dimostrando la loro caparbietà contro ogni cambiamento nel segreto delle urne, tranne poi lamentarsi ogni giorno e ogni istante dei politici che nel segreto dell'urna amano votare.

Redazione

Editoriale del Direttore